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Magazine

Ho scoperto la potenza dei desideri

Ho scoperto la potenza dei desideri

foto di Claudia Catalli Claudia Catalli — 6 Settembre 2024
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Sul tappeto rosso della mostra del Cinema è arrivata come Fanny, l’amore irraggiungibile di Giacomo Leopardi, nella miniserie sul poeta. Con Grazia GIUSY BUSCEMI parla dell’importanza di lottare con forza per i propri sogni. Per lei sono stati la corona di Miss Italia, la carriera d’attrice e i suoi tre figli. Ma questo, dice, è il momento in cui le donne non devono arrendersi sul traguardo decisivo, quello della parità

Dodici anni fa l’idea di fare l’attrice le sembrava impossibile. «Chi viene da una piccola realtà come me pensa che certi sogni siano irraggiungibili», dice a Grazia Giusy Buscemi, che di sogni, a 31 anni, ne ha già coronati almeno tre.

Il primo risale al 2012, quando vinse il titolo di Miss Italia. Il secondo, diventare attrice, è partito subito dopo e ha incontrato presto il favore del pubblico con serie televisive come Un passo dal cielo, I Medici e Vanina Guarrasi. Il terzo, più importante di tutti, lo vive ogni giorno: «Ho una famiglia meravigliosa e tre figli che amo (Caterina, 6 anni, Pietro, 4, Elia, 2, avuti dal marito regista Jan Michelini, ndr)».

Se n’è appena aggiunto un quarto: essere stata per la prima volta alla Mostra del Cinema di Venezia con il progetto del cuore, la miniserie Leopardi-Il poeta dell ’infinito di Sergio Rubini (in dicembre su Rai Uno), in cui interpreta l’amore irraggiungibile del poeta, la contessa Fanny Targioni Tozzetti.

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Chi è la sua Fanny?

«Una raffinata donna dell’Ottocento, amante della pittura e della letteratura. Ho imparato a parlare in un modo singolare, con l’afflato romantico. Ma è anche una donna moderna, ricca di sfumature: dolce e materna con le figlie, sa essere anche spregiudicata».

Le somiglia?

«Poco. Di mio le ho dato la malinconia, che sento da qualche parte, come desiderio di desiderare».

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Fanny è una donna con un alto livello di istruzione, cosa rara per le donne all’epoca e in certe parti del mondo ancora oggi: in Afghanistan alle donne è vietato accedere alla scuola, perfino parlare in pubblico. Che cosa ne pensa?

«Privare le donne di tutto questo è follia. La possibilità di studio è necessaria come l’aria per un essere umano».

Trova che nell’Italia di oggi le donne siano libere?

«Hanno individuato la strada della libertà. Non sono ancora libere del tutto, lo diventeranno quando il pensiero collettivo sarà veramente libero anche da parte degli uomini. Sento che ci stiamo arrivando, c’è grande apertura, più parità nei ruoli».

Al cinema, intende?

«Se penso ai miei ultimi progetti da protagonista, e in generale, mi sembra che finalmente le storie di donne stiano aumentando. Mi fa piacere, è ora di raccontare il punto di vista delle donne».

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Le è mai capitato, come alla sua Fanny, di essere contesa tra due uomini?
«Non che io sappia. Fanny fa una scelta che non condivido, mira all’uomo affascinante e non empatizza con l’enorme sentimento di Leopardi, che è pazzo di lei. Per me è l’esatto contrario, di un uomo mi seduce sempre il cervello. Al posto di Fanny avrei scelto Leopardi, anziché l’amico Ranieri, senza dubbio».

Che cosa può insegnare oggi Leopardi alle nuove generazioni?
«Il desiderio. Sbaglia chi a scuola lo assimila come poeta pessimista e sfigato: Leopardi era un uomo che sapeva vivere all’altezza del suo desiderio, senza compromessi. Un poeta appassionato che più di tutti si è fatto domande fondamentali sulla vita. Tuttora le sue poesie hanno la forza di gridarci la grandezza del nostro desiderio e i giovani possono sentirlo vicino proprio per i quesiti esistenziali così estremi e forti».

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Parliamo delle sue maestre: a chi sente di dover dire grazie?

«Devo tantissimo alle donne che mi hanno incoraggiata a desiderare in grande. Penso alla mia amica Benedetta, ma anche a mia madre, una donna che si è sempre completamente dedicata alla famiglia, seguendo me e mio fratello Antonio con totale dedizione. Lavorativamente parlando, non avrei mai fatto questo mestiere senza l’attrice Fioretta Mari, che una sera mi ha detto: “Devi fare l’attrice”. Io non ci avevo mai pensato».

Come mai?

«Se cresci in un paese di 12mila abitanti tendi a pensare che i sogni rimarranno tali e io da pragmatica pensavo a cose che si potessero avverare. Miss Italia è stata l’occasione per mettermi in gioco».

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Da allora a oggi che cosa ha imparato?

«A essere ambiziosa: è bello alzare l’asticella, chiedere il massimo e stupirsi di se stesse. Con Fanny mi sono stupita, è il personaggio di cui sono più soddisfatta».

Si dice mai: “Brava”?

«Mi chiedo sempre di più come mamma, moglie e attrice, non mi soffermo mai abbastanza a dirmi che in fondo vado bene così. Non sono una che si compiace, la vita è troppo breve per stare ferme sugli allori, mi rimbocco le maniche e penso alla prossima sfida»

Foto di RICCARDO GHILARDI

Styling di VANESSA BOZZACCHI

© Riproduzione riservata

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