Il primo ruolo lo ha avuto a 4 anni nella serie tv Una donna per amico, da lì l’attrice Beatrice Arnera, 22 anni, non si è fermata. Ora è al cinema nel film Non c’è campo del regista Federico Moccia.
Più avanti indosserà i panni della scontrosa Matilda in Addio fottuti musi verdi dei The Jackal e infine sarà bionda platino e tatuata nel film Matrimonio italiano di Alessandro Genovesi. A fine novembre, infine, è in scena al teatro Brancaccio di Roma con Aggiungi un posto a tavola.
A teatro la protagonista si innamora di un uomo “impegnato” e più grande. A lei è mai successo?
«Nel lavoro sono sempre circondata da persone più grandi e ho imparato a crescere in fretta osservando chi mi stava accanto. Se un sentimento è puro, l’età conta poco».
Le è piaciuto lavorare con Federico Moccia?
«Certo, da ragazzina ero fan di Tre metri sopra il cielo e innamorata dell’attore Riccardo Scamarcio. In più lo ringrazio per avermi fatto scoprire un’amica vera, la collega Neva Leoni. Le ho soffiato il ruolo di protagonista di Addio fottuti musi verdi, ma ci scherziamo sopra».
Non c’è nessuna rivalità tra voi?
«Mai. Sul set di Moccia il mio soprannome era “Mario”, perché faccio subito squadra con tutti. L’unica con cui ho sentito una certa competizione, ma sana, è mia madre, la cantante lirica Silvia Gavarotti. È il mio esempio di vita: bellissima, ha una voce pazzesca. È un modello duro da imitare».
Che rapporto ha con i social network?
«Nelle relazioni importanti è meglio condividere un bicchiere di vino».
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