Thomas Wakeford: streetwear perbene
Fotogallery Thomas Wakeford: streetwear perbene
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L'autunno-inverno 2012 di Thomas Wakeford è un concentrato di riferimenti pop, trasfigurati in un disegno nitido e conturbante
L'autunno-inverno 2012 di Thomas Wakeford è un concentrato di riferimenti pop, trasfigurati in un disegno nitido e conturbante
Il ritratto in felpa e zainetto ci dice molto dell'attitudine di Thomas Wakeford. Uno che ha l'aria di fuggire come la peste i lustrini, l'affettazione delle pose e l'appartenenza al branco dei modaioli; meglio, forse, una serata al pub tra amici. Ha studiato a Brighton e poi di corsa a Londra per fare tappa al Central Saint Martins, come è tradizione nella biografia di molti designer britannici. Il marchio da lui fondato ha solo un paio d'anni all'attivo, ma restituisce già l'immagine fedele di una personale visione estetica. Si guarda qui sovente alla strada, all'ecosistema brulicante e vitale delle sottoculture per poi procedere ad una meticolosa opera di disciplina e sottrazione.
L'architettura della collezione autunno-inverno 2012 è così minimale, sportiva per vocazione, a tratti quasi gotica, ma conserva la varietà stimolante di precisi riferimenti di stile. L'immaginario dei Bosozoku, i teppisti ribelli e tamarri che sfrecciavano nelle periferie di una Tokyo anni '80 e che si rievocano nei ritagli di pelle lucida. Le tute in acetato, quelle che ci facevano vergognare nell'ora di educazione fisica a scuola, qui ridotte a pannellature cromatiche di gusto geometrico. E quella cuffietta, citazione dark che arriva dritta dritta dal video degli Orbital, con Tilda Swinton nei panni di un'aliena approdata sulla terra e che ha perso completamente la bussola. La ricchezza della miscellanea è però ricondotta ad uno statuto di grazia superiore, di levigatezza formale. Merito certo di una serie nitida di abiti tagliati al coltello, doppiati in velo, di sicuro impatto grafico e di un'eleganza tutta contemporanea.
Illustrazioni: Daniela Tieni
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