La prima cosa da fare
L’Italia si è ufficialmente candidata per ospitare le Olimpiadi del 2024 e in molti hanno obiettato: «Una follia, ruberanno tutti, sarà un banchetto per la corruzione». Capisco: in piena inchiesta sul malaffare a Roma sembra l’ultima cosa da fare, invece può essere la prima.
L’Italia si è ufficialmente candidata per ospitare le Olimpiadi del 2024 e in molti hanno obiettato: «Una follia, ruberanno tutti, sarà un banchetto per la corruzione». Capisco: in piena inchiesta sul malaffare a Roma sembra l’ultima cosa da fare, invece può essere la prima. Rinunciare sarebbe una dichiarazione di rassegnazione. Significherebbe ammettere di non essere capaci di sperare. Vorrebbe dire che, contro la corruzione, la nostra ricetta è non investire più a Roma. Invece correre per i Giochi è un progetto di speranza, vuol dire puntare sulla concretezza, su nuove opportunità, nuovi posti di lavoro, credere, anche con i conti in rosso, nel riscatto di una città biasimata dal mondo. Mi ha colpito il titolo di un giornale inglese: “La corruzione di Roma sorprende pure gli italiani”. Sottintendeva che siamo abituati alla corruzione.
E invece questa potrebbe essere l’occasione per gareggiare in trasparenza con il resto del mondo, dando un’immagine limpida dell’Italia e magari, partendo svantaggiati, vincerla, questa gara. Nel 2024 mia figlia avrà 12 anni, spero che conosca l’emozione della magica atmosfera dei Giochi olimpici nel Paese dove è nata e che, nel frattempo, è diventato ottimista.
E invece questa potrebbe essere l’occasione per gareggiare in trasparenza con il resto del mondo, dando un’immagine limpida dell’Italia e magari, partendo svantaggiati, vincerla, questa gara. Nel 2024 mia figlia avrà 12 anni, spero che conosca l’emozione della magica atmosfera dei Giochi olimpici nel Paese dove è nata e che, nel frattempo, è diventato ottimista.
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