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Cate Blanchett: «La mia vita è un treno in corsa»

Cate Blanchett: «La mia vita è un treno in corsa»

È la protagonista di Truth, il film che il 16 ottobre aprirà la Festa del Cinema di Roma, ma anche la diva più imitata e la musa di un profumo sensuale. A Grazia l’attrice premio Oscar parla di quando fa da mamma alla bambina che ha adottato, dei momenti in cui canta a squarciagola in auto e del perché ha deciso di non guardarsi mai allo specchio

cate-blanchett

È una delle ultime attriciad avere l’allure delle grandi dive di Hollywood. Ma c’è anche un lato inedito e privato di Cate Blanchett: quello di una mamma piena di tenerezza per Edith, la neonata che, a 46 anni, ha voluto adottare, aggiungendola alla sua tribù di tre figli maschi. «Io e mio marito Andrew siamo innamorati persi della piccola», ha dichiarato la star australiana. «Nel mondo ci sono moltissimi bambini che non hanno avuto la fortuna di avere una famiglia che si occupasse di loro. E siamo felicissimi di avere accolto Edith tra di noi». Ma Cate riserva altre sorprese.

Sarà lei a inaugurare sul grande schermo la sera del 16 ottobre la 10ª edizione della Festa del Cinema di Roma. Ad aprire la rassegna, che andrà avanti fino al 24 ottobre, sarà Truth del regista statunitense James Vanderbilt, la più recente prova d’artista di Cate, una première europea contemporanea all’uscita negli Stati Uniti. È un intrigo giornalistico e politico in cui l’attrice interpreta la combattiva Mary Mapes, reporter e produttrice del programma 60 Minutes del canale Cbs che, nel 2004, realizzò una clamorosa inchiesta sul presidente uscente George W. Bush. Il rapporto investigativo, uscito a due mesi dal voto per la Casa Bianca, sosteneva la tesi che l’uomo politico si fosse “imboscato” da giovane per evitare di partire per la Guerra del Vietnam. Ma l’indagine, per quanto solida e documentata, mancava della prova schiacciante. E così Mary Mapes venne licenziata e, dopo poco tempo, diede le dimissioni anche il noto conduttore Dan Rather, interpretato nel film da Robert Redford. Chi era all’anteprima al Festival di Toronto giura che vedremo «la miglior Cate Blanchett di sempre». Altri sentono odore di Oscar per lei, a due anni dalla statuetta come migliore protagonista per Blue Jasmine del regista Woody Allen. In attesa di scoprire la verità, la ritroviamo come testimonial del profumo Sì di Giorgio Armani, protagonista della nuova campagna e di un video girato dalla regista iraniana Massy Tadjedin.
Qualche anno fa una rivista inglese mi aveva incaricato di intervistare una serie di star per scoprire come avessero speso il loro primo cachet. Lo chiesi anche a Blanchett, che mi disse: «Un abito Giorgio Armani che ancora ho e che ancora indosso».
Se invece le chiedi, ora che è di nuovo mamma, come fa a tenere tutto insieme nella sua vita di interprete, moglie, madre, lei diventa pungente: «A un attore maschio nessuno fa mai questa domanda. Si pensa ancora che la donna sia la titolare delle incombenze familiari. E se per caso non lo è, vuol dire che c’è qualcosa che non va». L’argomento è delicato.

Si dice, però, che lei stia per seguire negli Stati Uniti suo marito, il regista e sceneggiatore Andrew Upton, 49 anni. È vero?

Leggi il resto dell’intervista sul numero di Grazia in edicola questa settimana

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