Lo scrittore di bestseller John Grisham si è dovuto scusare per avere difeso in un’intervista chi scarica materiale pedopornografico.

Lo scrittore di bestseller John Grisham si è dovuto scusare per avere difeso in un’intervista chi scarica materiale pedopornografico. «Le prigioni americane sono piene di gente della mia età, 60enni che magari una sera, dopo aver bevuto, vanno online e spingono il bottone sbagliato», aveva detto, riducendo il reato a gesto casuale.
Le reazioni alle sue parole erano state durissime. Giustamente, a mio parere, perché chi scarica pornografia minorile si rende complice di un crimine gravissimo, e cioè della violenza sui bambini abusati e sfruttati per girare quei video.
L’autopsia ha rivelato che la piccola Fortuna Loffredo, sei anni, precipitata da un balcone a Napoli, aveva subito ripetute violenze sessuali. Un anno e mezzo fa un altro bambino di tre anni, Antonio Giglio era morto cadendo dallo stesso palazzo.
Fortuna, e Antonio vivevano entrambi in un quartiere ghetto dove le madri si prostituiscono per pochi euro e dove i bambini sono piccoli adulti dall’infanzia rubata.
Il New York Times magazine ha raccontato la storia di una ragazzina di 9 anni, Nicole, violentata continuamente dal padre, che poi postava le immagini su internet.
Il racconto della sofferenza di questa bambina era così forte, la descrizione degli abusi subiti così vivida, che io non posso fare a meno di pensare che chiunque guardi pornografia infantile debba pagare la pena per la sua complicità.
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