I panettoni artigianali più buoni di Milano

Da quelli classici alle ultime rivisitazioni, ecco i panettoni artigianali più buoni di Milano - selezionati tra pasticcerie storiche e nuovi posti da scoprire
Il panettone è il protagonista di una tradizione centenaria, e con l’albero, il Presepe e i regali non può certo mancare a Natale.
Delle feste è considerato il Re, sarà perché è un dolce che ha fatto la storia della pasticceria.
O perché il panettone è perfetto per completare pranzi e cene delle feste, ma è buonissimo anche a colazione, a merenda e a tutte le ore.
E se il Natale non è Natale senza il suo dolce più tipico, vi portiamo ad assaggiare (virtualmente) i più buoni panettoni proposti quest’anno da alcune delle migliori pasticcerie di Milano (più una, a due passi da Milano!).
Ce n’è per tutti i gusti: oltre la versione classica – a base solo di uova, zucchero, burro, farina, lievito madre e canditi –, non mancano le varianti rivisitate dalle mani esperte di abili pasticceri, i panettoni decorati, che sembrano vere opere d’arte ed è quasi un peccato tagliarli tanto sono belli, il panettone per vegani.
Tra tanti diversi, un aspetto preò li accomuna: sono tutti rigorosamente artigianali!
Eccoli.
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Pasticceria Martesana
Via Cagliero 14, Milano
In occasione del suo cinquantenario, questo Natale sarà ancora più festoso da Pasticceria Martesana.
Tra le tante varianti proposte da Enzo Santoro, maestro AMPI (Associazione Maestri Pasticceri Italiani), la novità di quest’anno è il Panettone con farina integrale e mirtilli (nella foto in alto), che si contende il posto di “più leggero, goloso e irresistibile” con l’altra novità della pasticceria, il Panettone Strudel, firmato Marco Battaglia, che alla pasta lievitata del panettone unisce la dolcezza di cannella, uvetta, pinoli e mele.
Pasticceria Cova Montenapoleone
Via Montenapoleone, 8
Dall'arte e abilità dei Maestri pasticceri di una delle più blasonate pasticcerie milanesi nel cuore del quadrilatero della moda, nascono i bellissimi e buonissimi Panettoni decorati.
Il Panettone ricetta classica viene ricoperto di cioccolato e decorato con pasta di zucchero, trasformandosi in una vera e propria opera d’arte.
Preparati su ordinazione e decorati a piacimento, i "Babbi Natale" sono solo uno dei tanti soggetti realizzabili.
Pasticceria Giacomo
Via Pasquale Sottocorno 5, Milano
Per gli amici solo è "Giacomo".
Per tutti da sempre è un'eccellenza della ristorazione a Milano.
Ma da quando nella stessa via del suo celebre ristorante, del bistrot e della Tabaccheria ha aperto anche una pasticceria, i veri golosi possono finalmente dirsi soddisfatti dalle sue dolci creazioni.
A Natale il Panettone di Giacomo è rigorosamente tradizionale, a base di ingredienti di eccellente qualità per un sapore inconfondibile.
L'antica ricetta di famiglia prevede l'uso di burro belga, scorza d'arancia della Sicilia, cubetti di cedro, uvetta (rigorosamente australiana) e lievito madre.
Nel piccolo negozio pasticceria, oltre al panettone classico, si trovano anche a variante al gianduia, nella classica forma bassa con l'aggiunta alla pasta base del panettone, di tocchi generosi di pregiato cioccolato gianduia tagliato al coltello.
Pasticceria AMMU
Corso Garibaldi 84, Corso Magenta 32, Corso di Porta Romana 44, Milano
I sapori e gli ingredienti tipici della Sicilia sono i protagonisti del Natale di Ammu, che come da tradizione propone il Panettone Made in Sicily al pistacchio di Bronte, prodotto ad hoc per Ammu da una selezionata pasticceria di Bronte, e poi farcito e glassato con crema al pistacchio.
Disponibili anche panettoni tradizionali e ai gusti assortiti, ma l’idea più divertente e sfiziosa, oltre che golosa, è il kit cannolo da comporre al momento!
Pasticceria Panzera
Viale Monte Santo 10, Stazione Centrale/P.zza Luigi di Savoia, presso Odilla Chocolat, Corso Garibaldi 38, Milano
La ricetta è la stessa dal 1910 ed è quella del bisnonno di Lorenzo Panzera, l'attuale titolare delle pasticcerie milanesi.
Solo farina, uova, zucchero, burro, lievito madre, uvetta e canditi. E 30 ore di lievitazione naturale.
«Per apprezzarlo al meglio - consiglia Lorenzo Panzera - il panettone va mangiato fresco o freschissimo. È per questo motivo che il panettone per il giorno di Natale va preparato al massimo una ventina di giorni prima, o 3-4 giorni prima se invece piace sentirne l'umidità».
Umidità che il Panettone classico di Panzera esprime grazie anche alla grandezza dei canditi utilizzati, maggiore rispetto a quanto richiede il disciplinare, che conferiscono al dolce il suo gusto morbido e aranciato.
Una variante da provare è il Panettone ai Marrons Glacés, dove i marrons glacés sono preparati nel laboratorio Panzera.
Pasticceria Marchesi
Galleria Vittorio Emanuele II, Via Santa Maria alla Porta 11/A, Via Monte Napoleone 9, Milano
Semplice, leggero, soffice e profumato nell'impasto.
Preziosissimo nella confezione.
Il più celebre dolce della tradizione natalizia viene proposto, tra le altre confezioni, anche nella più prestigiosa scatola in velluto con interni in seta jacquard bouquet. Sicuramente dopo aver gustato il panettone, di cui non ne rimarrà neppure una briciola, ci si può consolare con la scatola!
Pasticceria Scaringi
Viale Monza 32, Milano
Delle cinque pasticcerie milanesi del gruppo, quella di Viale Monza è il vero salotto, caldo e accogliente con i suoi drappi rossi, la sala da thè, le poltroncine in pelle.
E a Natale qui è un vero tripudio di dolci e decorazioni – che tra brioches di ogni tipo, torte, pasticcini e creazioni personalizzate non mancano mai tutto l’anno.
A farla da padrone è naturalmente il panettone artigianale classico, che a richiesta viene farcito, decorato, e confezionato in cesti ricchi di altri gustosi prodotti.
La variante al cioccolato bianco e pistacchi di Bronte è considerata tra le più golose (e goduriose), ma il consiglio è di provare anche il panettone al cioccolato e quello ai marron glacé.
Pasticceria Gattullo
Piazzale di Porta Lodovica 2, Milano
Il segreto del buon panettone artigianale secondo Gattullo? È il lievito madre, unito all'abilità dei pasticceri e alle 30 ore di preparazione.
Il lievito viene portato a maturazione lavorandolo per qualche ora con farina e acqua. Vengono poi aggiunte le uova, la farina, lo zucchero e il burro concentrato al 99,8%.
Solo dopo essere stato lavorato a lungo l'impasto "prende corda": la pasta diventa liscia, serica, tenera ma asciutta al tempo stesso.
E a quel punto è pronta per accogliere gli altri ingredienti che variano in funzione del gusto.
Frutta candita e uvetta per il Panettone classico Gattullo, datteri e noci per il Panettone del Sultano, c’è poi il Panettone con gocce di cioccolato, il farcito, il decorato o ricoperto di cioccolato.
Per i golosi “mordi e fuggi” c’è anche il mini panettone classico da 100 grammi, ma anche la Veneziana, la Triestina e il very simple Pandoro (solo da 1 kg).
Boutique Vergani
Via Mercadante, 17 - Corso di Porta Romana, 51, Milano
Il Panettone Vergani quest’anno rende omaggio al Duomo di Milano dedicando alle tarsie del pavimento del Duomo i nuovi incarti della collezione natalizia 2017.
Tre le varianti finemente incartate: il Panettone Classico, il Panettone Soave (senza canditi e senza uvetta) e la Veneziana.
La ricetta, invece, non cambia da oltre settant’anni, gli ingredienti sono quelli della tradizione e la preparazione è rigorosamente artigianale.
Pasticceria Verga
Via Alfredo Catalani, 110, Giussano (Monza-Brianza)
Il tris proposto dal giovane pasticcere Davide Verga vale il breve viaggio fuori Milano per raggiungere la cittadina di Giussano.
Nella foto, in primo piano, il Panettone VIP (acronimo di Verga Important Panettone), una pasta base arricchita con fichi, noci, uvette e pezzi di cioccolato di alta qualità, il tutto ricoperto da altro cioccolato fondente al 66%.
Al centro, invece, la Veneziana, un classico intramontabile, offerto con qualche cubetto di arancia candita e una ghiaccia alle mandorle come copertura.
Infine il terzo, il Goji, dove al posto dei classici canditi vengono aggiunti cubetti di albicocca, cranberry e bacche di goji il tutto ingelito da una copertura generosa al cioccolato al latte.
MilanoVeg, il Natale di buono, sano, vegano
Leggerezza e tanto gusto si uniscono all’etica nei Panettoni vegani di MilanoVeg® (perfetti anche per chi predilige una dieta a basso contenuto di grassi o senza lattosio).
Quattro le ricette: il Dolce di Natale Vegano, soffice e fragrante, preparato con cura artigianale nelle versioni con o senza canditi e al cioccolato, che richiede 72 ore di lievitazione naturale (da lievito madre) e solo ingredienti selezionati (farina bianca, burro di cacao, olio extra vergine di oliva, olio di riso, cubetti di arance Siciliane canditi).
E poi, il nuovo Dolce Veronese Vegano, particolarmente soffice grazie alla lievitazione naturale da lievito madre e la tradizionale forma di stella.
I prodotti MilanoVeg® sono in vendita nei supermercati.
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Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la scelta

C’è una scelta che, durante le feste, ritorna con puntualità quasi rituale sulle nostre tavole: pandoro o panettone?
Apparentemente banale, questa preferenza divide gusti e abitudini familiari da generazioni, ma può essere letta anche come un piccolo segnale del nostro modo di vivere il Natale.
Al di là delle mode e delle infinite varianti artigianali, il dolce delle feste resta un simbolo potente; legato all’idea di comfort, tradizione e piacere condiviso.
Senza voler trasformare una scelta gastronomica in un test di personalità, è interessante osservare come la psicologia attribuisca al cibo un valore emotivo e identitario.
Preferire il pandoro o il panettone non svela i nostri segreti più nascosti, ma può raccontare qualcosa del nostro rapporto con la semplicità, la complessità e il bisogno di rassicurazione o di varietà, proprio nel periodo dell’anno in cui queste dinamiche emergono con più forza.
**Le 5 personalità che si trovano durante le vacanze di Natale: quale siete?**
Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la vostra scelta
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Se siete team pandoro
Chi è team pandoro spesso cerca nel Natale (e nel cibo) una forma di rassicurazione.
Il pandoro è lineare e senza sorprese: stesso sapore, stessa consistenza, stesso rituale ogni anno. Psicologicamente, questa scelta può riflettere una personalità che ama le cose chiare, riconoscibili, che funzionano senza troppe complicazioni.
Il pandoro piace a chi tende a preferire il comfort emotivo alla sperimentazione, a chi trova benessere nella ripetizione e nelle tradizioni così come sono. Non è una chiusura al nuovo, ma un bisogno di stabilità: in un periodo già carico di stimoli, impegni e aspettative, scegliere qualcosa di semplice diventa un modo per alleggerire.
È la scelta di chi nel Natale cerca una pausa dal rumore, più che un’esperienza da esplorare. Un dolce che non chiede di essere interpretato, ma solo gustato.
Se siete team panettone
Chi invece è team panettone tende ad avere un rapporto più fluido con la varietà e l’imprevisto.
Il panettone è stratificato, imperfetto, pieno di elementi diversi che convivono insieme: dolcezza, acidità, consistenze differenti. Non è mai identico a sé stesso, e forse è proprio questo il suo fascino.
Dal punto di vista psicologico, chi lo preferisce è spesso più aperto al cambiamento, meno infastidito dalle sfumature della vita e più attratto dalle esperienze complesse. Scegliere il panettone significa anche accettare ciò che non piace a tutti (uvetta e canditi) ma che fa parte del “pacchetto”. Un atteggiamento che racconta tolleranza, adattabilità e curiosità.
Il panettone è il dolce di chi vive le feste come un momento di convivialità vera, fatta di differenze che si incontrano. Di chi ama mescolare, provare, cambiare versione ogni anno. È la scelta di chi non cerca solo conforto, ma anche stimoli, storie, contaminazioni.
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Questi comportamenti quotidiani (apparentemente normali) peggiorano l'ansia senza che ce ne accorgiamo

Ci sono giornate in cui non sappiamo spiegare bene perché ci sentiamo irritabili, sotto pressione, come se il corpo corresse più veloce della testa. Spesso diamo la colpa al lavoro, ai ritmi frenetici della vita, ai colleghi anticipatici, al meteo o semplicemente al periodo dell’anno.
Può essere però che a contribuire a questa sensazione ci siano abitudini minuscole, talmente automatiche da non farci più caso.
Secondo diversi terapeuti, molte delle nostre routine quotidiane (dal modo in cui iniziamo la nostra gioranta al modo in cui usiamo lo smartphone) attivano il sistema nervoso senza che ce ne rendiamo conto. E così un po’ alla volta, giorno dopo giorno, contribuiscono a rafforzare quell'ansia, quella tensione di fondo costante che sembra arrivare “dal nulla” ma che in realtà ha radici molto concrete.
Niente allarmismi: la buona notizia è che, una volta identificate, queste micro-abitudini si possono correggere con piccoli cambiamenti sostenibili. E gli effetti sul benessere mentale possono essere sorprendenti.
**5 frasi da non dire mai a una persona ansiosa (e cosa dire invece)**
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Il telefono al risveglio, il multitasking continuo e quelle “micro-scosse” che attivano il sistema nervoso
Molti comportamenti che ci sembrano innocui sono, in realtà, tra i principali responsabili dell’ansia quotidiana.
Il primo della lista? Guardare il telefono appena svegli. Quello che sembra un gesto normale, controllare notifiche, messaggi, social, non dà al cervello il tempo di passare gradualmente dal sonno alla veglia. Al contrario, lo espone immediatamente a un flusso di informazioni, stimoli e richieste che attivano la risposta allo stress già dal primo minuto della giornata.
A questo si aggiunge il nostro stile di vita iper-veloce: multitasking costante, pause saltate, pasti mangiati in fretta o direttamente rimandati, riunioni che si accavallano, email che arrivano a raffica. Corpo e mente non hanno mai un vero momento per rallentare e ricalibrarsi. È la condizione perfetta per alimentare ansia, stress e irritabilità.
Anche i micro-stress ripetuti, come le notifiche del telefono o l’email che lampeggia sullo schermo del pc, hanno un impatto maggiore di quanto pensiamo. Funzionano come piccole scosse al cervello; brevi, ma continue. Il risultato? Il sistema nervoso resta in iper-attivazione, come se fosse sempre pronto a reagire a una minaccia, anche quando in realtà non c’è.
Non è un caso che molte persone raccontino di “non riuscire più a rilassarsi davvero”: il corpo rimane in modalità fight or flight anche mentre siamo seduti sul divano. Una condizione sottile, invisibile, ma che alimenta anisao a lungo termine.
Poco sonno, troppi schermi e una routine che non rispetta i ritmi naturali
Un altro fattore chiave è il sonno. Quando dormiamo troppo poco (o male) le aree del cervello che regolano le emozioni diventano più reattive. E così, ciò che in un giorno normale sarebbe un piccolo fastidio (una mail urgente, un imprevisto, una discussione) diventa un detonatore emotivo. Siamo più suscettibili, più stanchi, più vulnerabili allo stress.
Il problema è amplificato dal tempo passato davanti agli schermi, soprattutto nelle ore serali. La luce intensa del computer o della televisione comunica al cervello che “non è ancora ora di dormire”, interferendo con la produzione di melatonina e con la capacità di disattivare gradualmente il sistema nervoso. E quando andiamo a letto con lo smartphone in mano, portiamo con noi anche tutte le sue notifiche, informazioni e stimoli non elaborati. Il risultato? Un sonno meno profondo, più risvegli notturni e maggiore anisao al mattino.
Infine, c’è un elemento spesso sottovalutato: il sovraccarico decisionale. Tra lavoro, messaggi, social, email, appuntamenti, scadenze e notifiche, ogni giorno prendiamo centinaia di micro-decisioni. Questo crea un affaticamento mentale che il nostro sistema non è progettato per sostenere a lungo senza pause. E quando il cervello si sente “sovraccarico”, l'ansia trova terreno fertile.
Cosa possiamo fare per controllare e ridurre l'ansia
La buona notizia è che per ridurre l'ansia non servono cambiamenti drastici: spesso bastano piccoli aggiustamenti inseriti nella routine quotidiana.
Gli psicologi suggeriscono, ad esempio, di evitare di iniziare la giornata con il telefono in mano. Concedersi anche solo dieci o quindici minuti di “risveglio lento”, senza notifiche né stimoli digitali, aiuta il sistema nervoso a non attivarsi subito in modalità allerta.
Allo stesso modo, introdurre brevi pause durante la giornata (anche solo una manciata di secondi per fare stretching, chiudere gli occhi e fare un paio di respiri profondi) permette al corpo di ritrovare un ritmo più regolare e meno reattivo.
Un altro accorgimento utile riguarda le notifiche: limitarle significa ridurre quel flusso costante di micro-sollecitazioni che mantiene la mente in tensione.
Anche la gestione degli schermi serali può fare una grande differenza: tenere il telefono lontano dal viso o ridurre il tempo trascorso online prima di dormire aiuta il cervello a produrre melatonina e a prepararsi al riposo.
Infine, muoversi un po’ ogni giorno, anche per pochi minuti, contribuisce a sciogliere la tensione accumulata e a rimettere in circolo energie più equilibrate. È un modo semplice per ricordare al corpo che non deve restare sempre in modalità emergenza: può rallentare, respirare, ritrovare il proprio centro.
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Ecco il segreto per impacchettare i regali di Natale in 4 mosse

Impacchettare i regali di Natale per molti è un task più difficile e impegnativo che scegliere e comprare un pensiero per tutti.
Nonostante la sua apparente semplicità, l’idea di carta stropicciata, scotch visibile e fiocchi sbilenchi può mettere in crisi tutti, ma soprattutto gli amanti della precisione con poca dimestichezza coi lavoretti manuali.
La buona notizia però è impacchettare i regali di Natale in modo ordinato ed elegante non richiede talento artistico né materiali costosi, ma solo un po’ di metodo e qualche accorgimento pratico.
Con pochi passaggi mirati e un approccio più attento ai dettagli, anche il pacchetto più semplice può trasformarsi in una confezione curata e armoniosa, capace di valorizzare il regalo e di fare la una bellissima figura sotto l’albero, senza l’effetto improvvisato dell’ultimo minuto.
**5 trucchi per scrivere bigliettini di auguri di Natale originali (senza chiedere a ChatGPT)**
Come impacchettare i regali di Natale: i consigli da seguire passo dopo passo
(Continua sotto la foto)
1. Scegliere carta e materiali (pochi, ma giusti)
Il primo errore quando si cerca di capire come impacchettare i regali è pensare che servano mille decorazioni. In realtà, meno materiali si usano, più il pacchetto risulta elegante.
La scelta della carta è fondamentale: meglio una carta leggermente più spessa, facile da piegare e meno soggetta a strapparsi. Le carte troppo sottili o lucide, invece, tendono a segnarsi subito e a rendere le pieghe imprecise.
Per andare sul sicuro, puntate su colori neutri o naturali (come carta kraft, bianco, verde bosco, rosso scuro) e abbinate un solo elemento decorativo: uno spago, un nastro in tessuto, un filo dorato. Anche materiali semplici come carta da pacchi e spago da cucina possono diventare molto chic se usati con coerenza.
2. Tagliare e piegare con precisione (il passaggio che fa la differenza)
Uno dei segreti di come impacchettare i regali bene è la precisione. Prima di tutto, misurate la carta appoggiando il regalo al centro e assicurandovi che i lati coprano completamente l’oggetto senza eccessi. Troppa carta rende difficile gestire le pieghe, mentre troppo poca vi costringerà a rattoppare all’ultimo minuto.
Quando piegate, fatelo con calma: passate il dito lungo i bordi per segnare le pieghe e ottenere linee nette. Anche i lati corti vanno chiusi con ordine, piegando prima verso l’interno e poi verso il centro.
Questo passaggio, spesso sottovalutato, è quello che trasforma un pacchetto “fatto in fretta” in uno visivamente pulito.
3. Chiudere bene (e nascondere lo scotch)
Un altro punto chiave di per impacchettare i regali di Natale alla perfezione è la chiusura. Lo scotch serve, ma non deve mai essere protagonista. Usatelo solo dove serve davvero e cercate di nasconderlo all’interno del pacchetto o sotto le pieghe. Se la carta è stata tagliata correttamente, basteranno pochissimi pezzetti.
Il resto del lavoro può farlo il nastro o lo spago: un giro semplice, un nodo ben stretto e magari un doppio passaggio intorno al pacchetto sono più che sufficienti.
Evitate fiocchi troppo grandi o complessi se non siete pratiche: un nodo pulito risulta sempre più elegante di un fiocco sproporzionato.
4. Il dettaglio finale che personalizza davvero il regalo
L’ultimo passaggio è quello che rende il pacchetto unico. Non serve esagerare: un solo dettaglio basta. Un bigliettino scritto a mano, un rametto di pino, una fettina d’arancia essiccata, un’etichetta in carta riciclata.
Il consiglio è di scegliere un dettaglio coerente con il resto del pacchetto e ripeterlo su tutti i regali: questo crea un effetto armonioso sotto l’albero e dà subito l’idea di cura e attenzione.
Alla fine, imparare come impacchettare i regali di Natale non significa puntare alla perfezione, ma dedicare qualche minuto in più a un gesto che parla di tempo e presenza. Ed è proprio questo, spesso, il regalo più bello da ricevere.
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Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, più comfort, più tecnologia

Chi è al volante, guida rilassato. I passeggeri a bordo, intanto, si godono il viaggio in classe extra-comfort. Un’alchimia perfetta, frutto delle qualità distintive del Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, comfort, tecnologia, sostenibilità e accessibilità, il tutto made in Europe, a Rennes, in Francia, nello storico stabilimento del marchio.
Se nel sovraffollato mercato dei SUV farsi notare non è facile, la nuova ammiraglia Citroën non passa di certo inosservata. Non è solo per il restyling estetico, è anche per quell’evoluzione di sostanza che ha portato la vettura verso un’idea di funzionalità e di utilizzo superiore. In un mercato dove spesso ci si concentra solo sulle prestazioni o sul design delle linee, infatti, Citroën punta sull'ergonomia.
Il risultato? Un SUV diverso da tutti gli altri, progettato per chi vive l’auto come un’estensione della propria casa, per chi affronta il traffico quotidiano o lunghi trasferimenti stradali e cerca un ambiente che "ammortizzi" non solo le buche, ma anche lo stress della giornata. Il modello è ideale per le famiglie, ma anche per il mercato B2B/fleet.
Design più maturo e scolpito
Rispetto alle linee arrotondate del passato, il Nuovo SUV Citroën C5 Aircross adotta un volto più deciso e aerodinamico. Il frontale è stato completamente ridisegnato, sono nuovi i fari a LED e altri dettagli eleganti che ne esaltano il carattere e fanno la differenza.
Un "tappeto volante"
Uno dei punti di forza della vettura è il sistema di sospensioni con smorzatori idraulici progressivi (Progressive Hydraulic Cushions®). In parole semplici? Significa che l’auto assorbe le buche e le irregolarità del terreno in modo fluido, regalando quella sensazione di "tappeto volante" tipica della tradizione Citroën.
Come nel salotto di casa
Se il design esterno cattura l’occhio, è l’abitacolo del Nuovo SUV C5 Aircross a convincere definitivamente chi cerca un’esperienza di guida decompressiva.
Citroën ha lavorato per trasformare l’interno in un vero e proprio "salotto". Il concetto di Sofa Design si traduce in sedute ampie e accoglienti, un’illuminazione ambientale estesa, la presenza di elementi d'arredo e l’uso di tessuti che riprendono i codici dell'interior design.
A seconda degli allestimenti, l’uso dell’Alcantara o della pelle con impunture a contrasto non serve solo all'estetica, ma trasmette una sensazione tattile di calore.
Sotto il rivestimento superficiale, i sedili nascondono uno strato di 15 mm di schiuma strutturata che evita l'effetto di "affossamento" tipico delle sedute troppo morbide, garantendo sostegno posturale anche dopo ore di viaggio.
Accanto alla comodità, il sistema di Ambient Lighting - illuminazione d’ambiente - definisce l’atmosfera desiderata a bordo: i punti luce discreti posizionati nei vani portaoggetti, nel tunnel centrale e lungo la plancia creano una luce soffusa che riduce l’affaticamento visivo durante la guida notturna.
Questa "bolla luminosa" esalta i volumi dell'abitacolo e aumenta la percezione di spazio e protezione, rendendo l'ambiente accogliente come una stanza ben illuminata.
Tutto a portata di mano
L’ottimizzazione dell’ergonomia sul Nuovo SUV C5 Aircross passa per una riprogettazione della console centrale, ora più pulita e razionale.
La seduta è alta per dominare la strada, ma qui è stata affinata per garantire che ogni comando sia dove il conducente si aspetta di trovarlo. Il nuovo posizionamento dello schermo da 10" è studiato per essere perfettamente in linea con lo sguardo, riducendo i movimenti della testa e permettendo di mantenere la massima concentrazione sulla guida. L'obiettivo è semplice: fare in modo che il conducente abbia tutte le informazioni davanti a sé e a portata di mano, in modo da poter guidare in tranquillità e ridurre lo stress, con l'ausilio di schermi digitali che offrono chiarezza e grafica accattivante.
Gamma completamente elettrificata
Per la prima volta anche 100% elettrico, Nuovo SUV C5 Aircross è disponibile in due versioni, la più equilibrata e accessibile Comfort Range, dotata di un motore da 210 CV / 157 kW abbinato a una batteria da 73 kWh, per un'autonomia di 520 km, e la Long Range, con motore da 230 CV/170 kW e una batteria da 97 kWh, presto ordinabile, che offrirà un’eccezionale autonomia di 680 km.
Non mancano Nuovo SUV C5 Aircross Hybrid 145 Automatic, la porta d'ingresso all'elettrificazione offerta a 28.900 euro, e Nuovo SUV C5 Aircross Plug-In Hybrid 195 Automat
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