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Grazia Buongiorno

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Buongiorno

Veronica Benini: «Il primo passo per riappropriarci della nostra vita»

Veronica Benini: «Il primo passo per riappropriarci della nostra vita»

Veronica-Benini

Dopo la pandemia tanti hanno dato le dimissioni per seguire le proprie aspirazioni o cambiare stile di vita. L’imprenditrice digitale Veronica Benini, in Rete nota come @spora, parla qui del fenomeno del “downshifting”, la decrescita felice che sta spingendo donne e uomini a realizzare il sogno di coniugare bisogni personali e scelte professionali

Non voglio questo lavoro. Non voglio questo lavoro adesso, non più. Quante volte ce lo siamo dette?
È questo che volevo? Questo lavoro è davvero quello che sognavo dieci anni fa? Mi dà le soddisfazioni professionali e personali che credevo? Molte persone, non soltanto le donne, si sono risposte, non con poca fatica e frustrazione, di no.

Dopo aver testato la flessibilità potenziale dello smart working avanza la voglia di qualcosa di diverso, anche se, tempo di qualità a parte, non sappiamo ancora “che cosa”. Il pensiero di fondo abbraccia molto più del mondo del lavoro: abbiamo capito che vogliamo ridisegnare la qualità della nostra vita, perché il posto di lavoro classico non ci basta più: ora sappiamo di poter vivere meglio. E a quel punto, a rigor di logica, la domanda seguente sarebbe: “Ok, e allora che cosa voglio, come lo voglio?” Non lo so! So soltanto che non voglio più questo lavoro!

Siamo qui, nel bel mezzo di un’affermazione potente che precede una decisione che non tutte hanno messo a fuoco. Questo desiderio di riappropriarci delle nostre vite e del nostro tempo viene definito “downshifting” o decrescita felice, ed è la grande riflessione che ha dato origine alla “Great Resignation” ossia le Grandi Dimissioni avvenute dopo questo periodo.

La nostra visione del lavoro è cambiata e dopo il “Non voglio più questo lavoro”, adesso dobbiamo agire per ridisegnare quello che vogliamo fare, con realismo e a fasi. Alla fine si tratta di far capire che è un “win-win”, ossia una vittoria per entram- be le parti. E per questo dobbiamo agire noi per prime proponendo una strategia che non tenga soltanto conto di quello che vogliamo noi, ma dei benefici che ne trarrebbe l’azienda grazie a noi in questo cambiamento. Si chiama negoziazione e, dopo tre generazioni di donne in ruoli assistenziali, siamo pronte per metterci a tavolino e decidere insieme.

Il fatto che sia una domanda che si fanno contemporaneamente milioni di donne amplifica la frustrazione riducendo la rosa di possibilità di ricollocamento: chi ha capito che stava meglio in telelavoro da freelance, o lanciando il proprio business online, è già passata all’opera inserendosi nel mercato, ma sarebbe avventato dare per scontato che ci sia posto per tutte, perché le dinamiche lavorative non si sono ancora adattate alla velocità con cui è cambiata la nostra percezione dei ruoli la- vorativi: osserviamo il Lavoro come un’entità, un mega mastodonte lento che sta ancora cercando di capire che cosa succede, anche se è già successo.

La crisi ci porta sempre a cambiare per bisogno di adattamento ed è arrivato il momento di vedere le falle come opportunità, mettendo insieme i nostri bisogni personali nelle scelte professionali perché sì: noi possiamo avere tutto, ma per averlo bisogna visualizzarlo, progettarlo, chiederlo e poi farlo. La domanda che ti pongo è: sei pronta a diventare parte attiva e propositiva invece di aspettare che succeda quello che vorresti?

Di Veronica Benini 

© Riproduzione riservata

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