Nuovi talenti al maschile: i nomi da tenere d'occhio
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Le realtà più interessanti tra gli emergenti della moda maschile. Orientamenti e tendenze del nuovo guardaroba per l'uomo della primavera-estate 2013. Che si nutre di stili sempre più sincretici e globali
Le realtà più interessanti tra gli emergenti della moda maschile. Orientamenti e tendenze del nuovo guardaroba per l'uomo della primavera-estate 2013. Che si nutre di stili sempre più sincretici e globali
I modelli di eleganza maschile sono più che mai permeabili. Cambiano riferimenti culturali e contesti geografici, con una ventata di freschezza che travolge codici precostituiti e ne inventa di altri. Tramontato il modello litico del vestire all'europea, è da regioni inaspettate che giungono le avvisaglie del futuro prossimo. È africana la matrice di Laurence Airline , che disegna asciutti pantaloni a sigaretta e camicie di esecuzione impeccabile nei tessuti tradizionali della costa d'Avorio; il bazin, un damasco di cotone dalla mano quasi plastificata, lo si riconosce per la sua lucentezza e la protezione ineguagliabile dalla calura. E allo stesso continente guarda la danese Trine Lindegaard , esaltando la bellezza esotica e lussureggiante del kita; tessuto che ha vestito per secoli la nobiltà del Ghana, dal tipico motivo geometrico, e che ora scopre una seconda giovinezza in una collezione entusiasmante di colore. Vi si può accostare la sensibilità pittorica di Andrea Cammarosano , che inventa nuove formule per i pantaloni dalla cintola intrecciata a canestro e nobilità il suo disegno con una suggestiva stampa marmorizzata.
D'ispirazione più urbana la proposta di Song for the Mute , marchio australiano che si definisce per il grafismo e la purezza del suo classico informale. Stratificazioni e pieghe che incidono sulla silhouette con durezza e puntiglio. Muove invece da un certo utilitarismo alla Bahaus la bella stagione di Tim Coppens , con un gentiluomo high-tech che indossa calzoni in nylon e bomber multimaterico. Echi di sportività anche per la collezione di Lou Dalton , con felpe doppiate in camoscio e giubbe casual che si ritagliano a sorpresa nel taffetà, e quella del connazionale William Richard Green , sempre a suo agio nella messa a punto di uno streetwear d'alta gamma. Il marchio svedese Common ripercorre i fondamentali dell'abbigliamento maschile: giacche che sono uniformi e sciarpe in seta, rigore e morbidezza, con poche appropriate concessioni agli stampati.
Insolito e raffinato Xander Zhou , nome già affermato nel panorama cinese, con il suo gusto per il panneggio e le finiture cangianti. Holloh , dietro cui si cela l'italianissimo Giuseppe Monaco, rivisita la tradizione con squisitezze da dandy per un nuovo concetto di couture-à-porter virile. In chiusura un esperimento, lirico e suggestivo. È quello portato avanti da Palmer//Harding , che dal capo-simbolo della camicia bianca riesce a trarre variazioni di rarefatta efficacia. Costruzioni di tessuto sovrapposto, dettagli preziosi come il collo a filetto in sughero, candore assoluto.
© Riproduzione riservata
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