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Casa

La casa sulle colline piacentine della designer Marina Sinibaldi Benatti

La casa sulle colline piacentine della designer Marina Sinibaldi Benatti

foto di Antonella Galli Antonella Galli — 19 Maggio 2015

Fotogallery La casa sulle colline piacentine della designer Marina Sinibaldi Benatti

  • casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 11 casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 11 La limonaia è stata pensata per accogliere ospiti e amici in totale relax; il divano e i tavolini sono della collezione Mondo di Cappellini, i paralume in midollino di Ikea.
  • casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 12 casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 12 Sulla collina. La villa si affaccia sulla campagna piacentina
  • casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 10 casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 10 Muri a vista. L’antica limonaia, adiacente all’edificio principale, è stata recuperata integralmente, lasciando a vista le pareti in mattoni e pietra
  • casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 15 casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 15 Camere eclettiche. Nelle stanze da letto, che occupano il primo piano dell’ala padronale del complesso, sono assemblati arredi antichi e complementi moderni come il divano letto di De Padova
  • casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti Voci dal passato. Una libreria di Cappellini nella sala dell’Archivio, su cui sono disposti in un curato disordine documenti, lettere, spartiti, biglietti e messaggi raccolti nelle case di famiglia
  • casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 06 casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 06 Rustica e pratica. La cucina a piano terra accoglie gli elettrodomestici essenziali (piani cottura Alpes Inox) ed è attrezzata con doppio lavello in marmo bianco. Il pavimento è in cemento. Sopra alla porta, un orologio di Kriptonite
  • casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 05 casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 05 Un verde ispirato. Ereditata da un ramo lombardo della famiglia, la credenza a parete della sala da pranzo risale al Settecento
  • casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 02 casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 02 Camere eclettiche. Nelle stanze da letto, che occupano il primo piano dell’ala padronale del complesso, sono assemblati arredi antichi, come gli armadi ottocenteschi, e complementi moderni
  • casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 09 casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 09 Camere eclettiche. Nelle stanze da letto, che occupano il primo piano dell’ala padronale del complesso, sono assemblati arredi antichi, come gli armadi ottocenteschi, e complementi moderni
  • casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 04 casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 04 Camere eclettiche. Nelle stanze da letto, che occupano il primo piano dell’ala padronale del complesso, sono assemblati arredi antichi, come gli armadi ottocenteschi, e complementi moderni
  • casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 03 casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 03 Tra antico e moderno. L’ampio edificio si snoda in stanze e corridoi, valorizzati nella loro struttura originaria, con pochi arredi emblematici e opere d’arte
  • casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 01 casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 01 Presenze silenziose. In uno dei salotti della villa il ritratto di un’antenata di famiglia domina la sala, arredata con divani rivestiti di tela bianca
  • casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 13 casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 13 La mia prima sedia a rotelle di Tòmas Ferreira Marques, giovane architetto di Lisbona
  • casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 08 casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 08 L’antica limonaia, adiacente all’edificio principale, è stata recuperata integralmente lasciando a vista le pareti in mattoni e pietra
  • casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 14 casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 14 Nelle stanze da letto che occupano il primo piano dell’ala padronale del complesso, sono assemblati arredi antichi, come gli armadi ottocenteschi e complementi moderni
  • casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 16 casa Piacenza Marina Sinibaldi Benatti 16 La villa si affaccia sulla campagna piacentina
  • Marina Sinibaldi Benatti Marina Sinibaldi Benatti Marina Sinibaldi Benatti, proprietaria e autrice del recupero del complesso
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Un antico complesso in disuso trasformato in una luminosa dimora country chic

Anticamente le comunità monastiche sceglievano con criteri precisi la posizione dei loro conventi: al sommo di un’altura, poco lontano dal borgo, ma a sufficienza per marcare la distanza.

Questo spiega la collocazione del palazzo di Marina Sinibaldi Benatti, artista e interior designer milanese, sulle colline del piacentino: convento dei frati minori (dal XIV secolo), poi degli eremitani, infine palazzo nobiliare, il complesso sorge poco distante da un centro abitato, su di un poggio da cui si ammira, nelle giornate limpide, l’arco delle Alpi a Nord, gli Appennini a sud e, nel mezzo, la grande Pianura. Il palazzo, composto da un corpo padronale con elegante torretta finestrata e da due ali laterali con cortile al centro (l’antico chiostro), è una casa di famiglia, vissuta in tutti i suoi spazi, compreso l’ampio parco con alberi secolari.

«Quando mio marito l’ha ereditata, la villa era disabitata e spoglia, come una tabula rasa», racconta Marina; «e questo, da un lato, è stato un bene. Ho potuto lavorare al recupero e alla riconversione più liberamente, anche se l’intervento ha richiesto otto anni». Marina Sinibaldi solo da alcuni anni si occupa professionalmente di progettare e arredare case; nella precedente fase professionale era una designer di gioielli: «Ho compiuto una svolta e ho scelto l’interior design, che svolgo con più libertà e con tempi meno frenetici. Progettare case è meno effimero e stressante», conferma.

Marina è anche e soprattutto un’artista, formatasi a Brera, che mai ha abbandonato il piacere di creare con le mani, di ricreare atmosfere, sensazioni, emozioni e ricordi. Recuperare la dimora di famiglia è stato come comporre poco a poco un dipinto fatto di luci, geometrie, sfumature, inventare una nuova identità della casa mixando un pizzico di romanticismo, una manciata di ricordi e una buona dose di spirito contemporaneo, concreto e ironico. «Il principio guida», rivela Marina Sinibaldi, «è stata l’idea di ospitalità: ho voluto creare ambienti in cui le persone, sia di famiglia, sia amici e ospiti, potessero sentirsi a proprio agio, piuttosto che in soggezione per la sontuosità del palazzo».

Tutte le stanze a piano terra, sia nel corpo padronale sia nell’ala laterale, sono per il giorno: salottini, sale da pranzo, la cucina e i locali di servizio, ma anche una biblioteca e una sala denominata Archivio, con cartine topografiche e antichi documenti. Diverse di queste stanze si aprono sia sul cortile sia sull’ampio parco cintato da un muro, su cui affaccia anche la limonaia, adattata a grande stanza verandata per il relax e il tempo libero. Le camere da letto sono al piano superiore, inanellate lungo i corridoi e servite da più rampe di scale. Al livello superiore si trova un ampio sottotetto, da cui si accede alla magnifica torretta.

Seguendo la sua sensibilità di artista, la Sinibaldi ha saputo valorizzare tutti gli ambienti con l’aiuto dei colori: un verde tenue nelle stanze dell’ala affacciata sul giardino, un azzurro fresco e rilassante nella parte padronale: «Sono tinte che ho scelto osservando la luce e l’atmosfera della casa nelle giornate estive: il verde è il riflesso del giardino, l’azzurro è dato dal riverbero del sole nei pomeriggi caldi. Ma per la stanza da letto principale, posizionata al centro della casa, ho optato per un rosso aranciato, come quello di un cuore che batte». Molti dei pavimenti sono in cemento; non vi sono orpelli e anticaglie, damaschi e frange, ma ogni cosa, dal rivestimento delle poltrone al mobile antico, è valorizzata nella sua essenzialità. Gli arredi storici convivono con pezzi contemporanei firmati (Cappellini, èDe Padova), complementi etnici (Bab Anmil) e mobili low cost (Ikea, High Tech).

Il fil rouge sono le opere d’arte (firmate anche dalla proprietaria) e curiosi manufatti catturati qua e là per il mondo, infine gli animali in rete metallica e a dimensione naturale dell’artista Benedetta Mori Ubaldini; presenze poetiche e ironiche, come l’asino che campeggia in una delle sale d’ingresso: «È stata la prima opera in rete di Benedetta» rivela Marina, «e riproduce un nostro vero asino».  

© Riproduzione riservata

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