Enrica Guidi: «La gelosia non è sexy»
Nella serie tv I delitti del BarLume Enrica Guidi è la barista che tiene sulla graticola l’attore Filippo Timi. Nella vita, invece, è da poco tornata single. «Con un uomo possessivo», dice, «non può esistere complicità»
«Sogno il red carpet, il matrimonio». Come si fa a non rimanere conquistati da tanta sincerità? Enrica Guidi, 30 anni, l’attrice che senza troppi giri di parole mi rivela le sue aspirazioni, è una ragazza spiritosa, vivace e, puntualizza, «orgogliosamente provinciale». Sono proprio queste qualità che l’hanno portata sul set di I delitti del BarLume, la serie ispirata ai romanzi polizieschi dello scrittore Marco Malvaldi (pubblicati da Sellerio), la cui terza stagione andrà in onda su Sky Cinema dall’11 gennaio con la regia di Roan Johnson. Enrica, nata e cresciuta a Rosignano Solvay, in provincia di Livorno, una laurea in Scienze motorie, lunghi ricci, corpo magrissimo, forme prorompenti, interpreta l’ultrasexy Tiziana, la ragazza del bancone che tiene sulla graticola un pugno di maschi: l’ombroso barista-investigatore Massimo, interpretato da Filippo Timi, il fidanzato bambinone Marchino (l’attore Paolo Cioni), gli arzilli vecchietti che tra una briscola e un bicchiere tentano di risolvere i “casi” più intricati che hanno come sfondo l’immaginaria cittadina di Pineta.
Da Parigi, dove si è temporaneamente trasferita per perfezionare il francese e seguire un master di doppiaggio, Enrica mi racconta di aver ottenuto il ruolo rispondendo a un annuncio su internet in cui si cercava «una ragazza toscana bella e atletica». Praticamente il suo identikit.
Quanto le somiglia Tiziana?
«Come me viene dalla provincia, ha il mare dentro ed è una sognatrice. Ma le analogie finiscono qui. Il mio personaggio cerca la stabilità e si accontenta di una vita senza sorprese, io invece sono più inquieta. Una pallina da flipper».
È facile tenere sulla graticola Filippo Timi?
«Non tanto. Il suo Massimo è un tipo tosto, follemente attratto da me, che lo ricambio. Quando mi vede ha mille fantasie erotiche. Come attore Filippo è molto generoso. È una forza della natura, ha un’energia che contagia tutti. Il primo giorno mi ha detto: “Fidati di te stessa” e io sono andata come un treno».
Anche nella vita lei tiene in scacco gli uomini?
«No, non ho mai avuto il piede in più scarpe. Troppo faticoso, verrei scoperta immediatamente».
È fidanzata in questo momento?
«No, dopo due convivenze finite male sono tornata single. Credo nell’amore e nella complicità di coppia, ma non sopporto la gelosia e il possesso, proprio gli elementi che hanno contribuito a chiudere le mie storie. Ora l’abito bianco non è una priorità: meglio pensare alla carriera».
Ed è un vantaggio essere sexy?
«Non mi sono ancora resa conto di esserlo. Sentirmelo dire mi imbarazza. Per sedurre preferisco puntare sull’ironia tipica di noi toscani».
Se le dico che mi ricorda l’attrice Sabrina Ferilli è contenta?
«Come potrei non esserlo? Sabrina è una grande professionista e una donna bellissima. Ma ognuna ha la sua personalità e i paragoni lasciano il tempo che trovano. Credo nella forza individuale».
Ma un modello di carriera ce l’ha?
«Adoro l’attrice francese premio Oscar Marion Cotillard: è versatile, creativa, spazia dalla commedia al dramma. Vorrei sapere osare come lei, mi piacerebbe crescere artisticamente senza limiti. Sono molto ambiziosa».
E quali sono le qualità che, secondo lei, le permetteranno di sfondare?
«La testardaggine che ho ereditato da mia madre nata in Sardegna: quando fisso un obiettivo, prima o poi lo raggiungo. Inoltre sono autoironica, di indole buona e non mi prendo troppo sul serio: fino a qualche anno fa pensavo che fosse una debolezza, poi ho capito che è un valore».
Che predispone anche, mi perdoni la franchezza, alle delusioni che nel suo ambiente non mancano.
«Nel mio mestiere vince chi resiste senza lasciarsi abbattere. Sono gioiosa ed entusiasta, andrò lontano».
Con quali argomentazioni convincerebbe il prossimo regista a scritturarla?
«Mi mostrerei molto sicura di me e ribalterei i ruoli chiedendogli per prima: “Con quali argomenti vuoi convincermi a girare il tuo film?”».
Mi sbaglio se penso che è abituata a condurre il gioco?
«Se devo essere sincera, mi capita spesso. E mi piace: nei rapporti interpersonali sono un tipo di testa».
Anche in amore pretende di tirare i fili?
«Adoro essere corteggiata, ma la tecnologia non aiuta. Impone relazioni all’insegna della velocità e tutto diventa più superficiale, frettoloso. Sono su Instagram per necessità, nel mio lavoro è indispensabile, ma mi sento la persona più anti-social del mondo. Un periodo di disintossicazione digitale farebbe bene a tutti».
Sa che rischia di essere giudicata all’antica?
«Pazienza, ma non posso vivere sempre connessa o, peggio, uscire con il caricabatterie nella borsa come fanno tutti».
Che cosa le piace fare, Enrica, al di fuori del lavoro?
«Viaggiare, studiare e accogliere con gioia tutto il bello della vita, senza avere aspettative o fare piani. Ma, come le ho detto, sono ambiziosa e ho una grande forza di volontà. Otterrò dei risultati».
Ama la moda?
«Non seguo le tendenze, ma mi diverto a osare, mescolando stili e colori. Non rinuncio mai agli occhiali da sole e ai cappelli. Più che attenta alla moda, sono eccentrica».
Che cos’è che la fa arrabbiare?
«Chi mi manca di rispetto. Chi fa il furbo. La mancanza di onestà e trasparenza mi manda in bestia».
Abitando a Parigi, non teme di perdere delle occasioni di lavoro?
«No. Se un regista mi cerca, bastano due ore di aereo per tornare a Roma. È il motivo per cui non mi trasferirei a Hollywood: è così lontana».
Nemmeno troppo, penso, per un tipo dinamico come Enrica. Fidatevi, non si fermerà facilmente.
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