Maria Beatrice Alonzi: «E ora provo a essere me stessa»

Una vita intera passata a cercare di mimetizzarsi, per essere come gli altri: a vestirsi uguali, pettinate uguali, con le stesse gonne che stanno bene solo a certe gambe, gli stessi pantaloni, che stanno bene solo a certi sederi, e le stesse camicie, che stanno bene solo a certe pance. Le stesse amiche, quelle più belle, gli stessi insegnanti preferiti, gli stessi bracciali, gli stessi zaini.
Una vita a cercare di farsi notare il meno possibile. Anche quando ti dicevano grassa o secca, o quattrocchi o ti schernivano per l’apparecchio ai denti o per l’acne. E quello che avresti voluto sarebbe stato sparire, per ricomparire, va bene, ma senza ciò che ti rendeva diversa. Diversa...
Come la vita che avresti voluto, da un certo punto in poi, perché quella che avevi ottenuto... Di chi era più? Era davvero tua?
Ma sei andata avanti, perché hai imparato a essere buona. Buona e brava, cosicché nessuno piangesse o si arrabbiasse o stesse male, per colpa tua. E a forza di tentare, ci sei riuscita a dimagrire un po’ o a fare quella vacanza lì o a prenderti quel voto e quella laurea o a vincere quel concorso.
Ma, nonostante questo, non lo sapresti spiegare bene (se te lo chiedessero), perché – in mezzo al collo – hai come piantata una sensazione che non se ne va mai: di essere sempre stata nel posto giusto al momento sbagliato. E viceversa. Perché tu, alla fine, volevi essere una bambina come tutte le altre, ma eri già più matura. Eri capace di metterti nei panni degli altri, sì, ma desideravi anche svagarti un po’, e invece avevi già troppe responsabilità.
E le persone che hai avuto accanto hanno sempre avuto troppo bisogno di te perché tu potessi scegliere diversamente.
E quindi alla fine hai scelto loro, per loro. Giusto?
E allora, perché quella pietra che senti in mezzo alla carotide non sembra volersene andare?
Ti sei mimetizzata così bene, per non scontentare nessuno, che sei diventata invisibile: per questo le tue esigenze non sembrano mai sufficientemente importanti. E vorresti essere vista, una volta tanto.
Apprezzata, amata, anche tu, per quello che sei. Ma i tuoi di panni li hai na- scosti: limando un po’ qua, cambiando un po’ là, sorridendo più forte, parlando più piano.
E quindi ora, proviamo a cambiare le cose.
Ti va? Prendi uno specchio, mettitici davanti, non scappare e di’ a te stessa questo: «Almeno per oggi, vorrei essere io. Qualunque cosa voglia dire».
E stacci nei tuoi panni, che sono magnifici. Credimi, io li vedo.
Ché la vita, d’altronde, è fatta di un oggi alla volta. Ok?
Di Maria Beatrice Alonzi
© Riproduzione riservata