«Se sei un uomo»: l'editoriale di Silvia Grilli
Se sei un uomo forse passerai oltre questo editoriale, perché l’argomento non ti riguarda oppure ti disturba. La violenza sulle donne è un problema delle donne, in fondo chi sta con un violento se l’è un po’ andata a cercare. Se avesse scelto un uomo a posto, invece di un malato...
Se sei un uomo e mi stai leggendo, probabilmente dirai che quei mostri andrebbero incarcerati e buttata via la chiave. Tu non ti permetteresti di toccarla neppure con un dito...
Sei proprio sicuro? Sei sicuro di non avere mai considerato la tua famiglia come una piramide di potere
con te, il capofamiglia, sulla cima? Sicuro di trovare un’ingiustizia che nei moduli da firmare il primo nome sia il tuo e solo dopo quello di tua moglie?
Sei proprio sicuro che a casa tua non succeda mai: non l’hai mai denigrata, svalutata, non ti è mai scappato di dirle con diverse dosi di disprezzo: «Neanche questo sai fare»?
Sei sicuro di non aver mai sminuito le sue amiche o le persone che frequenta: quegli inutili aperitivi in cui s’infiammano a vicenda?
Sei certo di aver pensato sempre anche al suo piacere mentre fate l’amore, non solo al tuo?
Sei sicuro di essere sempre stato orgoglioso del suo lavoro, di non averle mai proposto di lasciarlo, di non avere mai pensato che il tuo mestiere sia più importante del suo solo perché tu... sei un uomo? Non sei mai stato invidioso dei suoi successi e non hai mai cercato di sminuirli, vero?
Sei certo di non averle mai parlato sopra e tacitata nelle conversazioni in pubblico, con gli amici comuni, davanti ai figli? Non hai mai detto a nessuna, né madre, né compagna, né figlia: «Beata te che non capisci», vero?
Hai sempre condiviso i lavori domestici, l’accompagnamento dei bambini a scuola, i compiti a casa dei vostri figli, giusto?
Non hai mai cercato di manipolarla per controllarla, dopo aver capito qual era il suo punto debole, giusto?
Ovviamente non le hai neppure mai detto che è grassa, che è troppo magra, che ha i brufoli, le rughe sotto gli occhi, che non ha le tette.
A casa tua non ti è mai scappato un insulto, un urlo, una spinta, uno schiaffo. Figuriamoci, vero?
In ufficio tratti le tue colleghe donne come i tuoi colleghi maschi: le ascolti, le valorizzi, consideri le loro idee allo stesso modo di quelle dei tuoi colleghi uomini, corretto?
Tanto più che non hai mai pensato: «Basta lamentarvi voi donne, non potete volere tutto». Oppure: «Ma vi rendete conto che danni state facendo alla società?». Hai sempre creduto a una donna che denuncia una violenza, mai hai sospettato che se l’inventasse, perché sai quanto sia doloroso denunciare e perciò quando lo fanno vanno sostenute, corretto? Mai e poi mai hai preteso di controllare il suo conto corrente o i suoi investimenti (sempre che li abbia), vero?
Hai avuto la stessa libertà delle tue sorelle e stai concedendo alla tua figlia femmina la stessa libertà di suo fratello: stesso orario di ritorno a casa per esempio...
Non hai mai pensato che se è stata stuprata se l’è andata a cercare perché non avrebbe dovuto bere, drogarsi, vestirsi così, stare fuori fino all’alba...
E non hai mai ritenuto che Grazia sia un giornale solo per femmine e che per questo debba occuparsi solo di argomenti per femmine, come la violenza sulle donne, appunto.
Sicuro?
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