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La madre vivrà non so come

La madre vivrà non so come

foto di Silvia Grilli Silvia Grilli — 13 Marzo 2014

Ho guardato la pagina Facebook di Eda Copa, la donna di origine albanese che a Lecco ha ucciso a coltellate le tre figlie, ha ricomposto i loro corpi sul talamo nuziale, poi le ha vegliate per quattro ore.

Silvia Grilli

Ho guardato la pagina Facebook di Eda Copa, la donna di origine albanese che a Lecco ha ucciso a coltellate le tre figlie, ha ricomposto i loro corpi sul talamo nuziale, poi le ha vegliate per quattro ore.

Ci sono solo e sempre foto delle sue bambine. Le chiama “la mia bellezza”. Scrive: “Sono tutta la mia forza”. Cita una poesia intitolata A Mio Figlio: “Sai, amore mio? È per te che mi sono rialzata ogni volta”.
Eda Copa era stata lasciata dal marito. Aveva perso il quarto figlio. Era sprofondata nella depressione. Ha confessato di avere ucciso Simona, Keisi e Sidny per evitare loro un futuro di dolore intollerabile, per impedire che diventassero, ha detto, prostitute. Potremmo trovare la ragione della strage nella solitudine, fare appello alla mancanza di una rete familiare, ma io penso che questa tragedia sia la variabile impazzita, che sfugge al controllo sociale.

Un figlio riesce a dare anche ai genitori più disperati la forza di andare avanti, è una promessa di felicità. Bisogna non vedere più nulla, essere accecati dalla depressione per accanirsi sulle persone più fragili che più hanno fiducia in noi, i tuoi figli che credono che tu non li tradirai mai. Perché sei la loro roccia, la loro mamma.
Questa madre senza più figli è viva. Come potrà continuare a vivere, io non lo so.

© Riproduzione riservata

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