Arriva alla Mostra del Cinema di Venezia nel ruolo di una star tenebrosa che seduce Valeria Golino. Invece, fuori dal set, Adriano Giannini conquista parlando poco ed evitando le luci della ribalta. Nel frattempo, dice a Grazia, aspetta la donna giusta: «Per salpare in barca con lei e smetterla di fare il baby sitter ai figli degli altri»

Con quei suoi occhi verdi sognanti, il fisico atletico e l’aria da canaglia gentile, Adriano Giannini sembra nato per sedurre. Infatti, nel film Per amor vostro di Giuseppe Gaudino, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia l’11 settembre, l’attore romano, 44 anni, ha il ruolo di un tenebroso divo delle soap e fa cadere tra le sue braccia la protagonista Valeria Golino, moglie infelice di un camorrista e madre di tre figli. Ma nella vita come si comporta con le donne?, domando subito ad Adriano quando lo incontro. «Mai calcolato i tempi e le strategie della conquista», mi risponde l’attore, piuttosto divertito. «Per sedurre punto sullo sguardo, ovviamente, ma soprattutto sui silenzi e sull’attesa. Non amo essere invadente».
Stato attuale: da un paio d’anni, dalla fine della storia decennale e ultra-discreta con una restauratrice di nome Maria, Giannini non è fidanzato. «Ma per favore, non scriva che sono single: fa tanto sfigato», mi chiede con un sorriso disarmante. «La solitudine mi pesa fino a un certo punto. Ho imparato ad apprezzare i vantaggi e i piccoli piaceri della vita da uomo indipendente. Di trovare un’altra compagna non ho nessuna fretta».
Spesso scelto per interpretare personaggi torbidi o al di fuori della legge (come l’anno scorso, nel bel film di Michele Alhaique Senza nessuna pietà), Adriano è nella realtà un uomo riservato, quasi timido. E, a dispetto del suo mestiere, è tutt’altro che presenzialista. Non corre e non sgomita sui red carpet, anche se la sua carriera procede spedita. Sta per cominciare le riprese della fiction Rai Boris Giuliano e, a partire
da novembre, su Sky, tornerà in terapia dallo psicoanalista Sergio Castellitto, nella seconda stagione della serie In Treatment: in coppia con la “moglie” Barbora Bobulova, cercherà di salvare il matrimonio sempre più in crisi. Nel frattempo ha girato film in Cina, in Sudamerica e medita di continuare sulla strada della regia: un cortometraggio lo ha già diretto (Il gioco, nel 2009) e il secondo è imminente.
«Il mio lavoro mi diverte ogni giorno di più», confessa. «Spero di continuare con la stessa passione». Sembra ieri quando suo padre, il grande attore Giancarlo Giannini, 73 anni, esclamava: «Sei matto!», nel momento in cui Adriano gli comunicava di voler abbandonare il lavoro di operatore cinematografico per passare davanti alla cinepresa. Non avrebbe potuto immaginare, il celebre genitore, che quel figlio troppo bello per essere solo un tecnico avrebbe sfondato come attore e nel 2002, protagonista al posto suo di Swept Away-Travolti dal destino, il remake del celebre film Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, avrebbe addirittura schiaffeggiato Madonna (protagonista nel ruolo già interpretato da Mariangela Melato). Quel set speciale, sotto il sole della Sardegna, Adriano non l’ha mai dimenticato: ecco perché, con lui, è impossibile non parlare della popstar che, ieri come oggi, continua a essere al centro dell’attenzione.
È ancora in contatto con Madonna?
«Dopo Swept Away ho continuato a sentirla e a vederla di tanto in tanto. È rimasto tra noi un rapporto di simpatia. Con lei e Guy Ritchie, all’epoca suo marito e regista del film, mi sono trovato benissimo. Ero sbarcato sul set in preda al terrore, convinto che quei due mi avrebbero schiacciato sotto il peso della loro celebrità, invece ho trovato un clima familiare e accogliente. Madonna non se la tirava per niente, quella che ho conosciuto io era una persona normalissima e simpatica».
Qualcuno sostiene che, ora che ha 57 anni, l’ex “Material Girl” dovrebbe ritirarsi: lei che cosa ne pensa?
«Per carità, Madonna è un animale da spettacolo, sembra nata per stare in scena. E la vedo ancora in gran forma. Sarà solo lei a decidere come e quando lasciare. Dico ai detrattori e agli invidiosi: non è rottamabile solo perché ha 57 anni o perché una volta è ruzzolata dal palco. Un incidente può capitare a chiunque».
E con Valeria Golino, altra primadonna, come si è trovato?
«È una persona affascinante e, per molti aspetti, misteriosa. La conoscevo da tempo, ma non avevo mai girato un film con lei. In Per amor vostro interpreto un personaggio ambiguo, dall’animo inquinato, e decido di sedurla mosso da secondi e ben poco nobili fini. Sul set mi sono lasciato andare e ho seguito le magie di Valeria. Anche nelle scene erotiche».
E ce ne sono molte?
«Diciamo quelle indispensabili».
È sempre stato così discreto, o la sua è una tattica di difesa?
«Gli attori si dividono in due categorie: gli esibizionisti e i timidi».
E lei sarebbe?
«Io appartengo alla seconda, un po’ per carattere, un po’ perché ho imparato da mio padre e da mia madre (l’attrice e regista Livia Giampalmo, ndr) che la semplicità, anche nel nostro lavoro, è tutt’altro che un handicap».
Che cos’altro le hanno insegnato i suoi genitori?
«A rispettare il mestiere e, allo stesso tempo, a tenerlo a una sana distanza. “Impara e stai zitto” è la prima cosa che mi hanno detto quando ho cominciato a lavorare come operatore, a 18 anni. Da papà ho capito presto che il cinema è un bellissimo gioco, ma va fatto con serietà. Non c’è posto per il divismo».
Va d’accordo con lui?
«Certo, ci vediamo spesso e il nostro rapporto è sempre stato sereno, anche quando ero adolescente. Prima che me lo chieda, la informo che non abbiamo mai litigato. Eppure tutti si sono sempre sentiti in dovere di domandarmi se andavamo d’accordo. Come se il conflitto fra noi fosse obbligatorio. Tutto questo ci fa sorridere».
Anche se non le piace sentirselo dire, lei è un sex symbol e ha molte fan. Che cosa deve avere una donna per piacerle?
«Una sana identità femminile, deve sentirsi felice nella sua pelle. Ma deve essere soprattutto buffa. E autentica. Pochi tacchi, poca lacca, poco trucco e poche griffe: ecco la mia compagna ideale».
Allora, temo che dovrà cercarla lontano dal suo ambiente.
«Se mette il fondotinta e i tacchi a spillo solo sul red carpet, mi va bene anche un’attrice. Ma nell’intimità, via tutti gli orpelli. Voglio una donna vera».
Da come ne parla, immagino che sfilare sul red carpet per lei sia una tortura. È così?
«Lo ammetto, un tappeto rosso non è il posto più esaltante della mia vita. Preferisco starmene sugli scogli, magari aspettando di vedere passare i delfini. Ma a Venezia e agli altri festival cinematografici vado volentieri: mondanità a parte, rappresentano un’occasione d’oro per incontrare le persone che fanno il mio stesso mestiere. Papà mi racconta che un tempo la gente di cinema si scambiava le idee e i progetti a cena, invece oggi ognuno va per la sua strada e per parlarsi bisogna andare ai festival».
Quali sono i suoi interessi al di fuori del lavoro?
«Gioco a tennis e, se perdo, com’è successo ieri, ci resto malissimo. Porto a spasso i miei due cani e, ogni volta che posso, vado in barca. Il mare è la mia vera passione».
Che cosa si aspetta dal futuro?
«Di continuare a lavorare con sempre maggiore impegno e divertimento, possibilmente all’estero. Ho un agente in Sudamerica, vorrei girare altri film in Cina, ho fondato una casa di produzione. Vedremo. In Italia, purtroppo, l’industria dell’audiovisivo è un po’ indietro rispetto al resto del mondo».
Ma sul piano personale, quali sono i suoi sogni?
«Vorrei vivere di più a contatto con la natura. Se ci rivedremo tra un anno, spero di poterle raccontare che ho passato molti mesi in mezzo al mare. Ma so già che il lavoro non me lo permetterà, ho tanti progetti».
Non vorrebbe una famiglia?
«Le confesso che un figlio mi piacerebbe da morire. A dire la verità, ne vorrei quattro o cinque. Sarei un papà bravissimo, adoro il mondo dei bambini, lo capisco bene. Per ora sono un perfetto baby sitter dei figli degli amici, in un futuro prossimo vorrei coccolare i miei».
Lettrici di Grazia, siete avvertite. Via il mascara, ai piedi le ballerine e avrete qualche chance di conquistare questo antidivo che, tra un film e l’altro, sogna una famiglia. Se lo merita, non credete?
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