Papà, cambiate
Un’imprenditrice spagnola, Monica de Oriol, ha causato scalpore perché ha dichiarato: «Preferisco assumere donne sotto i 25 anni o sopra i 45 perché, in mezzo, c’è il problema».
Un’imprenditrice spagnola, Monica de Oriol, ha causato scalpore perché ha dichiarato: «Preferisco assumere donne sotto i 25 anni o sopra i 45 perché, in mezzo, c’è il problema». Il problema sarebbe la maternità e Oriol, che peraltro di figli ne ha sei, è stata additata come l’ennesima donna nemica delle altre donne.
Io credo che abbia detto in modo diretto ciò che molti datori di lavoro evitano di esplicitare. E cioè che le aziende spesso preferiscano assumere padri e non madri poiché non si assenteranno per congedi, ore di allattamento, permessi, non chiederanno part time semplicemente perché delegheranno alle mamme la cura dei figli.
Io però direi che si tratta di cultura aziendale. Più è avanzata, più valuterà le nuove assunzioni esclusivamente in base al curriculum, non alla differenza di sesso e all’età. È al momento di avanzare nella carriera che le cose cambieranno.
Lo dimostrano ogni giorno
le storie delle donne intorno a me. Lo riassumono le statistiche: per l’85 per cento delle donne la maternità comporterà una limitazione alla crescita professionale
e addirittura il 21 per cento mollerà il lavoro dopo
la nascita di un figlio.
Non stupisce allora il crollo delle culle in Italia: - 65 mila nel 2013. Quelli che devono cambiare (prima delle aziende, prima degli asili nido, prima degli sgravi fiscali, dei servizi di mensa, dei trasporti, eccetera) sono loro: i papà.
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