What’s in my beauty bag diaries, il format social che dà voce a chi combatte contro pregiudizi e canoni imposti
Nella settimana della Beauty week milanese, l’evento dedicato alla cultura della bellezza e del benessere, non poteva mancare anche lo sguardo unico di Grazia che con un nuovo format social dal titolo What’s in my beauty bag diaries cerca, con la scusa della “beauty bag”, di esplorare temi che riguardano la bellezza non solo a livello cosmetico ma anche filosofico (un esempio: come può essere “rassicurante” il colore di un rossetto).
What’s in my beauty bag diaries: di cosa parliamo
Con What’s in my beauty bag diaries si vuole raccontare il significato della bellezza cogliendone tutti gli aspetti con l’obiettivo di tradurlo nel linguaggio comunicativo più adatto e inclusivo. Il concetto di bellezza è qualcosa di molto complesso; per questo, se lo scopo è voler catturare tutte le sfumature del bello, è necessario avere un atteggiamento di apertura nello sguardo sul mondo. Parliamo di sguardo perché la bellezza coinvolge per prima cosa il senso della vista. Lo sguardo è aperto quando vuole accogliere l’altro in tutta la sua interezza e quando riesce ad attivare un circolo virtuoso basato sulla reciproca fiducia: quello che prima non avevamo ancora incontrato con la vista non incute timore; al contrario, migliora la nostra percezione di ciò che riteniamo “bello” e la rende fluida, disposta al cambiamento nel tempo, mai fissa, mai stereotipata. La bellezza è nello sguardo dell’altro, erede di tradizioni, culture e narrazioni che possono essere difformi dalle nostre, e nonostante ciò, mai vissute in contrapposizione. La bellezza vuole indagare le sollecitazioni che lo sguardo riceve, gli stimoli che si traducono in esperienza e che possono arrivare da molteplici fonti: corpo, abiti, libri, film, viaggi e opere d’arte – per fare degli esempi- presi singolarmente o insieme, tutti in grado di produrre reazioni e rielaborazioni che cambiano da persona a persona.
Una nuova narrazione
Ecco perché il concetto di bellezza non è mai cristallizzato ma fluttua nel tempo modificandosi: è la bellezza di raccontare punti di vista differenti nel passato e nel presente immaginando il futuro. Questo è possibile soltanto dando spazio alle esperienze delle persone che vivono la necessità del cambiamento in modo attivo con la propria presenza fattiva e che lottano, allo stesso tempo, contro elementi discriminatori come la grassofobia, la xenofobia, la transomofobia, il sessimo, il maschilismo, il classismo e contro tutti i canoni di bellezza imposti che vogliono uniformare e non lasciar esprimere le individualità delle persone.
Un mondo con le sue contraddizioni
Il presente che viviamo è costellato da potenti transizioni e di grandi prese di coscienza collettive: per questo è fondamentale amplificare tutte le voci per evolvere e per elaborare le contraddizioni di questo mondo caratterizzato da posizioni a volte estreme. Come è possibile – è questa la domanda cruciale di questo momento storico – ridurre la distanza tra i claim antiaging e il messaggio di accettazione di sé che arriva da più parti? Come possiamo parlare di body positivity e allo stesso tempo fare uso di software che modificano la nostra immagine per farci apparire…migliori? Come possiamo essere inclusivi prima di tutto noi parlando a e di noi stessi?
Grazia.it cerca di approfondire questi temi con What’s in my beauty bag diaries: stay tuned!
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