GIORNO
NOTTE
  • In evidenza
  • Grazia Phygital Awards

    Grazia Phygital Awards

    Grazia Phygital Awards

  • SHOP GRAZIA

    SHOP GRAZIA

    SHOP GRAZIA

  • #BADALADA

    #BADALADA

    #BADALADA

  • GRAZIA FOOD

    GRAZIA FOOD

    GRAZIA FOOD

  • Skin Longevity

    Skin Longevity

    Skin Longevity

  • Speciale Mostra Cinema di Venezia

    Speciale Mostra Cinema di Venezia

    Speciale Mostra Cinema di Venezia

  • Canali
  • Moda
  • Bellezza
  • Lifestyle
  • Factory
  • People
  • Casa
  • Magazine
  • Shopping
  • Oroscopo
  • Magazine
  • La cover della settimana
    ABBONATI
    • Pubblicità
    • Contributors
    • Condizioni
    • Privacy
    • Privacy Policy
    • Cookie Policy
    • Notifiche push
    • Gestione dei cookie
    • © 2025 REWORLD MEDIA S.R.L. - Sede Legale VIA BIANCA DI SAVOIA 12 - 20122 MILANO - Codice Fiscale e Partita IVA: 12693020963 - riproduzione riservata

Grazia

Stai leggendo:

Magazine

Il pericolo dei «ma»

Il pericolo dei «ma»

foto di Silvia Grilli Silvia Grilli — 22 Gennaio 2015

E dopo la commozione, le manifestazioni oceaniche di solidarietà, le scritte “Je suis Charlie” che hanno invaso il mondo, è arrivata la condanna.

Silvia Grilli

E dopo la commozione, le manifestazioni oceaniche di solidarietà, le scritte “Je suis Charlie” che hanno invaso il mondo, è arrivata la condanna.
La vittima è diventata carnefice. In Niger, Giordania, Pakistan, Cecenia e altrove folle enormi hanno manifestato contro il giornale satirico diventato simbolo della libertà di espressione.
Ma più che le piazze aizzate nel mondo islamico, mi fanno impressione i commenti, che circolano tra di noi, dei gruppi del «ma»: «Va bene la libertà di parola, ma non esageriamo»; «Credo nella libertà di espressione, ma non di offesa».
Lo ha sostenuto in qualche modo anche Papa Francesco, però lui è un leader religioso ed è comprensibile ritenga inaccettabile che la fede sia ridicolizzata. Ma tutti gli altri? Mi dispiace per le vittime di Parigi.
Charlie Hebdo era un giornale speciale, esercitava la satira in modo totale, prendeva in giro tutti: i cattolici, gli ebrei, i musulmani, i neri, i bianchi, gli eterosessuali, i gay, ogni tipo di essere umano, senza differenze.
Quelle persone sono morte perché usavano una matita. Se s’iniziano a fare distinguo sulla libertà di espressione, questa cessa di essere libertà. Ma soprattutto, e questa è la cosa più grave, se comincia a passare il messaggio che se la siano cercata, si finisce per giustificare chi li ha assassinati.

© Riproduzione riservata

© Riproduzione riservata

Magazine Scopri altri articoli di Magazine
  • IN ARRIVO

  • «Perché nessuna Flotilla vuole liberare le ragazze afghane o i bambini ucraini?»: l'editoriale di Silvia Grilli

  • Grazia 31 del 2015

  • Chanel rilascia il primo teaser in vista del debutto di Matthieu Blazy

  • «Ciak, si cresce!» è il metodo per fare del cinema un vero guru

Grazia
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Contributors
  • Pubblicità
  • Opzioni Cookie
© 2025 REWORLD MEDIA S.R.L. - Sede Lagale Via Fantoli 7, 20138 Milano - Codice Fiscale e Partita IVA: 12693020963 - riproduzione riservata