Donne “difettose”, è il nostro momento! In qualunque città abitiate
Le metropoli più “vivibili” del mondo sono anche poi le più amate, effettivamente, dalle persone? Se lo è chiesto il Financial Times che ha scoperto, con una mega inchiesta, che teoria e pratica non è detto che coincidano. Ma va...?
La lista dei migliori posti in cui vivere vede in testa, o tra i primi classificati, da molti anni Vancouver, città canadese che vanta, evidentemente, alti standard di efficienza, servizi pubblici, parchi e giardini. Insomma un posto praticamente perfetto: affacciata sull’oceano, ma circondata da montagne. Non troppo grande né troppo piccola. E per di più ben governata, con un basso tasso di criminalità e ottime strutture sociali.
Ma, al di là dei dati e delle nude cifre, la domanda che si è posto il giornale e che ha girato poi in un sondaggio ai propri lettori è: qualcuno di voi andrebbe ad abitare a Vancouver? Che, diciamocelo, è comunque una città molto fredda, molto “lontana” e anche un po’ noiosa. La risposta, ovviamente, è stata negativa, come si era già capito dal fatto che non si è mai registrata nessuna onda migratoria né verso il Canada, né verso Stoccolma o Vienna, per citare alcune delle città che svettano sempre in queste classifiche.
Mentre invece la gente continua ad ammassarsi a New York, Londra e Parigi che sono caotiche, complicate, piene di problemi e tanto affascinanti. Quindi, è dimostrato: la teoria non sempre corrisponde con la pratica. Ma forse quello che è più interessante è capire di che “teoria” stiamo parlando, ovvero a quali domande rispondono queste liste.
Se la richiesta è quella di un posto in cui si possa vivere tranquillamente, in maniera ordinata ed efficiente, senza sorprese né problemi eccessivi, okay... la risposta è giusta. Ma se della vita si ha una concezione più articolata, e magari anche più contraddittoria, che tiene insieme opportunità e rischi, ricchezza, varietà e qualche prezzo da pagare, allora la grande città, affollata, rumorosa, ma vitale continua a essere la miglior soluzione.
Insomma, il bello o il buono non esistono in assoluto, ma relativamente a... Il dato, però, che più mi ha colpito, che mi sembra davvero molto significativo (perché posso usarmelo ben al di là dell’urbanistica) è che la stragrande maggioranza delle persone dichiara, in sostanza, di ritenere la “perfezione” noiosa, scontata, ripetitiva.
Vuoi mettere il piacere di quell’errore, quel difetto che fa la differenza, che insomma, ti rende unica, riconoscibile e anche un po’ sorprendente. Donne difettose, è il nostro momento: continuiamo tranquillamente a parlare della dieta che non faremo mai, o a interessarci dell’ultimo ritrovato per tonificare le cosce, mentre addentiamo l’ennesimo pezzo di cioccolato. Inutile soffrire: andiamo bene così.
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