C’è qualcuno che odia le feste e riesce a convincermi?
Volevo parlare del Natale, ma ero in crisi. Perché io sono una fan scatenata di feste e clima natalizio e rischio l’effetto retorica. Allora ho chiesto aiuto al sito di «Grazia» , per sentire qualche parere contro...
Tutto è cominciato quando ho pensato che questo sarebbe stato l’ultimo numero prima del 25 dicembre. Mi sono seduta di fronte al computer e dopo 30 secondi, sconfortata, ho mollato il colpo. Perché non riuscivo ad articolare un discorso sul Natale che non fosse un inno entusiasta di tutto, dalle luminarie per le strade ai regali, dal cenone agli alberi o al presepe.
Vi dico solo che di questi giorni mi piace tutto, persino la frenesia della gente che affolla i negozi, il traffico impazzito, per non parlarvi del fascino morboso che hanno su di me renne e angioletti. Cerco di tenermi, ma alla fine addobbo la casa in maniera davvero kitsch e ogni anno l’albero rischia di schiantare sotto il peso di centinaia di palline, a partire da quelle fatte da mio figlio quando andava all’asilo (vorrei ricordarvi che mio figlio, nel frattempo, ha quasi finito il liceo...).
L’altra mia ossessione è che compro regali tutto l’anno man mano che vedo qualcosa che mi ricorda qualcuno. Qualche volta addirittura preparo già il pacchetto con il rischio poi di non ricordarmi più cosa c’è dentro e soprattutto per chi è. Ma non c’è problema: spacchetto e rifaccio.
Anche perché, come una vera professionista, ai primi di dicembre allestisco una sorta di tavolo da lavoro con carta, nastri, tutto quello che mi occorre e ogni sera mi diverto come una pazza ad aggiungere a ogni pacchetto fiocchi, stelline, dediche. Quando ho capito che dalla mia penna (è un computer, lo so, si fa per dire...) non sarebbe mai uscito niente di meno banale di quello che ho appena scritto, ho lanciato un sos sul nostro sito Grazia.it chiedendo aiuto, consigli, commenti sul Natale.
Meglio se negativi. Non è stato facile perché la magia piace a tutti e poi noi, si sa, siamo delle ragazze sentimentali. Però ho scoperto un sacco di gente che, per esempio, detesta il cenone. Perché si mangia troppo. Perché c’è il cappone, mi scrive una vegetariana. «E anche perché», spiega un’altra «a casa mia si litiga con metodo su tutto, dal menu alle posate».
Un uomo non sopporta il Natale perché i genitori gli hanno insegnato che è una festa “americana” (?!) e consumista. Molti, invece, non sopportano i parenti, soprattutto quelli a cui piace il gioco del “quando”: quando ti laurei? quando trovi lavoro?, quando ti sposi?, quando hai intenzione di diventare mamma?... La più simpatica è la lettrice che, desolata, scrive: «Da quando ho scoperto che Babbo Natale non esiste, non ha più senso».
Qualcuna ci ricorda che Natale è anche una festa religiosa (giusto). Olivia racconta invece che da anni lei il 24 parte per missioni di volontariato: Sudan, Angola, Congo, quest’anno la Bolivia, dove andrà ad aiutare alcune scuole disagiate. Mentre, tenera, Lucilla dice che la vigilia di due anni fa è stata lasciata dal fidanzato.
L’anno successivo, però, sempre la vigilia ha incontrato quello che tra pochi mesi sarà suo marito: se non è magia questa... Infine Daniela conclude: «L’atmosfera di Natale mi dà sempre un po’ malinconia, ma anche speranza. E io comincio a fare pulizia delle cose che non vanno». Buona idea: e se aderisse l’intero Paese?
Felice Natale, dal più profondo del cuore, a tutti!
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