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Moda

Da “Mare Fuori” al red carpet di Venezia, chi è Giovanna Sannino dietro lo schermo

Da "Mare Fuori" al red carpet di Venezia, chi è Giovanna Sannino dietro lo schermo

foto di Rossella Malaguarnera Rossella Malaguarnera — 16 Settembre 2024
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In occasione dell'ultima Mostra del Cinema di Venezia, Grazia.it ha chiacchierato con Giovanna Sannino, tra i protagonisti di una delle serie tv italiane più amate degli ultimi anni che ci ha raccontato il suo mondo

Intensa, solare, romantica, ironica, determinata e un po' "secchiona": questi gli aggettivi che ci sono venuti in mente dopo la chiacchierata che abbiamo avuto con Giovanna Sannino poco dopo il suo red carpet a Venezia. 

Attrice, 24 anni, napoletana, Giovanna presta corpo, volto e cuore a Carmela, una delle protagoniste di "Mare Fuori", tra le fiction italiane di maggior successo degli ultimi anni. Il suo personaggio è complicato, con un passato difficile e un presente per nulla roseo: è la giovanissima compagna di Edoardo (l'attore Matteo Paolillo), uno dei ragazzi detenuti nell'IPM di Napoli dov'è ambientata la storia, è la madre di suo figlio, una ragazza passionale, innamorata, ma attanagliata dalla costante paura di perdere ciò che ama e che le fa fare spesso scelte molto discutibili, per non dire sbagliate.

Un personaggio con cui, soprattutto agli inizi, si fa molta fatica ad entrare in sintonia, cosa che invece accade immediatamente quando parliamo con Giovanna. L'occasione è l'ultima Mostra del Cinema di Venezia, a cui l'attrice ha preso parte, sfilando sul tappeto rosso dell'anteprima del film di Cristina Comencini, "Il tempo che ci vuole". La sentiamo al telefono qualche giorno dopo e da lì parte la nostra chiacchierata alla scoperta della ragazza e dell'attrice dietro lo schermo.

Partiamo proprio da qui, dalla Mostra del Cinema di Venezia. Non è la prima volta per te, che cosa significa per te partecipare a questo evento? 
«La prima volta è stato solo un "assaggio" del Festival (l'attrice era la madrina del premio Sorriso Diverso) sono state poche ore e tutte molto concentrate Ho vissuto il festival solo da dietro le quinte, niente "prime", niente film, niente eventi dopo il red carpet. Quest'anno invece ho sentito di "vivermi" proprio il Festival. È bello sentirsi per un attimo una piccola stella, sentirsi partecipe di un mondo che pensi sia sempre un po' inarrivabile, no? E poi adoro la concitazione che c'è a Venezia, mi piace conoscere persone nuove che possano darti tante visioni diverse, tante esperienze. Attori, registi che hanno un vissuto importante e tu, senza nemmeno sapere il come e il perché, ti trovi lì magari a parlare con loro e ascoltarli. Puoi incontrare persone con cui sogni da sempre di lavorare, come Toni Servillo, Sorrentino, Edoardo De Angelis, la Comencini, Muccino ... Ecco, Muccino è proprio il mio sogno nel cassetto!
Venezia è per me è tutto questo, è il momento dove ti concedi di sognare: guardi le attrici che presentano i loro film e pensi "un giorno succederà anche a me». 

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Negli ultimi anni a Venezia, come a Cannes, il "contorno" più glamour sembra aver preso il sopravvento, soprattutto sui red carpet, sempre più popolati da personaggi non strettamente legati al mondo del cinema...  
Qualche anno fa, quando ci fu il boom delle influencer dei creators a Venezia, se non sbaglio Gassman disse "Perché a Venezia al Festival del cinema ci va chi il cinema non lo fa?" e io un po' lo capisco e ti dirò, da persona che lavora in questo campo, che a volte fallisce e accetta le delusioni e i "no" che questo mondo comporta, soffro di più a vedere che c'è gente che il cinema lo fa perché influencer, cioè perché è un volto che fa hype, che è "vendibile" e di richiamo per il pubblico. In qualche modo viene calpestata tutta quella bellissima scuola di pensiero che diceva che per fare l'attore devi studiare perché è un mestiere e come tale ti ci devi applicare e invece oggi, in molti casi, sembra non sia più così e che basta - in alcuni casi - avere i follower. 

Parlando dei social, sia su Instagram che TikTok hai un grande seguito. Come vivi la notorietà che arriva da questi strumenti? 
Io la vivo molto molto bene, mi piace ma soprattutto li uso anche perché voglio che le persone conoscano la vera Giovanna. Farmi conoscere oltre i personaggi che posso interpretare a teatro, al cinema o in televisione. Inevitabilmente decido io cosa raccontare e cosa no, ma mi piace il fatto che il pubblico che mi segue sappia che io sono una persona vera, che vive le difficoltà, che crolla, che piange, ma che tutto ciò è normale, sono umana e non un alieno. Mi va bene farmi vedere anche con le mie fragilità ed è un modo anche per "educare" la gente, insegnare che, dietro lo schermo, tutti possiamo soffrire e che quindi anche quanto ci viene scritto può avere delle ripercussioni e spero che un domani le persone lo capiscano e comprendano l'importanza delle parole che si usano, anche sui social!

E tornando al red carpet, come hai scelto il look che hai indossato a Venezia? E come ti sei sentita quando ha indossato questo abito?
«Per il red carpet ho indossato un vestito di Peter Langner, un abito in tulle blu notte, ricamato con paillettes e con scollo quadrato e un’ampia gonna realizzato per me con tessuti ecosostenibili. Ho conosciuto Langner a inizio anno, poi non ci sono state occasioni per per poter lavorare insieme ma appena è arrivato l'invito per Venezia ho subito detto "Andiamo da lui!". Mi piace molto il suo stile, così delicato, molto europeo e romantico. Anche se la moda un po' mi spaventa, lui è stato eccezionale, ha disegnato il vestito sul mio corpo cercando di valorizzarmi al meglio, mi ha fatto esprimere su tutto, mi ha fatto scegliere la stoffa, il modello, non mi sono sentita la modella che sfilava alla fashion week ma una persona che indossa, vive un abito. Quando poi è arrivato in atelier e sono andata per il fitting, mi sembrava la prova dell'abito da sposa: ero con mia madre e le mie amiche e quando sono uscita con l'abito erano tutte in lacrime. L'effetto è stato quello... Mi sono sentita una principessa, è venuto fuori il mio animo romantico e sono felice di aver scelto un abito del genere». 

Di solito come scegli gli abiti e i look che devi indossare per apparizioni pubbliche? 
«Dipende cosa sto facendo e cosa voglio raccontare. Con l'abito di Venezia volevo raccontare sicuramente un momento felice, dove la vita mi sta sorridendo ed è tutto molto luminoso. Quindi ho scelto un abito scintillante, illuminato da queste paillettes come tante stelle. Quest'anno stiamo già pensando a una storia ben precisa da raccontare per quanto riguarda i look per la promozione della prossima stagione di "Mare Fuori", porterò con me un pezzo del personaggio È una bella stagione, molto importante per me e per Carmela, voglio omaggiare il lavoro che è stato fatto in questi cinque mesi. C'è uno studio un po' più americano. Stiamo giocando come Margot Robbie per "Barbie", faremo un po' di Method Dressing»! 

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Visto che ne hai parlato, torniamo su "Mare Fuori" e il tuo personaggio, il ruolo di Carmela è cresciuto molto durante tutte le stagioni, ha avuto un'evoluzione molto molto importante, ha vissuto molte esperienze, è diventata madre, è diventata moglie, ha dovuto assumere responsabilità molto importanti nella sua vita. Come ti sei preparata a un ruolo del genere, così complesso?

«La linea che ho sempre portato avanti  con Carmela è quella dello svuotamento, di sottrazione. Io sono molto fortunata, ho avuto una bella famiglia, tanto amor, ho ricevuto un'educazione, anche culturale, tutte cose che questa ragazza non ha avuto. Quindi sono andata a togliere tutto questo, mi sono chiesta "se non avessi avuto tutte queste cose, quale sarebbe stata la mia vita?" e da lì sono partita, senza giudizi, anche se a volte avrei voluto dirle "Tesoro mio, svegliati, ti prego!". Quest'anno poi il lavoro si è complicato ancora di più a livello di situazioni ed emozioni e ho preferito farmi seguire da un coach Gennaro Di Colandrea, un attore che per me è strepitoso e mi ha seguito per per tutto il percorso perché dopo cinque anni mi sono detta "Ok, dobbiamo fare un altro tipo di lavoro, ho bisogno di aiuto per aggiungere anche questo pezzo".»

Mare Fuori è una serie che ha avuto un grande successo, soprattutto tra i giovani. Che messaggi e  messaggi speri di trasmettere al tuo pubblico?
«La cosa a cui io tengo di più è che le persone capiscano che studiare è la cosa più importante, anche per chi vuole fare questo lavoro. Questo è un mestiere che allieta gli animi delle persone ed è un modo per elevare noi stessi. Ma perché abbia questa funzione "catartica", così come è nato in Grecia migliaia di anni fa, c'è bisogno di studio, non ci si può improvvisare, non possiamo pensare che, perché sappiamo piangere a comando, siamo degli attori. Per emozionare bisogna arrivare proprio lì, nel cuore e nello stomaco delle persone a prescindere dal nostro ego. Ci si deve mettere a servizio della scena e questo lo ottiene soltanto studiando. In qualsiasi professione il medico, l'insegnante, l'avvocato, si studia, per fare l'attore è uguale. E poi se serve imparare a fare qualcosa di nuovo per la parte io lo faccio, studio e imparo, se mi chiedono "Sai andare a cavallo?" io dico "Ok, lo imparo. Non è un problema." L'unica cosa che non dovete chiedermi è guidare il motorino. Quello è davvero un problema enorme.» 

C'è un tipo di personaggio, un genere cinematografico in cui vorresti cimentarti in futuro?
«Sicuramente la commedia mi piacerebbe tanto, una di quelle che fanno tanto ridere perché io ho un animo comico e vorrei mettermi alla prova in questo genere. E poi un film o una serie in costume, qualcosa di ambientato nel passato, un film tipo "Il Gattopardo" o una serie come "I Leoni di Sicilia"». 

C'è un attore o un attrice che è un tuo mito, il tuo riferimento in questo lavoro? 
«Sono follemente innamorata di Meryl Streep, conosco tutti i suoi film, l'adoro, è una donna che ha combattuto contro gli stereotipi perché non rientrava nei canoni classici e se n'è fregata. Una che se la metti a cantare lo sa fare, che se deve ballare lo sa fare. Sa tenere la scena anche fuori dal set... È un'artista a tutto tondo, completa». 

E in Italia, tra le colleghe chi ti piace?
«Beh, Paola Cortellesi, adoro la sua ironia, la sua semplicità, anche lei sa cantare, ballare... Mi piace tantissimo Luisa Ranieri, che è napoletana come me! E poi Romana Maggiora Vergana, che ho visto in "C'è ancora domani" e che poi ho conosciuto di persona perché collaboriamo insieme nella fondazione "Una, nessuno e centomila", lei è proprio una di quelle giovani attrici che che ti fanno credere che possono esistere persone che fanno questo mestiere perché credono nell'arte e non in tutto il contorno "scintillante" che c'è...»

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Sei napoletana, cosa significa per te rappresentare questa città attraverso il tuo lavoro?
«Sicuramente uscire da tutti quegli stereotipi che vengono presentati quando si parla di Napoli: il classico  "pizza e mandolino" oppure, può sembra paradossale per una che interpreta "Mare fuori", l'associazione con un clima di delinquenza. Rappresentare Napoli non vuol dire semplicemente raccontare Napoli, mostrare il Vesuvio, Posillipo, i Quartieri Spagnoli. È raccontarne la napoletanità. Mi fa ridere quando dicono che Napoli is a state of mind, oggi è un po' un luogo comune, una "cafonata", ma è così. La napoletanità te la porti ovunque, anche se vai a girare un film in Australia, lo capiranno subito che arrivi da qui! Silvio Orlando disse il fatto che "sotto i nostri piedi ci sia un magma, ci sia un vulcano in qualche modo pone le condizioni che su questa terra vivano dei diavoli" e non è una cosa per forza negativa, definisce noi napoletani, ci plasma in un certo modo. Anche dal punto di vista artistico! Qui è tutto molto più amplificato, è tutto molto più sentito. Ma raccontarlo in maniera non stereotipata è ancora difficile, nessuno ha raccontato Napoli come uno stato di pensiero e d'animo»!

Quali sono i valori legati a Napoli e al tuo vissuto che porti sempre con te come persona e come attrice?
«La generosità, il calore, la gentilezza, sia verso le persone e sia nell'approccio che hai in questo lavoro. Il regista Alessandro D'Alatri una volta mi disse "Se non sei generosa, l'attrice non la puoi fare!".  Sono valori della mia terra, forse a volte molto esasperati, che però nei quali io credo tantissimo»! 

Per chiudere che progetti hai per il futuro? 
«A fine anno dovrebbe uscire un film che si chiama "Come Romeo e Giulietta" con la regia di Giuseppe Alessio Nuzzo dove interpreto... Giovanna Sannino, praticamente! Nel senso che il mio personaggio, Claudia, è come me, siamo davvero molto simili, non è stato complicato entrare nei suoi panni. E poi chiaramente ci rivedremo con la quinta stagione di "Mare Fuori"»! 

Foto di Federica Pierpaoli

 

© Riproduzione riservata

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