“Perché la sera mi viene l’ansia?” Ecco cause, sintomi e soluzioni

L’ansia serale è più comune di quanto sembri: ecco le possibile cause e alcuni consigli per imparare a gestirla

Può capitare di sentirsi più agitati proprio quando la giornata finisce: le luci si abbassano, le attività si fermano e la mente, invece di rilassarsi, sembra accelerare. È in queste ore che molte persone sperimentano la cosiddetta ansia serale, una forma di tensione che tende a comparire la sera o appena prima di dormire, quando il silenzio e la mancanza di distrazioni fanno emergere preoccupazioni e pensieri rimasti in sospeso.

Diversi studi hanno dimostrato che questa condizione non è insolita: può dipendere da fattori biologici, come l’andamento del cortisolo e dei ritmi circadiani, ma anche psicologici, legati allo stress accumulato durante la giornata. La sera, insomma, il corpo si prepara al riposo mentre la mente fatica a “scollegarsi”.

Capire perché l’ansia serale si manifesta e come affrontarla con consapevolezza può essere un primo passo per ritrovare equilibrio e migliorare la qualità del sonno.

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Perché l’ansia aumenta la sera

Durante il giorno, il cervello è costantemente stimolato: riunioni, notifiche, conversazioni, impegni. È una forma di distrazione naturale che tiene occupata la parte razionale della mente. Ma quando arriva la sera e gli stimoli si spengono, le emozioni e i pensieri che sono rimasti sotto traccia trovano spazio per emergere. E così l’ansia serale prende forma.

Secondo diverse ricerche, questo fenomeno ha anche una base biologica. Il livello di cortisolo, l’ormone dello stress, segue un ritmo circadiano: tende a essere più alto al mattino e a calare nelle ore serali. Tuttavia, nelle persone che vivono periodi di stress o affaticamento mentale, il cortisolo può restare più elevato del normale, mantenendo il corpo in una condizione di “allerta” proprio quando dovrebbe prepararsi al sonno.

A questo si aggiunge poi il ruolo della luce e, più in generale, dei ritmi circadiani: l’arrivo del buio segnala al cervello la necessità di rallentare, ma se la mente è ancora iperattiva il sistema nervoso fatica a seguirne il ritmo.

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Lo zampino del cervello

Le neuroscienze offrono un’altra, interessante spiegazione. Durante la notte, l’amigdala, cioè la struttura cerebrale che elabora le emozioni e la paura, tende a diventare più sensibile, mentre la corteccia prefrontale, che regola la razionalità, rallenta la propria attività. È un naturale meccanismo di riposo, ma può avere un effetto collaterale: le emozioni diventano più intense, i pensieri più difficili da controllare.

In altre parole, ciò che durante il giorno sembra gestibile, di notte può assumere proporzioni più grandi.

Anche la mancanza di luce e la stanchezza accumulata contribuiscono a rendere il cervello più vulnerabile: meno risorse cognitive, più spazio per l’emotività. 

Come si manifesta l’ansia serale

La ansia serale può presentarsi in molti modi diversi. A volte è una lieve inquietudine, un senso di irrequietezza difficile da spiegare; altre volte si traduce in sintomi fisici più evidenti, come tachicardia, respiro corto, sudorazione o difficoltà ad addormentarsi.

Spesso si manifesta come una spirale di pensieri che sembrano non avere fine: si pensa alle cose fatte, a quelle non concluse, a ciò che potrebbe andare storto domani.

Il paradosso è che più si cerca di “smettere di pensare”, più l’ansia aumenta.

Si crea così un circolo vizioso: la paura di non riuscire a dormire alimenta l’agitazione, che a sua volta rende il sonno più difficile. Non si tratta solo di un problema psicologico, ma anche fisiologico: il sistema nervoso simpatico, incaricato di gestire le reazioni di attacco o fuga, resta attivo troppo a lungo, impedendo al corpo di rilassarsi.

Ecco come gestire l’ansia serale prima di andare dormire

Gestire l’ansia serale non significa eliminarla del tutto, ma imparare a creare le condizioni perché la mente e il corpo possano tornare in equilibrio.

La prima strategia utile è costruire una routine di decompressione: un insieme di piccoli gesti che segnalano al cervello che è arrivato il momento di rallentare. Abbassare le luci, mettere via lo smartphone, bere una tisana, dedicarsi a un rituale piacevole come una doccia calda o la lettura di qualche pagina.

Gli esperti consigliano poi di non reprimere i pensieri, ma di osservarli senza giudizio. Scrivere ciò che preoccupa su un quaderno, o fare un “brain dump” (annotare tutto ciò che passa per la mente), può alleggerire il carico mentale. È un modo per dire al cervello: “ne riparleremo domani”.

Anche un leggero movimento fisico nel tardo pomeriggio, come una camminata all’aperto o una sessione di yoga dolce, aiuta a scaricare l’adrenalina accumulata durante la giornata e favorisce il rilascio di serotonina, l’ormone del benessere.

Infine, mantenere orari regolari di sonno e limitare l’esposizione a luce blu nelle ore serali contribuisce a ristabilire il ritmo circadiano naturale.

E se l’ansia serale persiste per settimane o interferisce con la qualità della vita, confrontarsi con un professionista può essere un passo importante e liberatorio.

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