Kendal: Grazie ai videogiochi batto i pregiudizi
Ha scoperto i videogame quando aveva 15 anni e si sentiva escluso dai coetanei. Da allora Kendal è diventato un campione delle sfide online. Qui spiega che nel mondo virtuale ha conosciuto tanti amici importanti. E per incontrarli anche in quello fisico ha appena scritto un libro
In tanti mi chiedono che cosa cerchino oggi i ragazzi nei mondi virtuali e che cosa si provi a immergersi per ore nelle avventure sempre più sofisticate dei videogame. So quello che cercavo io quando, più di 15 anni fa, ho cominciato ad appassionarmi e a giocare online: cercavo qualcuno simile a me.
Quando ero piccolo, i miei compagni di scuola non parlavano altro che di calcio, giocavano e a scuola discutevano delle partite del giorno prima. A me non interessava e di fatto ero escluso dai loro discorsi, invece amavo i film e i videogiochi. E per i ragazzi, allora come oggi, è molto facile entrare in una community con persone che hanno gli stessi interessi. È del tutto simile a uno scenario della vita reale, con la differenza che nel mondo virtuale puoi nascondere tutte le tue insicurezze. Non devi essere bello, alto o magro, né ricco né perfetto, devi solo giocare e divertirti. Per quelle due ore ti senti libero da pressioni e aspettative, se non quelle che avevo anch’io: vincere o arrivare alla fine del gioco.
E c’è un altro aspetto da non sottovalutare: le amicizie online. Gli amici che conosci giocando non ti giudicano, si parla soltanto del gioco. Io mi sono appassionato fin da subito al mondo di Minecraft, dove il limite lo pone soltanto la tua fantasia. Puoi creare un mondo fatato o imparare una lingua di programmazione, combattere altra gente dall’altra parte del pianeta o costruire con mattoncini a forma di Lego: il successo del gioco è proprio dovuto all’estrema libertà.
Online puoi essere chi vuoi e superare ostacoli di ogni tipo, crescendo impari a conoscere le persone che giocano con te e a riconoscere i pericoli, ma questo richiede anche una buona guida da parte dei genitori. Spesso i ragazzi amano guardare giocare quelli più bravi, per imparare trucchi nuovi, e guardano su YouTube i gamer. Anch’io ho cominciato così, grazie ai miei genitori che non mi hanno mai messo troppi paletti. Poi ho pensato: “Io posso fare meglio”.
A 18 anni ho aperto il mio canale e ho voluto conoscere gli amici con cui giocavo solo online. Mi sono accorto che non erano diversi da ciò che dicevano di essere. Tra loro c’era anche un’amica speciale che oggi è la mia fidanzata. La conferma della necessità di vedere dal vivo le persone con cui hai interagito in modo virtuale l’ho avuta alla presentazione del mio secondo libro, appena uscito (Alla ricerca della spada dell’infinito, ElectaJunior), dove c’erano più di mille persone che hanno comprato una copia.
La storia è un fantasy 4.0, il protagonista, Kendal, riceve la richiesta di aiuto di un misterioso personaggio, Player_#0, il primo giocatore di Minecraft ad aver visitato tutti i mondi possibili, rimasto intrappolato in uno di essi. In cambio, Kendal otterrà un aiuto per forgiare la Spada dell’Infinito, che può sconfiggere qualsiasi nemico. Leggere è importante, ma magari a dieci anni un classico da centinaia di pagine può risultare troppo difficile, meglio cominciare da libri più facili come i miei. Io porto il virtuale nel reale giocando con la fantasia.
Di Kendal (Testo raccolto da Alessia Ercolini)
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