«Isterica», «uterina», «instabile» sono aggettivi abbondantemente usati per le donne. Non li ho mai sentiti riferiti a un uomo.

«Isterica», «uterina», «instabile» sono aggettivi abbondantemente usati per le donne. Non li ho mai sentiti riferiti a un uomo. Anche se l’uomo in questione è completamente labile, al massimo verrà definito «tormentato».
L’aggettivo «saggio» si riferisce sempre a grandi vecchi di sesso maschile, di una grande vecchia si dirà al massimo che «è ancora bella».
Sarà per questo che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non ha inserito nessuna signora tra i 10 saggi che lo aiuteranno a formare un nuovo governo.
Si va dallo storico Gaetano Quagliariello al giurista Luciano Violante, al vicepresidente del Parlamento europeo Mario Mauro fino al presidente dell’antitrust Giovanni Pitruzzella, ma neppure
una donna.
Che davvero in Italia non esista neppure una signora saggia? Sono tristemente certa che si tratti di un automatismo.
Napolitano non s’è ricordato
che esistono tante donne di talento. Allora ben vengano le quote rose, per far sì che gli uomini non se lo dimentichino.
Bene farebbe il ministro francese della cultura, Aurélie Filippetti, a nominare la direttrice
del museo di Lione, Silvie Ramond, alla guida del Louvre. Filippetti è bersagliata dall’accusa di aver scelto Ramond solo perché è una donna, non perché
è la più brava di tutti. Capovolgete la situazione: mettete che il direttore del museo di Lione sia un uomo. Nessuno si sognerebbe di criticare il ministro perché
lo nomina solo in quanto di sesso maschile.
Ci sono tanti uomini di scarso talento in ruoli di potere e nessuno si chiede se siano i più bravi di tutti.
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