Ethan: rompere le regole tramite la Metamorfosi
Scattare un servizio fotografico con Ethan è come vedere una performance. Il suo corpo segue una musica che è solo sua e ipnotizza chi guarda, appropriandosi degli abiti che indossa come fossero costumi di scena adatti a comunicare un messaggio allo spettatore.
Questa conoscenza e accettazione del proprio essere, sia esteriore che interiore, è la forza che muove la ricerca dell'artista italiano dalle origini brasiliane e che lo hanno portato a pubblicare Metamorfosi Vol.1, il primo capitolo di un percorso nella sua storia personale e musicale.
Alle infusioni e percussioni del Brasile si aggiungono i beat della dance berlinese, il tutto cucito assieme dallo stile melodico italiano, in un mix esplosivo che prende la sua forma più completa e concreta nei concerti live.
Scoprite insieme a noi il ritmo e la poetica di Ethan e perdetevi nel suo mondo fatto di istinto ed emozioni.

Total look FENDI
Raccontaci la tua storia. Quando hai capito che cantare era quello che volevi fare?
Uno dei primi ricordi che ho legati alla musica è sicuramente da piccolo, associabile ai miei otto, nove anni in cui fingevo di esibirmi davanti allo specchio con le spazzole di mia madre usata come microfono. Passavo moltissimo tempo in casa con lei e cercavo di riprodurre in realtà quello che poi vedevo su YouTube. Passavo le ore guardando performance e video di artisti che cantavano dal vivo e cercavo in qualche modo di immedesimarmi, di identificarmi un po' in quello che facevano loro. Era uno spazio solo mio e ne ho un ricordo lucidissimo.
Da lì ho iniziato a cantare e a capire che era qualcosa che mi faceva stare davvero bene. Una delle poche cose da bambino che mi rendevano, e mi facevano, sentire veramente Ethan in quel momento.


Total look FENDI
In Giovane Cuore raccontavi le tue origini brasiliane e la tua storia personale, come ritroviamo queste radici nel tuo nuovo lavoro Metamorfosi?
Il mio papà è brasiliano e sono sempre stato molto molto legato al Brasile, però fino a Giovane Cuore non ero mai riuscito a trasmutarlo in musica. Una volta o due l'anno andavo in Brasile, avevo un legame stretto con mio padre, ho sempre parlato portoghese, ho letto tantissime cose in portoghese, ho ascoltato molta musica portoghese, ma non avevo mai provato a comporre qualcosa di simile anche io, perché lo sentivo come un qualcosa di molto lontano.
In Giovane Cuore mi sono dato l'opportunità di sperimentare, portare questa eredità nella mia vita e farla diventare qualcosa di identitario. Ho iniziato in particolare con NOITE E DIA, che è il primo pezzo che ho scritto in portoghese e che ho anche pubblicato, e credo che sia stato un po' l'apripista rispetto a quello che è Metamorfosi, che è ancora più legato a tutto il mondo del Brasile.
La scrittura autobiografica diventa il fil rouge che c'è tra i due album. Parlo molto di me, delle mie esperienze, di quello che vivo e del modo in cui percepisco il mondo attraverso i miei occhi, anche un po' grazie a questa parte di Brasile che adesso sento mia e che mi appartiene molto.


Jumpsuit THELATEST, maglia DEMIUR, scarpe SCAROSSO
Metamorfosi è una parola bellissima ma che potrebbe essere anche dolorosa, perché il cambiamento non è mai facile. Cosa significa per te? E perché è un Vol. 1?
Metamorfosi è una parola bellissima e anche molto dolorosa, è vero. Per me l'anno scorso è stato un momento decisivo, molto importante. Ho capito che non volevo più sottostare a delle norme prestabilite dall'industria, volevo cercare di dare spazio di più alla mia identità, sbagliando anche, capire che cosa mi appartenesse di più, che cosa assomigliasse di più a quello che voglio fare, a quello che ascolto, a quello che sono oggi.
È stato un anno di sperimentazione per liberarmi dagli schemi musicali secondo i quali un pezzo deve essere per forza scritto in un certo modo e dare spazio così alla mia creatività, avere più libertà in termini sia di sound design che di scrittura e di struttura della canzone. Soprattutto anche di inserire, come dicevo prima, molto Brasile. Molti pezzi sono quindi in portoghese, alcuni sono proprio metà in italiano, metà in portoghese, altri sono scritti in italiano con un sound però che ricorda un po' le mie origini brasiliane.
Ho cercato di fare un grande mix di quello che sono io. Questo processo è stato complesso e anche doloroso, perché tante volte ho rimesso in discussione cosa stessi facendo e ancora oggi purtroppo lo faccio. Credo faccia parte di quando decidi di fare qualcosa di nuovo e approfondisci la tua identità e poi ti trovi a renderlo "commestibile", comprensibile a tutti. Devi liberarti dalle strutture, ma allo stesso tempo cercare di far arrivare il messaggio anche alle altre persone e non renderlo troppo complicato. Questa per me è stata la parte più difficile, perché avrei voluto dare solamente spazio alla mia libertà espressiva, ma ho cercato di darle anche una forma fruibile.
Abbiamo diviso l'album in due parti, Vol. 1 e Vol. 2, perché non mi andava di rilasciare un album che poi sarebbe morto da qui a tre settimane. Purtroppo l'attenzione nella musica è veramente bassa e quindi ho preferito dare valore al mio lavoro e ad ogni pezzo di storia che ho deciso di raccontare. Anche dal punto di vista estetico e di significato per me aveva senso iniziare in un certo modo e poi finire con una sorta di cambiamento, integrando nella seconda parte altri elementi che magari nella prima non ci sono, proprio perché vengono da questa metamorfosi.
Non vedo davvero l'ora di condividere questo secondo capitolo a breve, probabilmente a maggio.


Total look DIOR
Qual è il brano dell’EP che senti più tuo e che ti diverte di più cantare?
Sicuramente Puta e FTTSP, un pezzo che ho scritto insieme a Nava, un'artista che stimo moltissimo. Sono i pezzi a cui forse sono più legato perché sono quelli che riflettono meglio il progetto. In Puta c'è una parte molto melodica italiana, poi una parte più energica, anche "violenta" volendo o comunque carica nel drop, tutta in portoghese per cui è proprio divertente da suonare.


Abito CALCATERRA, scarpe DOMENICO OREFICE
Da sempre porti avanti con la tua immagine e la tua musica un’idea di rappresentazione del mondo Queer molto esplicita, anche se in Italia sono pochi gli artisti che si sentono liberi di esprimersi davvero. Come vivi questa tua esigenza?
In un modo molto naturale in realtà. Non c'è niente di studiato, per me è semplicemente stare al mondo con la propria verità. Ci ho messo molti anni ad integrare nella mia vita la mia parte queer, ad accettarla, a farla una delle parti più sincere di quello che sono, per cui oggi è un po' in tutto quello che faccio, non solo nella musica, ma proprio nella mia vita, nel modo di pensare. È un modo di vivere, di decostruire certe strutture che ci vengono imposte socialmente.
Da quando da bambino ho fatto coming out, ho capito che avrei voluto vivere un altro tipo di vita e di conseguenza ora ho un altro modo di pensare rispetto a quello che socialmente, come dicevo prima, ci viene imposto. Per me è fondamentale che la mia .musica rifletta questa coerenza di base.



Abito ALYSI, pantalone THELATEST, scarpe SCAROSSO
Come vivi invece il palco e il momento del live? Come ti prepari?
Sono una persona abbastanza ansiosa, quindi il palco lo vivo in un modo molto particolare. Ho imparato che per me è importante mezz'ora prima di un concerto riuscire a distaccarmi un attimo dal contesto, ritornare un po' nel mio corpo, rifugiarmi nella mia mente e concentrarmi, andando a scavare nella mia intimità per poi riuscire a tirar fuori queste parti durante la performance.
Ma ammetto che ogni tanto bere uno o due bicchieri di vino mi aiuta!


Total look LOUIS VUITTON
Abbiamo scattato insieme un servizio moda molto particolare, qual è il tuo rapporto con la moda?
Più che rapporto con la moda lo definirei un rapporto con l'espressività, perché non sento il bisogno di essere necessariamente brandizzato da capo a piedi, ma piuttosto di utilizzare dei capi per rappresentare la mia identità e quello che io voglio esprimere in quel momento.
Ad esempio ci sono dei giorni in cui preferisco dare spazio alla mia femminilità, dei giorni in cui preferisco rappresentare la mia mascolinità, dei giorni in cui non voglio essere percepito, perché purtroppo o per fortuna succede anche questo.
I vestiti mi aiutano a far vedere una parte di me prima che io apra bocca e che canti, che performi, che stia parlando e anche qui torna quindi il concetto di essere coerente con quello che si è anche attraverso quello che si indossa.


Total look ANTONIO MARRAS
Ci sono dei personaggi che ti influenzano, che senti vicini da un punto di vista musicale e di stile?
Credo che nel 2025 sia impossibile fare qualcosa da zero. Siamo tutti influenzati da tutto e da tutti e siamo costantemente bombardati da stimoli, per cui sicuramente sì.
Non ho moltissime reference in Italia, ma mi piace il lavoro che sta facendo Joan Thiele sia musicalmente che nel portare la sua estetica. La stimo tantissimo nonostante sia un progetto molto lontano dal mio e molto diverso. In media cerco sempre di allontanarmi da quello che fanno gli altri per capire che cosa in realtà voglio rappresentare io, perché ognuno di noi ha una storia, ha un modo di raccontarsi, viviamo tutti cose diverse, anche se possiamo avere dei gusti comuni su qualcosa.
Faccio molta ricerca, ma allo stesso tempo cerco di andare ad attingere più dalla mia emotività per non copiare o essere influenzato, soprattutto perché anche a livello culturale ci sono moltissime cose che magari mi piacciono, ma che non sono affini a quella che è la mia cultura, e che quindi non posso rappresentare in termini proprio di appropriazione culturale.

Total look MOSCHINO
Cosa possiamo aspettarci dalle tue date live?
Aspettatevi... l'inaspettato! Sono molto mosso dalla mia emotività - come avrete capito - e quindi dipende molto da come sto e da come mi sento quel giorno. Ci sono dei live secondo me che sono più introspettivi, che sono più mentali, e ci sono altri live in cui magari ho semplicemente voglia di divertirmi, di dare spazio di più alla parte Brazilian Funk e quindi di ballare e lasciarmi andare.
In generale i live sono divisi in due parti, c'è una parte più riflessiva e una parte più movimentata. Abbiamo pensato insieme a MISTIICA, un artista con base a Berlino con cui sto lavorando, di andare a creare questa sorta di viaggio che porta con sè tutte le diverse influenze. Quindi si parte dalla musica melodica italiana, passando per il Nord Europa fino ad arrivare al Brasile. È come se fosse una sorta di viaggio in aereo per il mondo.
Mi piace anche dare molta importanza alla parte estetica, quindi sto lavorando con un artista per proiettare dei visual, perché secondo me aiuta tantissimo a fare entrare dentro al nostro mondo. Vorrei riuscire a dare alle persone che vengono a sentirmi un'ora di stacco dalla loro vita, farle perdere in modo ipnotico in quello che stiamo facendo, senza concentrarsi sui loro problemi.
Ecco, se una persona riesce anche solo per dieci minuti a godersi fisicamente e mentalmente quello che sta vivendo, io sono felice.

Potete vedere ETHAN in concerto:
- 19.04 Firenze, Circolo Vie Nuove (Viale Donato Giannotti, 13)
- 25.04 Perugia, Spazio Modu (Via Bontempi, 25)
- 26.04 Berlino, Kwia (Maybachufer 16)
CALENDARIO IN COMPLETAMENTO
Credits:
Creative Direction e produzione: Giuseppe Damato @giuseppedamato
Foto: Nicola Surbera @elsurbett
Stylist: Medina Gadzhi-Ismaylova @okovow
Stylist Assistant: Isabella Gao @isabellagao_
Grooming: Damiano Seminara @damiano_seminara using @charlottetilbury
Movement Director: Andrea Risso @andrearisso_
Sitting Editors: Sara Moschini e Daniela Losini
Social Media Contents: Elisa Pietrosanti @elisapietrosanti
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