La morte del romanticismo dura esattamente 3 ore e 40 minuti
Ero piena di buoni propositi. Il sondaggio del sito mi aveva turbato: le donne non credono più all’amore? Che errore, ma io vi avrei convinto che il cinismo non paga. Poi però ho letto che...
Ma procediamo con calma. Tutto è cominciato (come peraltro vi abbiamo raccontato settimana scorsa nella nostra tradizionale riunione di redazione) quando Francesco, il nostro “agente” online, ci ha comunicato i risultati di ben due sondaggi. Il primo chiedeva: vale ancora la pena di investire sugli uomini? Ben il 72 per cento delle risposte erano state negative. Qualcuno però aveva buttato lì l’ipotesi che la domanda poteva essere stata fraintesa, quell’“investire” poteva essere stato preso come un fatto economico...
Insomma, per dissipare ogni dubbio, abbiamo elaborato un secondo sondaggio, ancora più esplicito e più direttamente sentimentale: l’amore trionfa sempre? E, per non esagerare in ottimismo, il “sì” aveva anche una piccola aggiunta che diceva: o almeno lo spero. Niente da fare: l’82 per cento delle donne ha detto no. L’82 per cento... ma vi rendete conto? Un plebiscito, una condanna a morte di ogni romanticismo. Mi apprestavo quindi a scrivere il mio editoriale, pronta a far valere le ragioni del cuore e a sposare la causa che il rapporto uomo e donna va difeso, nonostante tutto... Quando l’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, pubblica il suo ultimo rapporto sulla vita quotidiana delle persone, in tutto il mondo, e stronca ogni mia buona volontà.
Perché che cosa viene fuori, per l’ennesima volta? Che le donne, in Italia, lavorano gratuitamente più di cinque ore al giorno, mentre i loro compagni non superano i 100 minuti. Stiamo parlando dei cosiddetti “lavori di cura”, che vanno dal pulire la casa al cucinare, oppure, che so, prendersi cura di bambini, anziani, insomma fatica e tempo non pagato che gravano quasi esclusivamente sulle spalle delle donne. Peggio di noi sono messi solo India, Messico, Turchia e Portogallo. E lasciate perdere i Paesi del Nord dove si sa che l’uguaglianza tra i sessi è un dato di fatto insieme all’assistenza alle famiglie, ma basta guardare alla Francia o alla Gran Bretagna per essere prese dallo scoraggiamento, perché comunque lì il gap tra uomini e donne non supera le due ore (da noi, a conti fatti, è di tre ore e quaranta).
Per confortarci (si fa per dire) ci sono però due, piccole, buone notizie: la prima è che, rispetto agli Anni ’90 quando il lavoro domestico era svolto all’80 per cento dalle donne, ora la quota è arrivata al 71. Grazie mille, ma sappiamo di meritarci di più. La seconda è che le italiane vanno in pensione prima delle colleghe straniere e ci restano più a lungo, ma conoscendo l’entità delle pensioni delle donne non è che proprio ci sentiamo confortate. Insomma, ve l’ho detto, ero piena di buona volontà, volevo convincervi a ricominciare a credere in quel famoso “due cuori e una capanna”, ma... questa capanna, cari uomini, va spazzata e non è scritto nella pietra che spetti a noi tutti i giorni! Quindi, le cose devono cambiare e voi dovete darci una mano (nel senso letterale della parola) per accelerare il processo.
E chissà che, facendo insieme la lavatrice o spolverando la libreria, non si riscopra il piacere di essere una coppia.
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