Nell’agosto 2012 Alessandra Panchieri, 35 anni, u2028di Chianciano, incinta e a Londra per lavoro, è stata sottoposta su ordine di un giudice britannico a taglio cesareo.
Nell’agosto 2012 Alessandra Panchieri, 35 anni,
di Chianciano, incinta e a Londra per lavoro, è stata sottoposta su ordine di un giudice britannico a taglio cesareo.
Il parto è avvenuto dopo che la donna, sofferente di disturbo bipolare, era stata ricoverata
in un ospedale psichiatrico. La neonata, figlia di padre senegalese, è stata data in affidamento.
Ora la signora, che ha altre due figlie da padri diversi e anch’esse tolte alla sua potestà genitoriale, sta meglio e vuole la sua bambina.
La sola idea di separare un piccolo dalla propria madre mi lascia senza fiato. In America associazioni antiabortiste, che cercano di dissuadere le ragazze dall’interruzione di gravidanza e le accompagnano verso la maternità e la decisione di dare il bambino in adozione, si confrontano spesso con giovani donne cambiate che decidono di tenersi il figlio.
Da noi le cronache raccontano di bambini tolti alla mamma e contesi in battaglie legali dolorosissime (recente è il caso della coppia di Torino ritenuta troppo anziana e incapace di comunicare). Giudici e assistenti sociali sostengono di agire per
il maggiore interesse del minorenne.
Lo capisco, ma
a parte casi limite di malattia, degrado e violenza,
si amerebbe di più un bambino se si aiutassero madre e figlio insieme.
Sostenere una mamma per aiutare suo figlio, invece di farne un bambino conteso.
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