Consuelo Perris: la mia vita tra profumi, lavoro di squadra e il futuro da immaginare
Consuelo Perris, italiana trapiantata a Monaco, è legatissima alle sue radici. Quando racconta la storia della sua famiglia, racconta delle esperienze che l’hanno formata a livello personale e olfattivo. Guida il marchio Alyssa Ashley del gruppo Perris, storica famiglia dedita al mondo della profumeria, e lo fa senza snaturare la sua essenza femminile che rivendica col desiderio di condivisione.
Partiamo dall’inizio, raccontiamo la storia della tua famiglia e di Alyssa Ashley.
Alyssa Ashley nasce nel 1969 all’interno di Houbigant, marchio di profumeria nato nel 1775 che ha realizzato il primo fougère rompendo la tradizione coi fioriti. Nei primi del 1900, Enrico Donati, artista surrealista, sposa l’ultima discendente della famiglia Houbigant e rileva l’azienda. Alyssa Ashley diventa importante perché lancia dei profumi non creati sulla classica struttura francese ma puntando su materie prime nobili. La mia famiglia ha acquisito Alyssa Ashley e Houbigant.
Alyssa Ashley ha creato un profumo genderless quando ancora questa definizione non esisteva…
Alyssa Ashley si è subito legato al mondo hippie che aveva valori di rivoluzione pacifica e di non distinzione netta tra i sessi. Anche il profumo non ha sesso e il mondo della nicchia lo sa bene. La distinzione tra fragranze maschili e femminili è stata fatta a livello di marketing quando i profumi hanno iniziato a legarsi alle grandi case di moda.
Quando si parla di profumi si parla anche di aspetti psicologici. Da laureata in psicologia, cosa ci puoi svelare di questo legame?
L’olfatto è l’unico senso legato direttamente al nostro cervello emotivo ed è importante per la nostra sopravvivenza. Pensiamo all’odore di bruciato, ci fa immediatamente capire che può esserci un pericolo. Si lega alla nostra parte animale e ha molto a che fare con la sensazione di piacere. Quando indossiamo un profumo che ci piace, sviluppiamo endorfine. Il profumo va scelto come un abito o un accessorio, accompagna la persona e l’abbigliamento. Oggi abbiamo la tendenza a personalizzare le fragranze. A me piace molto il layering che consente di esaltare e donare nuove sfaccettature alle fragranze.
Come sei riuscita a rendere contemporaneo qualcosa che ha solide radici nel passato?
Il mondo della profumeria è classico, ha i suoi caposaldi. Noi ci sentiamo vicini al mondo dell’arte avendo come padre Enrico Donati, uno dei surrealisti italiani più importanti. Lui stesso aveva disegnato la bottiglia di olio Alyssa Ashley. Per continuare questo racconto abbiamo scelto di lavorare con artisti che possono darci un’idea di cosa vogliamo comunicare con la fragranza, così ci inseriamo nel presente.
« Il profumo va scelto come un abito o un accessorio, accompagna la persona e l’abbigliamento »
Raccontare l’heritage come quello della tua famiglia che sfida ti pone? E come immagini il tuo brand tra 10 anni?
Credo che ci sia una forte tendenza del mondo delle fragranze a interessarsi ai profumi e alle essenze e non al packaging e ai testimonial. Le persone impareranno a distinguere la qualità di un profumo rispetto a un altro. Nel futuro continueremo a creare e parlare delle nostre fragranze perché è quello che sappiamo fare, è nel nostro Dna.
Come avviene il processo di creazione delle nuove fragranze?
Le fragranze possono nascere dall’ispirazione pura, come è successo per il primo fougére di Houbigant. Il naso Paul Parquet che lo ha creato, passava accanto a questi giardini parigini che emanavano un sentore di felce. La felce estratta però non ha quell’odore e quindi è stata creata una formula che lo imitasse. I profumi possono nascere da un’idea di un odore, partendo dalla ricerca e dallo studio di una particolare materia prima intorno alla quale si costruisce una piramide olfattiva. Qualche tempo fa sono stati fatti degli esperimenti con il patchouli in Polinesia: innestato sotto alle foglie di ylang ylang e poi estratto ha rivelato un’essenza diversa dalla stessa foglia piantata in Indonesia. Si fanno anche ricerche più commerciali, ad esempio nel mio pacchetto dei fioriti o di agrumati se manca l’aspetto più terreno o legnoso integriamo scegliendo la combinazione adatta. Quando costruiamo una fragranza facciamo almeno una trentina di prove, con continui aggiustamenti del grado alcolico e delle note. Creare un profumo è un vero e proprio lavoro di squadra.
Quali sono le tue note preferite?
Sono cresciuta con Musk. Musk è stato un profumo che ha saputo creare un’idea di sensualità discreta. Era il calore della pelle a far uscire le sue note ed è stato subito amore. Le mie amiche quando lo indossano mi dicono sempre che hanno la sensazione di avermi intorno anche se non ci sono.
Sei una persona alla quale piace il gioco di squadra, come sei organizzata?
Credo che uno dei problemi dell’industria sia il fatto che le donne per raggiungere determinati risultati siano costrette a snaturarsi e vengano giudicate su parametri prettamente maschili. Le strutture maschili sono più gerarchiche mentre le strutture femminili sono più di team e su quello noi puntiamo. Parlo di team perché ho una necessità di confronto costante, che amplia gli orizzonti.
Ci sono aspetti di cui si parla poco del mondo della profumeria?
Ci sono 3500 uscite di profumi l’anno e quando si entra in profumeria ci si rende conto che si ha bisogno di tutto tranne che di un nuovo profumo ma io continuo a scommettere su Alyssa. Sono andata a riscoprirne le origini proprio perché raccontano la capacità di cogliere il presente, è un brand classico ma che ha molto da dire nel futuro. Il nostro cuore è la ricerca.
Art Direction: Daniela Losini / Production: Ana Maria Matasel / Ph.: Marco Mezzani / Video: Valentina Pascarella @piccolissimofilm
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