Pitti look, questione di stile o di immagine?
Le polemiche si abbattono sul Pitti look, e voi cosa ne pensate?
Novità, trend, backlash. Le fasi delle mode le conosciamo bene. Ciò che inizialmente è innovazione per pochi, esplode in tendenza osannata dal popolo per poi venire in breve tempo distrutta e criticata. Poi il giro ricomincia. Sempre più veloce grazie (o a causa) delle tempistiche full speed di Internet. Lo sanno bene i blogger e gli streetstyler, vittime delle critiche di Suzy Menkez la scorsa stagione , accusati di essere i fautori del cosiddetto "Circo della Moda". E lo stanno scoprendo con amarezza tutti coloro che, fiduciosi e felici del proprio stile collaudato, si sono recati alla Fortezza da Basso di Firenze per partecipare all'85esima edizione di Pitti Immagine Uomo .
Già dal primo giorno di fiera note di disappunto hanno iniziato a fiorire sui social network: chi sono questi uomini e ragazzi vestiti di tutto punto? Possibile che siano tutti buyer, giornalisti e addetti del settore? Davvero ogni mattina prima di uscire indosseranno camicia, panciotto, giacca, pochette, cappello e calzino coordinato? Tutte domande lecite, che hanno lasciato spazio a status dal messaggio molto chiaro: noi non crediamo che questo sia il vostro vero stile. La polemica è arrivata perfino all'attenzione di Business Of Fashion , il celebre sito di moda ed economia fondato da Imran Amed, che parla di "Pitti Look", declinato in giacca sartoriale, pantaloni alla caviglia, scarpe dalla suola spessa, gilé dai tessuti Oxford. A fine fiera sono usciti i primi articoli e post: Lucia Del Pasqua compone sul suo blog The Fashionpolitan.com un'esilarante "casistica umana del Pitti", nella quale descrive con il suo stile pungente i diversi personaggi incontrati durante i quattro giorni della kermesse fiorentina; Arianna Chieli richiede a gran voce il ritorno del "maschio" su Fashionblabla.it , stilando una lista delle cinque cose che non vorrebbe mai vedere addosso a un uomo (spoiler: pantalone alla caviglia, il total look pastello, la barba da rabbino, la gonna e la borsa/borsello); infine, dal Sole 24 Ore si è aggiunto Angelo Flaccavento che consiglia ai presunti trendsetter di guardarsi allo specchio prima di uscire di casa indossando taglie sempre più strette, perché attillato non sempre è sinonimo di elegante e stiloso (anzi).
Con l'arrivo delle sfilate femminili ci chiediamo se questo backlash modaiolo investirà anche il mondo delle donne o se è riservato solo all'universo maschile, al quale di norma si richiede maggior austerità e, a quanto pare, minor frivolezza e vanità. Noi di Grazia.it abbiamo seguito lo streetstyle come forma di documentazione e ispirazione sin dalla nascita del sito, e crediamo fermamente nell'autenticità di tutti i fotografi che hanno lavorato, lavorano e lavoreranno per noi e nella loro assoluta buona fede nel voler fotografare la realtà, le persone che vivono quotidianamente il mondo della moda e che esprimono la loro passione indossando ogni giorno ciò che desiderano, che siano alle sfilate o per strada, a un concerto o un evento. E continueremo a pubblicare le foto selezionate dai nostri streetstyler, sperando di divertirvi, ispirarvi e -perché no?- anche farvi arrabbiare e discutere.
In fondo la moda è anche questo.
© Riproduzione riservata
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