Sara Serraiocco: Sono qui per sfidarvi
L’attrice Sara Serraiocco a soli 26 anni ha conquistato Cannes e ora sbarca al Lido: Una carriera lampo costruita su ruoli che spiazzano gli spettatori. «perché», dice a Grazia, «Se un personaggio non è strano, mi annoia»
Sara Serraiocco è un’attrice che ama sorprendere. Tre anni fa, ancora sconosciuta, conquistò il Festival di Cannes nel ruolo della ragazza non vedente del film Salvo. Tra qualche mese, in Brutti e cattivi, la vedremo nella parte di una rapinatrice senza braccia. E presto, alla Mostra del cinema di Venezia, farà scalpore con il film La ragazza del mondo di Marco Danieli (alle Giornate degli Autori, il 7 settembre) in cui interpreta un personaggio spiazzante: Giulia, una giovane Testimone di Geova che, per amore di uno spacciatore (l’attore Michele Riondino), mette in discussione se stessa e l’appartenenza alla comunità fino a compiere scelte estreme, sconvolgenti. È una delle rare volte in cui il cinema racconta da vicino i Testimoni di Geova, i loro rituali, le loro regole rigidissime. «Ma non mi aspetto contestazioni, il film è onesto e documentato», mi spiega l’attrice quando la incontro. «Quanto a me, non ho mai amato i personaggi facili o scontati».
Per capire il mondo di Sara, bisogna entrare in sintonia con la bellezza un po’ misteriosa dell’attrice. Sembra la musa ideale del cinema d’autore che se la contende e la premia: tra i numerosi riconoscimenti, anche il Nastro d’argento e il Globo d’oro. E pensare che a Pescara, dov’è nata 26 anni fa, da adolescente faceva la ballerina classica. Ma l’amore per il cinema ha cambiato i suoi piani e la sua vita.
Il suo ruolo in La ragazza del mondo non è facile: come si è preparata?
«Ho parlato a lungo con una giovane che aveva lasciato volontariamente la comunità. Ho anche frequentato come auditrice le riunioni dei Testimoni di Geova».
E che idea si è fatta di quella realtà?
«Ho capito che all’interno del gruppo ci si sente protetti, come in una famiglia. In una società sempre più individualista, credo che sia un motivo di richiamo».
Lei è religiosa.
«No, non sono credente».
Il suo personaggio le somiglia?
«Giulia ha la mia stessa curiosità intellettuale, la voglia di porsi domande. Non accetta le regole senza capire. Come me».
Giulia mette in gioco se stessa e rischia tutto per amore: lei ne sarebbe capace?
«Non saprei. Ma la scelta estrema del mio personaggio è motivata dall’esigenza di emanciparsi. Si serve dell’amore per trovare un’identità e perciò affronta lo strappo dal gruppo».
Anche a lei è capitato di vivere un distacco traumatico?
«Sì, a 19 anni, quando ho lasciato Pescara e sono andata a Roma, da sola, per fare l’attrice. Sono molto legata alla famiglia, è stato doloroso».
Quale dote, a parte il talento, la porterà lontano?
«La determinazione. Quando mi metto in testa un obiettivo, non mollo».
Il lavoro frenetico le lascia spazio per l’amore?
«Oggi sono innamorata, ma abito da sola. Ho una storia che va avanti da qualche tempo e funziona».
Potrebbe sfociare in un matrimonio?
«Per il momento non se ne parla, sono giovane».
Nella sua vita ha sofferto per un uomo?
«Ho amato molto e tutto quello che ho provato, nel bene e nel male, l’ho riversato nei miei personaggi».
C’è un risvolto negativo del successo? Magari la infastidisce la curiosità nei confronti della sua vita privata?
«Non l’ho mai percepita. A chi vuole che interessino i miei fatti personali? Sono sicura che la gente preferisca vedermi sullo schermo».
Spesso interpreta ruoli che spiazzano gli spettatori: è una sua scelta?
«Cerco la sfida. Se un personaggio non ha un risvolto inaspettato, un po’ strano, rischio di annoiarmi».
Dopo tanti film drammatici, non le piacerebbe una commedia?
«Ne ho appena interpretate due. In Non è un Paese per giovani di Giovanni Veronesi, che si svolge a Cuba, ho fornito una prova fisica spericolata. Non posso anticipare nulla, ma sarà una sorpresa per tutti. Anche Brutti e cattivi, diretto da Cosimo Gomez, è una commedia. Mi sono molto divertita».
Che cosa è rimasto, in lei, della ragazzina di Pescara?
«I valori basilari della vita. E la paura di perdere quello che mi sono conquistata».
Come si immagina tra una decina d’anni?
«Al futuro non penso mai. Mi piacciono talmente i miei 26 anni che vorrei fermarmi a godermeli. A tempo indeterminato».
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