Valeria Solarino: "Nessuno può dirmi come essere felice"
Ci eravamo date appuntamento per un aperitivo nel quartiere Prati di Roma, abbiamo dovuto disdirlo all’ultimo e ripiegare su una telefonata, lunga, lunghissima, che non poteva non iniziare con la domanda tormentone in questo momento di risalita dei contagi e chiusura delle regioni: «Come stai?».
Sta bene l’attrice Valeria Solarino, 42anni compiuti il 4 novembre scorso, festeggiati in casa con il suo compagno di sempre, il regista Giovanni Veronesi, e il loro cane Paco.
«Senza di loro non so come avrei fatto, anche durante il primo lockdown: ci siamo ritrovati nella nostra casa al mare, dove eravamo andati per il weekend, e siamo rimasti lì fino all’ultimo giorno di chiusura, con gli stessi vestiti, senza computer né connessione».
Il risultato ha superato le aspettative di entrambi: «Io ho ripreso a studiare filosofia, Giovanni ha scritto a mano tutta la sceneggiatura del seguito del film Moschettieri del re. Condividere ispirazioni e creatività per noi è tutto».
Con una grazia che si avverte anche solo attraverso la voce, Valeria resta una donna riservata, riflessiva, che si accende solo quando parla di politica.
Mi racconta una certa rabbia, contro le «incertezze politiche e scientifiche del momento che ci lasciano navigare a vista con troppe domande senza risposta». Di fronte alle incertezze lei reagisce con una determinazione che la spinge ad andare avanti, sempre e comunque, nella vita quotidiana come in quella professionale.
Così, se quest’estate ha girato la nuova stagione della serie tv Rocco Schiavone con Marco Giallini, dal 18 novembre sarà su Rai Play (e dal 25 su Rai Due per quattro serate) con Matteo Martari nella nuova serie L’Alligatore, tratta dai romanzi di Massimo Carlotto.
Due ruoli agli antipodi: se la giornalista Sandra accanto a Schiavone è diretta e consapevole della sua sensualità, la cantante Greta è più schiva e tormentata. «Mi è piaciuta subito, come me va contro le etichette della società: non è la figlia o la fidanzata di qualcuno, ma vive di luce propria».
In 20 anni di carriera questa è la prima volta che interpreta una cantante. A chi si è ispirata?
«A Dolores O’Riordan dei Cranberries. Mi sono rivista tutti i suoi concerti, volevo catturare la sua gestualità, entrare in quella gestualità. Greta non c’è nei romanzi di Carlotto, se non come pensiero e ricordo, ma nella serie invece diventa un personaggio a tutto tondo. Con il protagonista vive una storia d’amore tormentata: i due si amano ma hanno preso strade diverse, c’è stato il carcere di mezzo, sono continuamente in conflitto. Il bello di Greta è l’intraprendenza: è lei che decide di andare a riprendersi il suo uomo».
Dal set alla vita reale: le è mai capitato qualcosa di simile?
«Non ho mai preso nessuna decisione di rottura di una relazione per un evento esterno, come può essere stato il carcere per i personaggi di L’Alligatore, quindi non ho mai avuto bisogno o voglia di tornare indietro».
Greta le somiglia più di Sandra di Rocco Schiavone?
«Greta e Sandra sono dentro di me, nel senso che le sento vicine e ci sono legata, ma so di essere diversa da loro. Per quanto nelle nuove puntate anche Sandra mostrerà di non essere poi il personaggio limpido che era stato presentato, Greta è senza dubbio più tormentata e più acerba. Se Sandra esercita volutamente il suo fascino su Rocco Schiavone, Greta è più ingenua. Io mi ritrovo sempre nei miei personaggi, ma fatico a calarli nella mia quotidianità. Quando mi vedo sullo schermo non mi riconosco e sul set seguo le indicazioni del regista, mi piace farmi sorprendere. Per L’Alligatore Daniele Vicari ed Emanuele Scaringi hanno fatto un lavoro approfondito perché la serie pare seguire il ritmo blues del respiro e delle canzoni, si vede tutta la ricerca artistica che c’è dietro. Da Greta ho anche imparato qualcosa. In una battuta dice: “In questo momento della mia vita so rispondere solo alla domanda: liscio o con ghiaccio?”. Quanto mi piacerebbe essere così».
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Foto di Oskar Cecere
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