StudioWok: l'architettura è giovane
Alla scoperta di un giovane studio che ha saputo, in poco tempo, ritagliarsi uno spazio importante nel mondo dell'architettura. Scoprite chi sono nella nostra intervista
L'architettura, soprattutto se si è in Italia, ricopre un ruolo molto importante ed è molto spesso legata ai soliti nomi rendendo difficile soffermarsi su talenti nuovi. Quest'oggi invece abbiamo voluto approfondire la conoscenza di Marcello Bondavalli, Nicola Brenna e Carlo Alberto Tagliabue o più semplicemente StudioWok.
In breve chi siete.
Il nostro è uno studio di architettura composto da tre giovani soci che condividono la passione per questo lavoro. Ci siamo conosciuti al Politecnico di Milano durante gli studi e abbiamo cominciato a lavorare assieme appena terminato di studiare. Nel 2009 con il nostro primo progetto abbiamo vinto un concorso per un complesso residenziale ad Assisi e da quel momento abbiamo deciso di fondare il nostro studio. Focalizziamo la nostra ricerca sull’architettura, il design e il paesaggio ponendo attenzione alla sostenibilità, alla qualità della residenza e dello spazio pubblico. Tutti e tre inoltre siamo coinvolti nella didattica al Politecnico di Milano.
Cosa rappresenta e cosa vuol dire essere (giovani) architetti oggi.
Quella dell’architetto è sempre stata una professione complessa e difficile ma la soddisfazione di vedere realizzato quello che progettiamo è il motivo che spinge noi architetti a continuare. In particolare, vedere l’impatto dei tuoi progetti sulla vita delle persone è un enorme stimolo ma, contemporaneamente è anche una grande responsabilità che spesso non viene percepita come tale.
Oggi essere architetto vuol dire avere a disposizione molti più strumenti, informazioni e stimoli rispetto a quanto accedeva nel passato ma allo stesso tempo c’è oggi molta standardizzazione e omologazione. Il segreto che spinge ad innovarti e ad avere una ricerca progettuale è la passione che ti porta ad approfondire sempre più i temi sui quali lavori. Nella nostra professione l’esperienza e l’età sono visti molto spesso come un requisito importante, per cui, essere un giovane architetto, significa cercare di dimostrare di essere all’altezza dei progetti che ti propongono. In Italia infatti si è considerati giovani fino a cinquanta anni ma come diceva Menandro, Non è necessario avere i "capelli bianchi per essere una persona assennata".
Un progetto che esprime al meglio la vostra passione.
Lavoriamo a diverse scale di progetti, da interventi urbani fino ad appartamenti senza mai perdere di vista la qualità del progetto. È ovvio che ci sono differenze tra un quartiere e una singola casa. Non abbiamo regole ma strumenti che ci guidano nell’approccio progettuale. La dimensione dell’intervento non pregiudica la capacità di progettare: fondamentale è avere come obiettivo la qualità dell’abitare e di vivere gli spazi progettati. Ernesto Rogers nella Carta di Atene del 1952 conia lo slogan Dal Cucchiaio alla Città scritto per spiegare questo approccio progettuale: la qualità del progetto deve risiedere in un oggetto di design, in un complemento di arredo, in un appartamento come in un grattacielo.
Per questo motivo ti parlo di due progetti che da questo punto di vista sono agli antipodi: un intervento urbano e un monolocale di 28 mq. Un progetto a cui siamo molto legati è un intervento residenziale a Udine. In questo progetto lo spazio pubblico, inteso come un campo di possibilità, ricopre una grande importanza. La nostra intenzione era di creare un luogo urbano attraverso una discontinuità rispetto al contesto. Lo spazio pubblico è cerniera tra la città e i nuovi edifici, il disegno del paesaggio gioca un ruolo decisivo nel rapporto tra edificio e natura. Abbiamo previsto diversi tipi di abitazioni così da intercettare diversi abitanti con differenti stili di vita. La qualità dell’abitare è al centro di tutto il progetto.
Anche nel batipin flat, un piccolo monolocale che abbiamo ristrutturato a Milano con un budget contenuto, alla base del progetto c’è la definizione di uno spazio flessibile che permette lo svolgersi di diverse attività all’interno della giornata. Due pareti in legno organizzano e abbracciano lo spazio e ospitano, come nel monolocale di Pozzetto, tutti gli arredi e gli impianti.
Una grande vetrata connette lo spazio interno con un terrazzino che affaccia su un giardino interno all’isolato, così da avere le chiome degli alberi come sfondo della vita all’interno della casa. Il bagno e la cucina sono invece due scatole colorate che fanno percepire lo spazio più grande della realtà. La scelta dei materiali, dei colori e il rapporto con il contesto esterno e la natura sono alla base della qualità dell’abitare anche in uno spazio ristretto.
Italia vs Estero.
In Italia essere architetto significa confrontarsi con un mondo professionale molto difficile. Siamo il paese al mondo con il più alto numero di architetti per abitante e questo significa molta concorrenza accentuata anche dalla presenza di altre figure professionali che possono esercitare le stesse funzioni come gli ingegneri e i geometri. All’estero c’è più considerazione dell’architetto e più valorizzazione della sua professionalità. Anche la semplificazione normativa all’estero permette una maggior qualità architettonica e un approccio più innovativo. Essere in Italia, comunque ti permette anche di confrontarti con dei paesaggi e delle città uniche al mondo per bellezza e per storia: quando questo non diviene un vincolo ma un occasione, possono essere create delle bellissime architetture.
Un architetto che vi ha ispirato.
Siamo molto legati al mondo dell’architettura milanese e del professionismo colto del secondo dopo guerra: architetti come Franco Albini, Ignazio Gardella, studio BBPR, Giulio Minoletti, Luigi Caccia Dominioni, Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti hanno realizzato edifici bellissimi e raffinati che dialogano con la storia di Milano essendo inoltre molto innovativi dal punto di vista architettonico. Molti loro edifici sono ancora moderni e contemporanei. Tutt’oggi, dopo 50 anni, dimostrano che quando l’architettura è di qualità resiste al tempo, alle mode e agli stili. Anche negli interni progettati da questi architetti si ritrovano la cura dei dettagli e dei materiali, lo studio delle forme, dei colori e dello spazio, tutti temi ai quali dedichiamo molta attenzione.
Credits foto: Federico Villa
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