Veronica: your t-shirt rocks!

Entriamo. Pareti azzurro cielo, un lampadario dai riflessi iridati di bolla di sapone. Sulla credenza in cucina ante gremite di polaroid e cartoline, più un ritratto di Iggy Pop avvinghiato alla groupie di turno. Il giradischi è nell'angolo, sotto una bandiera con teschio da pirata. Ogni frammento parla di Veronica, fashion designer per vocazione e metallara di lungo corso. “Avevo nove anni quando ho seguito mia sorella al primo festival. Una bambina in pantaloni cargo, maglietta fluo, con barattolo di nutella e Barbie nello zainetto. Rimasi scioccata da un ragazzo che prendeva a testate il pilone della tenda. Mi dissero semplicemente che quello era pogare”. Da allora ad ogni concerto l'acquisto di t-shirt dei gruppi heavy metal preferiti è divenuto quasi un rito. “In verità non l'ho mai pensata come una collezione. Poi un giorno guardo il bucato e realizzo che quella pila di magliette era diventata una raccolta mica da ridere”.  
Non lo diresti, ma sotto il crespo dei capelli ricci il viso di Veronica s'infiamma di timidezza. Per schermirsi afferra una teca, con due magliette autografate. “A me è andata bene che era di H&M. C'è la firma dei Sick of it all, li ho incrociati per caso in pizzeria. Quella verdone è di mia sorella. Un Helmut Lang con sopra il pennarello di Munky, il chitarrista dei Korn”. Mi mostra quindi un dito, vi si legge tatuato 1986. “È l'anno in cui sono nata. I Motorhead uscivano con Orgasmatron, gli Slayer con Raining Blood, il loro album migliore. La mia maglietta preferita è proprio degli Slayer. L'ha disegnata Terry Richardson, quando ancora passava la giornata sullo skate e suonava in gruppetti punk”. Le chiedo se nella sua collezione c'è una chicca imperdibile. “La t-shirt di Ozzy Osbourne. Gli appassionati di memorabilia sono disposti a pagarla anche mille dollari”. Poi, con un sorriso complice, confessa. “Non dirlo in giro ma... farei follie pur di ritrovare quella dei Take That!”.