Jerry Hall: Volevo essere una leggenda (e ci sono riuscita)
Il 2 luglio compie 60 anni e ha molto da festeggiare: una carriera da top model strepitosa, gli uomini più famosi e desiderati (come Mick Jagger), una grande famiglia. Perché, sotto quei lunghi capelli d’oro che l’hanno resa celebre, Jerry Hall possiede un cervello da vera stratega. Fino a conquistare, quattro mesi fa, con l’editore Rupert Murdoch, l’unica cosa a cui aspirava davvero: la fede al dito
Nella biografia Tall Tales, datata 1985 - tutte le dive devono averne una in curriculum - Jerry Hall racconta che a 16 anni era troppo alta, troppo magra, aveva i piedi lunghi e non aveva mai ancora avuto un fidanzato. A pensarci adesso fa tenerezza, ma è indubbio che di tutte le storie stereotipate di top model diventate tali inconsapevolmente, la sua mantiene un qualche barlume di fresca onestà. Saranno anche i tempi: alla vigilia dei 60 anni, che compie il 2 luglio, guardare indietro al suo percorso è come ricordare un’epoca che non esiste più. Non solo le modelle di oggi conoscono benissimo come sia il mestiere e quali siano le mosse giuste per arrivare in alto, ma anche la generazione di Claudia Schiffer e Naomi Campbell, per non parlare di Carla Bruni, sembra dotata di una consapevolezza al successo che manca totalmente nella biografia di Jerry.
Quinta di cinque sorelle, nata in Texas da un padre autista di camion con il vizio di alzare le mani e una madre segretaria con la passione del cinema, Jerry a 17 anni prende le valigie e i soldi ottenuti dall’assicurazione grazie a un incidente di macchina e si trasferisce in Francia, sognando una vita diversa. Prima la Costa Azzurra, dove viene scoperta dall’agente Claude Haddad. Poi Parigi, dove divide un appartamento con la top Grace Jones e l’attrice Jessica Lange e dove la sua carriera prende davvero il via. Il resto è storia: le copertine dei giornali, quelle dei dischi dei Roxy Music, le immagini in costume e tacchi alti di Helmut Newton. I suoi capelli biondi, quella bocca infinita e quel corpo perfetto e sano come solo una ragazza del Texas può avere sono l’immagine simbolo di un’epoca intera. Pensi a lei e non puoi fare a meno rivedere quella foto incredibile in bianco e nero con l’artista Andy Warhol allo Studio 54, locale cult newyorkese: lei che beve a canna da una bottiglia di champagne, bella come una dea. Se il termine icona ha un senso, be’, questo è uno dei pochi casi in cui andrebbe usato.
L’altra cosa a cui non puoi fare a meno di pensare quando parli di lei sono gli uomini con cui è stata. Mai donna di successo - suo, guadagnato con il lavoro, non ereditato - è stata definita così tanto dagli uomini con cui si è accompagnata. Un paradosso talmente grande, diventare strafamosa per meriti personali, ma poi passare alla storia come la “moglie di”, da non poter non far parte di un piano premeditato e lucido. Il primo si chiamava Antonio Lopez ed era un illustratore di moda della Parigi degli Anni 70. L’uomo perfetto per una modella agli inizi, prontamente scaricato quando all’orizzonte, a carriera avviata, arriva la rockstar che la mette sulla copertina del suo disco vestita da sirena. È il 1975 e lui è Bryan Ferry, in quel momento il cantante più cool in circolazione. Narra la leggenda che pochi mesi dopo lui le regali anche un anello di fidanzamento, che lei ovviamente accetta tanto che nel 1976 è di nuovo sulla copertina di un disco dei Roxy Music e nel video di Let’s Stick Together, lui in completo bianco, lei che gli si avvinghia fasciata in un abito monospalla tigrato. Tempo un anno e Ferry viene sostituito da un più famoso fidanzato: Mick Jagger, che nella scala delle divinità sulla terra equivale praticamente a Dio. Ferry la prende malissimo tanto che, vuole la leggenda di cui sopra, si rifiuta di restituirle gli abiti che lei ha ancora a casa sua, secondo la logica per cui bisogna colpire una donna negli affetti più cari: il guardaroba. È il 1978 quando Jerry e Mick si contrano per la prima volta a una festa a Manhattan. La prima figlia arriva nel 1984, Elizabeth, ora modella. Gli altri - James, Georgia May e Gabriel - nascono rispettivamente nel 1985, 1992, 1997. Nel 1999 si separano o meglio Jerry, stufa delle infedeltà di Mick e dei figli che lui semina in giro con donne più giovani, lo lascia. Sono comunque 23 anni insieme, che fanno di loro una delle coppie più longeve del rock’n’roll. E sono anche gli anni durante i quali Jerry Hall diventa quella che conosciamo oggi: modella, ma soprattutto icona, simbolo di un’epoca di feste e di lusso, ma anche madre amorevole, capace di vivere una vita defilata nella campagna inglese ad allevare i figli. La donna che fa mettere la testa a posto a Mick Jagger o, per lo meno, che riesce a tenerselo come nessuna prima. «L’unica condizione che ho posto a Mick è che la smettesse con l’eroina: è una droga che uccide, e comunque fa male alla pelle». Chiamatelo sano pragmatismo texano.
Lo stesso che l’ha portata, a 59 anni, a sposarsi vestita di azzurro con il miliardario australiano Rupert Murdoch. C’è chi dice non sia per amore, ma chi siamo noi per giudicare? E comunque i parametri nostri non si addicono alla straordinaria vita di Jerry Hall. Una che a dispetto dei lustrini ha voluto per tutta la vita ciò che anche molte donne meno famose e di successo sognano: la fede al dito. Quella che Jagger le mise solo per scherzo a Bali, nel 1990: matrimonio sulla spiaggia molto romantico, certo, ma poi annullato dalla corte inglese perché non ritenuto valido. Quella che l’attempato Murdoch le ha messo per sempre, il 4 marzo 2016, facendo di lei una signora per bene in scarpe basse e calze contenitive con un matrimonio londinese molto affettuoso circondata da nipoti e figli. Un naturale e comprensibile imborghesimento per quella che può essere considerata come la regina di tutte le groupie (le ragazze che accompagnano le band in tournée) e che, quando le chiedevano come facesse a tenersi stretta la rockstar più desiderata e farfallona del pianeta, scuoteva la chioma bionda, sbatteva le sopracciglia, allargava la bocca rossissima e rispondeva: «Mia madre mi ha insegnato che bisogna essere una buona cameriera in salotto, una buona cuoca in cucina e un’ottima prostituta a letto».
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