Cara, dove vai?
La top model più seguita ha sorpreso tutti dichiarando che lascerà la moda per il grande schermo. «Gli abiti non sono mai stati la mia passione, la recitazione sì», conferma a Grazia. E mentre debutta al cinema da protagonista, confessa di aver già pensato a un piano B
«Quando andavo in collegio ero la regina degli scherzi. Il mio preferito era fare disegni con la penna a henné sulla faccia dei miei amici che dormivano».
Ride di gusto la top model Cara Delevingne, con la sua voce profonda e una postura un po’ sguaiata, mentre rievoca come da ragazzina, prima di diventare la it girl contesa dai marchi più prestigiosi della moda, fosse un vero maschiaccio. Ora tutti si chiedono se quel suo «I am not doing fashion work any more» («Non lavoro più per la moda»), detto durante un’intervista al settimanale del Times di Londra, sia uno dei suoi scherzi o sia davvero la più sorprendente delle scelte della 23enne britannica. Che ha aggiunto: «Fare la modella mi ha fatto sentire un vuoto dentro».
Nell’attesa di capire se qualcuno le farà cambiare idea, magari sua sorella Poppy, modella anche lei, o il suo mentore, lo stilista Karl Lagerfeld, o la sua fidanzata, la musicista St. Vincent, Cara arriva al cinema. Sarà Margo, la protagonista del film Città di carta (nelle sale dal 3 settembre), tratto dal bestseller di John Green, una ragazza che scompare dopo avere trascinato il vicino di casa Quentin (Nat Wolff) in una scorribanda notturna. «Margo è uno spirito libero come me: anche io amo l’avventura e adoro le esperienze nuove. Invece di pensare a qualcosa, preferisco farlo», dice Delevingne.
Il presente di Cara è sempre più vicino a Hollywood: dopo Città di carta la vedremo in Pan (in novembre) al fianco di Hugh Jackman, poi in Tulip Fever con Christoph Waltz e in London Fields con Johnny Depp e Amber Heard. Quindi sarà in Suicide Squad e nel film di fantascienza Valerian di Luc Besson. Nessuna esordiente proveniente dalle passerelle ha avuto un avvio di carriera tanto folgorante. Insomma, se il suo è un addio al mondo della moda, il grande schermo sembra già la sua seconda casa.
Come mai si sta allontanando dalle passerelle?
«Non ho voluto diventare una protagonista della moda, ma quando ci sono capitata, ho cercato di imparare il più possibile. Non ho mai avuto un debole: per me vestirmi era solo mettere qualcosa addosso. E poi la mia passione è sempre stata la recitazione».
Quando l’ha capito?
«Avevo 5 anni, interpretavo la Madonna in uno spettacolino di Natale e dovevo recitare un lungo monologo. Sono rimasta rapita dalla reazione del pubblico: vederli sorprendersi, piangere, ridere mi ha fatto sentire viva. In quel momento ho deciso che nella vita avrei dovuto intrattenere le persone».
A quell’età com’era?
«Mi piaceva osservare gli altri e vivevo nel mio mondo. Desideravo essere qualcun altro. A scuola adoravo le lezioni di danza e di recitazione. Poi, a 13 anni, ho chiesto ai miei di avere un agente».
Se col cinema non funzionasse, avrebbe un piano B? Tornerebbe a sfilare?
«No, magari proverei con la musica. Ho iniziato a suonare la batteria a 9 anni e mi ha fatto molto bene, perché a quell’età ero iperattiva, quindi potevo sfogare tutta l’energia che sentivo dentro. Ora, se mi arrabbio, vado a scaricare i nervi picchiando sulle percussioni. Per me è come meditare».
Che differenza c’è tra lo stare davanti all’obiettivo di un fotografo e quello di un regista?
«Puoi dire tante cose con una foto, ma molte di più con un film. Quando scatti una foto devi sapere bene dov’è la macchina, per guardarla nel modo giusto. Nel cinema invece il lavoro è sapere sempre dov’è la cinepresa, ma dimenticartene. Non è facile».
Adesso si sente più sicura sul set?
«Sì, ma faccio sempre fatica a riguardarmi sullo schermo, sono la più grande critica di me stessa».
Su Instagram lei è seguita da oltre 16 milioni di persone, eppure posta foto provocatorie e dice sempre quello che pensa senza filtri. Non ha proprio limiti?
«Trovo che limitarsi sia un’enorme perdita di tempo. Conosco persone che si preoccupano sempre di ciò che fanno e dicono. Io non amo essere diversa da ciò che sono. Perciò pubblico quello che voglio. L’unico vero confine che rispetto è quello che riguarda la mia privacy».
Come ci si sente a essere idealizzati da così tanta gente?
«Venire messi su un piedistallo è il prezzo della fama, ma anche la cosa più assurda del mondo. Tuttavia è bello sapere che tante persone ti ascoltano: spero d’influenzare positivamente i giovani per spingerli a essere se stessi. Comunque, anch’io ho i miei idoli».
Posso chiederle chi sono?
«Meryl Streep, Judi Dench, Julianne Moore. Adoro Angelina Jolie perché, oltre a essere un’ottima attrice e a impegnarsi nel sociale, è riuscita a diventare una regista. Adoro le donne incredibilmente forti».
Di recente ha recitato in The Face of an Angel, che indaga sull’omicidio di Perugia e la morte della studentessa inglese Meredith Kercher. Pensa che Amanda Knox, la studentessa accusata dell’assassinio, sia colpevole?
«Non lo so, se fossi in grado di parlare con lei magari potrei farmi un’idea. Ma non voglio esprimere giudizi».
A novembre la ritroveremo nel film Pan. Chi è per lei Peter Pan?
«Un personaggio che ho sempre amato, perché è meraviglioso riuscire a conservare il proprio lato infantile. Le persone più intelligenti che conosco hanno questa caratteristica».
Per finire, qual è la cosa di cui ha davvero bisogno?
«Non posso fare a meno delle mie lezioni di yoga quotidiane: ho talmente tante idee in testa che lo yoga mi serve per farmi tornare alla realtà».
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