Il trench: 5 cose che dovete sapere
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La storia e le curiosità sull'impermeabile più famoso della moda
Annoverato tra i capi più amati dal cinema e oggetto di culto per gli esperti di vintage, il trench attraversa epoche e si guadagna un posto nella Hall of Fame della moda. D’altronde Michael Kors lo aveva detto: «Metti un trench, e all'improvviso ti senti Audrey Hepburn che passeggia lungo la Senna». Oggi gli stilisti lo riportano in passerella con tessuti high-tech e colori audaci, senza però dimenticare la sua allure d’antan. Infatti, come avete letto nell’ articolo sulle anteprime invernali di Diana Marian Murek , una delle proposte per l’a/i 2012-13 arriva direttamente dagli anni 60: il trench 100% PVC nero.
Ecco 5 cose che dovete sapere sul trench:
1. Terminologia e origini: di derivazione inglese il termine trench (o anche trench coat) significa “cappotto da trincea”. Burberry è il nome che da sempre è associato agli impermeabili, ma la paternità del capo è ancora oggi contesa tra il brand inglese, Makintosh e Aquascutum. Al chimico scozzese Makintosh pare vada il merito di aver ideato e brevettato l’impermealizzazione nel 1823. Trent’anni dopo Aquascutum iniziò a produrre impermeabili per l’esercito britannico impegnato nella guerra di Crimea. Nel 1901 Thomas Burberry ricevette dal Ministero della Guerra inglese l’ordine di produrre per il proprio esercito un modello che doveva avere caratteristiche sia dell’impermeabile d’ordinanza sia del cappotto militare. Burberry, in quel periodo, era proprietario di alcuni magazzini specializzati nella produzione di abbigliamento sportivo. Di lì a poco il modello creato venne indossato dai British Royal Flying Corps. Inizialmente le caratteristiche del trench erano: un profondo sprone dietro, tasche di sicurezza, anelli per appendere le bombe a mano e gli altri pezzi per l’equipaggiamento militare, lunghezza alla caviglia così da coprire l’orlo degli stivali e proteggere le gambe dalle intemperie. Realizzato in una gabardina impermeabile creata appositamente, presentava inoltre, una mantella posteriore per proteggere le spalle, spalline, tasche antipioggia e maniche stringibili con cinturino. Subito dopo la Grande Guerra, negli anni Venti e durante la Depressione, il trench entra nei negozi e inizia a essere un capo acquistabile anche da gente comune per motivi di praticità e costo. Fino ad arrivare agli anni Quaranta, quando grazie al cinema trova il suo momento di gloria ufficiale. Alla fine degli anni 70 i punk riadattano al proprio stile il trench, mentre negli anni 80 divenne il pezzo rappresentativo degli intellettuali.
2. Anatomia del trench: soprabito impermeabile con allacciatura doppiopetto, maniche a raglan e cintura con anelli in ottone a forma di D. Realizzato in gabardine, il trench prevedeva anche la fodera in tartan.
3. Movies love trench: il momento di celebrazione ufficiale, il trench lo trova nel 1942 grazie ad Humphrey Bogart in “Casablanca”, ma il “Women’s Wear Daily” ricorda che fu Greta Garbo sul set di Destino (1928) a lanciare la moda del trench. A seguire “Queen Kelly” il film muto con Gloria Swanson che indossava trench color kaki, a doppio petto; intorno agli anni 30 Bette Davis con un impermeabile nero legato in vita in “Of Human Bondage”. Di lì a poco, il trench fu protagonista delle più belle scene del cinema: Ava Gardner in “I Gangsters” (1946), Marlene Dietrich in “Scandalo internazionale” (1948), Audrey Hepburn in “Sabrina” (1954) e “Cenerentola a Parigi” (1957), Katharine Hepburne in “La sottana di ferro” (1956) con un trench oversize beige, Marylin Monroe in “Facciamo l’amore” (1960) e nel 1961, grazie ad Audrey Hepburn nel ruolo di Holly Golightly in “Colazione da Tiffany”, il trench entra solennemente nella Hall of Fame della moda.
4. Il trench cult by Burberry: imitato da molti stilisti contemporanei, il trench Burberry conserva la sua forma iniziale pur attraversando epoche, e ancora oggi è il capo cult più amato dalle celebrity. Negli anni 90, Burberry, grazie a Roberto Menichetti, art director del brand, vara una linea intraprendente e innovativa. La novità apportata al classico trench, è la stampa tartan della fodera creata su un inedito modello. Oggi il trench coat di quel periodo è un feticcio per gli amanti del vintage. Nel 2001 Menichetti lascia la guida artistica del marchio ed è Cristopher Bailey a guidare il timone. Bailey dà una svolta decisiva al range stilistico del brand grazie alla realizzazione della seconda linea “Burberry Prorsum” essenzialmente legata ai trend e rivolta a un target più giovane. Infatti, unisce agli aspetti stilistici consolidati di Burberry a un nuovo mood style, decisamente più moderno. Lo stesso nome del marchio “Prorsum” è il motto latino d’incoraggiamento (Avanti!) che il cavaliere del logo Burberry porta sul vessillo. Tra le ultime apparizioni del trench Burberry in versione classica con stampa check sulla fodera, non si può non ricordare Madonna nel video di Give Me All Your Luvin . Sempre di recente (lo scorso 23 Agosto), la modella britannica Cara Delevingne crea un evento che racconta l’arte del trench by Burberry, attraverso immagini immortalate dal fotografo di street style Tiago Petrik e curate da Christopher Bailey. Tutto questo in Brasile, al JK Iguatemi Mail di San Paolo a cui hanno partecipato 500 ospiti. La location scelta celebra la recente apertura del flagship store: 700 mq di negozio realizzato secondo l’inconfondibile impronta british del marchio. All’interno, delle video-pareti che trasmettono contenuti innovativi riguardo al trench, controllati direttamente dalla sede di Londra. Una celebrazione a tutto tondo di uno dei soprabiti più famosi nel mondo del fashion.
5. Trench on catwalk: essendo un passepartout, oltre che un capo di mezza stagione, gli stilisti trovano facilmente la giusta collocazione del trench nelle loro collezioni sia per l’a/i che per la p/e e si dilettano nella ricerca di una nuova attitude da attribuirgli. Facendo un viaggio a ritroso sulle passerelle, infatti, è possibile notare il modo in cui ogni stilista, nel tempo, abbia rielaborato e ristrutturato il modello base del trench. Jean Paul Gaultier nel 2002 utilizzò colore, cintura e allacciatura tradizionali, costruendo però un modello concepito per esaltare il corpo, tanto che il collo del trench coat incornicia le spalle per mostrare la lingerie in pizzo. Nel 2005, Christian Lacroix esagerò la forma della gonna del trench e usò un tessuto lussuoso come il raso, al posto della classica gabardina, dipingendolo a mano e decorandolo con perle luccicanti. John Galliano per Dior nel 2010, prendendo ispirazione dagli anni Quaranta, portò in passerella una versione del trench più pratica e civettuola: colore, bottoni e cintura classici ma il capo corto con maniche corte. Viktor & Rolf, nel Dicembre del 2011, lanciarono una capsule collection p/e 2012 incentrata proprio sul trench che prese appunto il nome di “Trench Coat Capsule Collection”. Dal Doll trench coat in gabardine e cotone con balze e arricciature, alla “Cape trench coat”, una cappa in cotone tecnico color kaki, a il “Duchesse Trench Coat” in duchesse di satin con grande collo e risolti lavorati per dare volume, fino a il “Bell Sleeve Trench Coat” realizzato in gabardine di cotone, con maniche a campana. A oggi, il trench continua ad essere sempre presente nelle collezioni di molti stilisti: per l’a/i 2012-13 Antonio Marras propone la base del classico modello con maniche di pelliccia e inserti di tessuto floreali, Blumarine porta in passerella un trench coat metalizzato all’insegna dello stile sparkling e in PVC nero, Burberry Prorsum nel tradizionale colore naturale con un tocco molto femminile dato dalla baschina in panno scozzese che gira intorno ai fianchi, Maurizio Pecoraro che lo realizza in panno nero e pelle. Junya Watanabe concepisce il suo trench per l’a/i 2012-13, a metà tra lo stile military, che appartiene alla storia del capo, e lo snow white nei trench in colori naturali. La p/e 2013 però, è un vero e proprio elogio al trench, infatti, quasi tutti i brand presentano rielaborazioni contemporanee di questo soprabito: primo fra tutti Burberry Prorsum, che lo realizza in colori metallici oltre ai piccoli trench-bolero; trench blu elettrico per Alexis Mabille, all’appena conclusa Parigi Fashion Week; super chic e delicato, come la tradizione del marchio vuole, il trench in PVC rosa di Valentino; mentre corto e con stampa rettile quello di Salvatore Ferragamo, oltre al lungo con tre bottoni e cintura in vita.
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