Cosa fare a Roma nel weekend del 13 e 14 aprile

Mercatini, gite fuoriporta, eventi gastronomici, festival e natura: ecco cosa fare a Roma in questo weekend di metà aprile
Se dovete decidere cosa fare nel fine settimana a Roma, vi diamo una mano.
Questo weekend tornano una serie di appuntamenti molto amati: il Gp di Formula E che, dopo aver fatto tappa in altre parti del mondo, arriva anche nella Capitale; l’appuntamento con le birre artigianali della Franconia alla Limonaia di Villa Torlonia.
E poi l’Hippie Market al Circolo degli Illuminati e il National Geographic Festival delle Scienze all’Auditorium della Musica.
Ci sarà anche l’occasione di vedere i ciliegi in fiore all’Orto Botanico di Trastevere dove saranno in programma una serie di appuntamenti in collaborazione con l’Istituto giapponese di cultura.
Per tutti i golosi, torna anche il Gelato Festival a Villa Borghese con tante novità. Preferite il salato? Fate un salto alla Città della Pizza allora: da venerdì a domenica saranno ospiti i migliori pizzaioli d’Italia.
Noi ve le raccontiamo: a voi tocca solo scegliere.
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Città della Pizza al Ragusa OFF
Da venerdì a domenica la Città della Pizza, al Ragusa OFF (piazza Ragusa), apre le porte ai migliori pizzaioli d’Italia: sarà un viaggio, da Nord a Sud, alla scoperta delle tante sfaccettature di questo prodotto unico al mondo.
Tra i protagonisti della manifestazione, Valentino Tafuri della pizzeria 3voglie di Battipaglia che nella giornata di venerdì farà conoscere i suoi nuovi impasti e le proposte del menù di primavera.
Tre le tonde in degustazione, la Bio focaccia alla lattuga (con lattuga mista, prosciutto crudo, mozzarella di bufala campana dop, pomodorini datterini gialli), la pizza a tripla lievitazione, totalmente vegana, chiamata #civuolepiùverde: patè di carciofi bianchi di Pertosa, patate di Castelcivita, pepe nero, un soffritto di sedano, carote e cipolla e salsa al prezzemolo.
Per la categoria pizze classiche Tafuri, presenterà invece la Pizza Margherita Ottocento: pomodoro pelato Bio Casa Marrazzo, Zizzona di Battipaglia, Olio evo Bio Colline Salernitane e Basilico, che unisce classico e moderno in una sola pizza.
L’ingresso è gratuito: www.lacittadellapizza.it.
FrankenBierFest a Villa Torlonia
Per tutto il fine settimana la Limonaia di Villa Torlonia ospiterà la quinta edizione del “FrankenBierFest”, la kermesse dedicata alle birre artigianali tedesche originarie della Franconia (zona nord della Baviera).
Tra le varie, le più particolari presenti all’evento sono le Rauchbier dal tipico aroma affumicato del malto su legno.
Inoltre una birra speciale, prodotta appositamente per il festival, sarà presentata dal Consiglio dell’Associazione birraria di Unfinden, piccolo villaggio della Franconia.
Indirizzo: Limonaia di Villa Torlonia, via Lazzaro Spallanzani, 1A.
Orari: venerdì dalle 17 alle 2, sabato dalle 12 alle 2 e domenica dalle 12 alle 00.30.
E – Prix di Roma
Torna anche quest’anno un appuntamento molto atteso nella Capitale: il Gp di Formula E (monoposto elettriche).
Sabato si disputerà la settima tappa del campionato dell’E-Prix e, come nella scorsa edizione, il tracciato si snoderà lungo le vie dell’Eur (2,8 chilometri tra la Colombo e il Palazzo dei Congressi).
Lo start è previsto intorno alle 16.00.
Per saperne di più www.fiaformulae.com.
National Geographic Festival delle Scienze
Il National Geographic Festival delle Scienze, alla XIV edizione, sarà ospitato fino a domenica all’Auditorium Parco della Musica: in programma conferenze, spettacoli, mostre, exhibit interattivi e laboratori.
Come ogni anno, scienziati, filosofi, storici della scienza, giornalisti e artisti esploreranno le prospettive della ricerca più avanzata attraverso un programma articolato e multidisciplinare che, oltre all’Auditorium, arriva a coinvolgere 47 luoghi tra cui Casa del Jazz, MAXXI, Bioparco, Musei Scientifici, Biblioteche di Roma, Sapienza Università di Roma, Università Tor Vergata e Università Roma 3.
Dalle avveniristiche frontiere della modernità alla celebrazione dei traguardi del passato, il Festival sarà un’occasione per celebrare tre anniversari particolarmente significativi nella storia del genere umano: i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci; il 50° anniversario dell’allunaggio dell’Apollo 11; i 150 anni dalla creazione da parte di Dmitrij Mendeleev della Tavola Periodica.
Per conoscere il programma nel dettaglio www.auditorium.com.
Gelato Festival 2019
Sabato e domenica il “Gelato Festival 2019” arriva a Roma: la città eterna per due giorni diventerà la capitale del gelato di qualità, declinato in tutte le sue forme.
Quest’anno l’evento romano coincide con la gara “Next Generation” che selezionerà il giovane gelatiere che nel 2021 parteciperà ai Gelato Festival World Masters.
Villa Borghese ospiterà la kermesse con 16 tra i migliori gelatieri artigianali under 30 del mondo, ognuno dei quali porterà in assaggio il gusto che l’ha portato al successo internazionale: si potranno assaggiare le loro creazioni e votare per il vostro gelato preferito ma anche scoprire i segreti del mondo del gelato fra assaggi, iniziative a tema e laboratori didattici allestiti all’interno dei tre grandi food truck, incluso il “Buontalenti” che rappresenta il più grande laboratorio mobile di produzione di gelato al mondo.
Il biglietto darà diritto all'assaggio di tutti i gelati in gara, più quelli degli sponsor e alla partecipazione alle attività del villaggio.
Per tutte le info gelatofestival.com.
Porte aperte a Villa Medici
In occasione dell’iniziativa “Porte aperte 2019: Un viaggio nel tempo”, domenica l’Accademia di Francia a Roma - Villa Medici aprirà una sezione del giardino per offrire al pubblico un viaggio nel tempo attraverso i tre momenti storici più importanti che hanno caratterizzato il luogo: l’Antichità, il Rinascimento e la creazione contemporanea.
Le guide di Villa Medici saranno presenti in diversi punti del percorso per condividere con i visitatori i momenti significativi della storia dell’Accademia di Francia a Roma e di Villa Medici.
Orari: 11 - 19 (ultimo ingresso 18.30). www.villamedici.it.
Tulipark Roma
Tulipark è il primo giardino olandese in Italia con migliaia di tulipani, incluse 91 varietà.
Giunto alla seconda edizione, TuliPark offre 26.000 metri quadri per godere delle bellezze di questo fiore.
Le novità non finiscono qui: con l’esclusivo metodo u-Pick si potranno raccogliere i tulipani preferiti e creare il proprio mazzetto a piacimento.
Quest’anno ci saranno anche più spettacoli di intrattenimento e nuove attrazioni; non mancherà anche uno spazio dedicato ai piatti tipici olandesi come le Frikandellen (salamelle impanate), le dutch Kroketten (crocchette olndesi), il formaggio Gouda e le Bitterballen (polpette).
Indirizzo: Via dei Gordiani 73.
Per tutti i dettagli www.tulipark.it.
Giardino di Ninfa
Con la primavera è riaperto un luogo incantato non lontano da Roma: il Giardino di Ninfa, a Cisterna di Latina, che il prestigioso New York Times ha definito il “giardino più romantico del mondo”.
Se avete voglia di fare una gita fuori porta all’aria aperta è quello che fa per voi ed è finalmente riaperto al pubblico con visite guidate di un’ora.
Biglietto intero 15 euro.
Per ogni informazione su date, prenotazioni e orari consultare il sito www.giardinodininfa.eu.
Hippie Market al Circolo degli Illuminati
Domenica, dalle 11.30, prende vita il “Festival Hippie” al Circolo degli Illuminati.
Un'intera giornata da trascorrere tra mercatini, musica, spettacoli, food e discipline olistiche, che promette di trasformare il Circolo degli Illuminati in una piccola Woodstock romana.
Non mancheranno artigianato, vintage, giacche, jeans dipinti a mano, arazzi in macramè, vinili, oggetti per la casa e da collezione, occhiali da sole, piante, stampe, poster, curiosità di ogni genere.
Nel mercatino troverete anche: cristalli, resine, profumatori per ambienti e brucia essenze realizzati in cera di soia, prodotti ecobio per il corpo come saponi, detergenti, creme, oli.
Tra un banco e l’altro si potranno ammirare e acquistare tantissimi prodotti creati con materiali naturali, dal legno alla pietra, dal cuoio all’argento, ma anche quadri e sculture.
Orari dalle 11.30 alle 21.30 in via Libetta 1.
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Cosa fare a Roma a Capodanno e durante le feste

Dove andare e cosa fare a Capodanno a Roma?
Arte, musica, mercatini e buon cibo: sono davvero per tutti i gusti gli appuntamenti in scena nella Capitale in questi ultimi giorni del 2025. Se avete in programma di passare le vacanze di Natale e Capodanno a Roma abbiamo cercato di fare il punto su quello che c'è da fare. Qui sotto i dettagli.
Cosa fare a Roma a Capodanno
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Musica
Anche quest’anno, Roma organizzerà il tradizionale concerto di Capodanno in piazza: l’appuntamento è al Circo Massimo il 31 dicembre, a partire dalle ore 21:00. Sul palco si esibiranno Alessandra Amoroso, Fabri Fibra e Tananai; nel corso della serata non mancherà, come di consueto, la musica di Dimensione Suono Roma, con il dj set di JJ Carrozzo che accompagnerà il pubblico del Circo Massimo fino allo speciale show di Don Cash, per continuare a festeggiare l’arrivo del nuovo anno anche dopo la mezzanotte. Il concerto sarà completamente gratuito.
Christmas World a Villa Borghese
Fino all’11 gennaio, Christmas World farà risplendere Villa Borghese tra spettacolari installazioni luminose, allestimenti scenografici, performance dal vivo, gastronomia a tema e mercatini natalizi. I più piccoli apprezzeranno soprattutto il villaggio di Natale con Babbo Natale e i suoi elfi.
Tra i pezzi forti, le ricostruzioni delle città più iconiche per un percorso immersivo tra tradizioni e culture diverse: dall’Ice Rink di New York, dove pattinare sotto il Ponte di Brooklyn, al The Tree of Lights di Londra. Tra le novità assolute spiccano il vertiginoso Snow Twister nell’Ice Village e la coloratissima North Pole Raceway di Parigi.
Mercatino di Natale
Al Circo Massimo, il 21 dicembre ultimo giorno di Ficus al Massimo – Xmas Edition, dalle ore 10:30 alle 20:00. Un appuntamento ospitato all’interno di Garum, Biblioteca e Museo della Cucina – tra capitelli e sale monumentali – a due passi dal centro storico: oltre 2.000 le idee regalo, tra creazioni artigianali, pezzi unici e produzioni indipendenti realizzati da artisti, designer e creativi.
Moda e sartoria, candele, illustrazioni, ceramiche, quadri, complementi d’arredo, gioielli, cachemire, cappelli, lampade particolari, oggetti in legno, borse, zaini, agende, creazioni floreali, vintage, vinili, libri antichi e una selezione enogastronomica: tante le ispirazioni per i regali “last minute”.
Durante la visita sarà inoltre possibile ammirare la più importante, eclettica e rara collezione privata di arti e letterature culinarie esistente al mondo, aperta gratuitamente al pubblico.
Indirizzo: via dei Cerchi 87
Arte
Il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma è riaperto al pubblico con una proposta espositiva interamente dedicata alla Capitale, sotto la direzione artistica di Cristiana Perrella. La programmazione, fino ad aprile 2026, intreccia arte visiva, musica, cinema, urbanistica e performance per restituire l’immagine di una città intesa come laboratorio aperto e in continuo divenire. Cuore della stagione è UNAROMA, grande mostra collettiva visitabile fino al 6 aprile, che attraverso le opere di oltre settanta artiste e artisti di generazioni e linguaggi diversi racconta una Roma ibrida, intergenerazionale e in costante fermento. Accanto a questa, One Day You’ll Understand. 25 anni da Dissonanze ripercorre, attraverso materiali d’archivio visivi e sonori, l’esperienza pionieristica del festival che tra il 2000 e il 2010 ha reso Roma un punto di riferimento internazionale per la musica elettronica e la cultura digitale. Completano la stagione il nuovo video di Jonathas de Andrade, Sorelle senza nome, un intenso racconto tra memoria, politica e spiritualità, e la mostra Abitare le rovine del presente, che riflette sulle forme contemporanee dell’abitare e sulle politiche di social housing. In occasione della riapertura inaugura anche il cinema del MACRO, una nuova sala nel cuore del museo che propone una programmazione dedicata alla scena cinematografica romana.
Indirizzo: via Nizza 138
Menu delle feste: cenoni di Capodanno e brunch
Nell’anno del suo centenario, l’Hotel Locarno – iconico cinque stelle della Capitale in stile Art Déco, insignito quest’anno della prestigiosa Chiave Michelin – celebra le Festività con una raffinata proposta gastronomica firmata dallo chef Domenico Smargiassi, accompagnata dai cocktail del bartender Nicholas Pinna. Per la Vigilia di Natale è previsto un menu degustazione di pesce tra pan brioche con caviale, antipasti classici come le alici ‘mbuttunate e l’insalata tiepida di mare, uno spaghetto vongole e bottarga, il polpo in umido e la pastiera napoletana come chiusura. Il Pranzo di Natale si arricchisce invece di piatti fuori menu che spaziano dal carciofo alla romana alle tagliatelle ai porcini con tartufo fino alle costolette di agnello alle erbe. Per San Silvestro la cena si sviluppa liberamente sulla carta serale, affiancata da specialità dedicate al Capodanno, dai crudi di pesce ai tagliolini al tartufo, mentre per il Pranzo del 1° gennaio torna il comfort food delle feste con i cappelletti in brodo, piatto simbolo della memoria familiare dello chef.
Accanto alle proposte festive, continua anche il nuovo Bloody Brunch del weekend (ogni sabato e domenica dalle 12:30 alle 16:30), ispirato all’immaginario di Pulp Fiction, con un menu che alterna grandi classici internazionali (dalle uova in diverse varianti al kebab di agnello) ai piatti della tradizione italiana (come la Amatriciana e il Filetto di baccalà in pastella) e un’ampia selezione di Bloody Mary in sei interpretazioni, dal più classico alle versioni speziate. Ma vera protagonista - e qui Tarantino docet - è appunto la sezione ‘Big Kahuna Corner' con tre varianti di burger - manzo, cipolla e coriandolo (Durwood Kirby Burger), manzo, cheddar e ananas grigliato (Big Kahuna Burger) e manzo, doppio cheddar e composta di cipolla (Bloody Burger) - da gustare davanti al camino scoppiettante.
Indirizzo: via della Penna 22
A pochi passi da piazza di Spagna, l’Hotel d’Inghilterra – Starhotels Collezione, storico cinque stelle fresco di restyling, celebra le Feste con una serie di iniziative a tema: dal Tea Time al Cafè Romano (tutti i giorni dalle 16:00 alle 18:00, fino al 16 gennaio), con un ricco carrello di dolci artigianali, lievitati della tradizione, torte fatte in casa e biscotti, accompagnati da cioccolata calda e pregiate miscele di tè, all’aperitivo al Cafè Romano Lounge Bar, con drink list natalizia (non mancano le proposte alcol free, come il Neve Fiorita con Tanqueray 0.0, Tè verde al gelsomino, cordial lime, essenza di arancia, Stillabunt Magic Velvet, soda). E dopo la cena della Vigilia e il pranzo di Natale, il culmine sarà il Cenone di Capodanno, a base di pesce ma senza dimenticare il rito beneaugurante di lenticchie e cotechino alla mezzanotte. A rendere unica la serata, il brindisi sulla nuova Terrazza Romana: un magnifico rooftop panoramico con vista sui tetti della città eterna.
Indirizzo: via Bocca di Leone 14
Per le Feste, The Hoxton Rome si anima con una serie di appuntamenti pensati per chi ama un’atmosfera internazionale e conviviale. Il 25 dicembre torna Lost in Hox – Xmas Edition, il tradizionale party di Natale post-pranzo che, a partire dalle 23:00, trasforma l’iconico Appartamento in un punto di ritrovo tra musica e drink, grazie alla collaborazione con la crew di Lost In Events. Il 31 dicembre, invece, l’hotel festeggia l’arrivo del nuovo anno con una serata speciale che unisce cucina d’autore e intrattenimento. Al ristorante Elio va in scena un set menu esclusivo firmato dallo chef Manuel Mistrangelo, un percorso gastronomico che inizia dai crudi di mare per concludersi con l’immancabile accoppiata lenticchie-cotechino. La notte prosegue con una lunga festa insieme alla crew di Vertigine, tra dj set, musica dal vivo e un brindisi di mezzanotte con Champagne Pommery.
Indirizzo: largo Benedetto Marcello 220
Il primo Natale di art’otel Rome Piazza Sallustio porta la firma dell’artista Pietro Ruffo: una collaborazione a tema intitolata Christmas’ Constellations 2025, dove a prendere forma sono i segni zodiacali. Anche da YEZI, il ristorante e bar ispirato alle tea house asiatiche, il viaggio sensoriale è guidato dalle stelle: proprio qui il 31 dicembre va in scena la New Year’s Eve Celestial Night con una proposta gastronomica che include ostriche, capesante e aragosta, accompagnata da dj set, musica dal vivo, performance artistiche, un angolo dedicato alla lettura dei tarocchi e numerose sorprese pensate per accogliere il nuovo anno in un’atmosfera magica. Senza dimenticare che per tutto il periodo festivo continuano anche i Yum Cha Celestial Brunch, in programma ogni domenica e in date speciali come il 26 dicembre, l’1 e il 6 gennaio.
Indirizzo: piazza Sallustio 18
Per la notte di Capodanno, il Moon Asian Bar - rooftop dell’Hotel Valadier con vista meravigliosa sui tetti di Roma - propone una cena speciale ispirata alla cucina giapponese contemporanea. Il menu degustazione, ideato dall’asian head chef Raoul Fabiani e dall’executive chef Aldo Baglioni, si sviluppa in nove portate e include piatti come il crispy rice con astice, nigiri di ventresca marinata con caviale, uramaki con suzuki e tartufo, gunkan con uni e ikura, sashimi misto, noodles con granchio in stile Singapore, una selezione di tempura e un black cod al miso con caviale, per concludere con un dessert a base di litchi, pistacchio e zenzero. Il tutto accompagnato da cocktail dal twist asiatico e da una selezione di sakè e distillati.
Indirizzo: via della Fontanella 15
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Un "Corpo Libero" dall'obesità: un documentario racconta (senza retorica) la malattia

Iris ha una compagna invadente, da sempre con lei, in ogni fase della sua vita, fin dall’adolescenza: è l’obesità, una prigione da cui riesce ad evadere nel momento in cui impara a volersi bene, a cercare una strada per riprendere in mano la propria vita.
Marco, dopo una carriera sportiva agonistica, comincia a prendere peso, finché non capisce che quel corpo gli impedisce di vivere la vita che vuole e non trova il coraggio di chiedere aiuto e di prendersi cura della sua salute fisica e mentale.
Maria inizia a prendere peso dopo le gravidanze e non riesce più a perderlo; dopo molte diete e molti fallimenti, si rivolge ad uno specialista, iniziando un percorso di rinascita fatto di sforzi e sacrifici, che la porta nuovamente a stare bene con il suo corpo in salute.
Roberto si rifugia nel cibo quando i suoi genitori si separano: un evento che segna la sua adolescenza portandolo all’isolamento e alla solitudine. Ma quando nasce sua nipote qualcosa scatta dentro di lui, vuole ricominciare a vivere, e ci riesce, grazie a un supporto nutrizionale e psicologico.
Oltre lo stigma e i luoghi comuni
Quattro storie diverse, quattro persone ciascuna con il proprio vissuto personale, unico e speciale. Tutte accomunate da una stessa patologia: l’obesità. Una vera e propria malattia cronica, complessa e multifattoriale, affrontata e raccontata con una semantica nuova, oltre lo stigma della grassofobia, attraverso il documentario “Corpo libero”, scritto e diretto da Donatella Romani e Roberto Amato, prodotto da Telomero Produzioni con il patrocinio dell’Associazione pazienti Amici Obesi e realizzato con il contributo non condizionante di Lilly.
Il film vuole superare i luoghi comuni associati a questa malattia e incoraggiare le persone che ne soffrono a intraprendere un percorso di cura.
«Volevamo trovare un equilibrio nella narrativa sull’obesità», dicono Donatella Romani è Roberto Amato. «Da un lato c’è una società intrisa di grassofobia che giudica e stigmatizza i corpi non conformi agli standard di bellezza, generando una profonda solitudine e frustrazione in chi non riesce a perdere peso, dall’altra c’è il rischio che la pur giusta accettazione di sé, lega ta al “body positivity”, faccia dimenticare che il peso in eccesso non è una mera questione estetica, ma un problema di salute che può avere gravi conseguenze nel tempo. L’obesità come ogni patologia va diagnosticata e curata e oggi la ricerca scientifica per la prima volta mette a disposizione terapie che possono ridurre i fattori di rischio e le patologie legate all’obesità».
Le voci degli esperti
Alle voci di Iris, Marco, Maria e Roberto si affiancano quelle della professoressa Anna Maria Colao e del dottor Edoardo Mocini. I due specialisti illustrano i meccanismi biologici alla base dell'obesità e spiegano le nuove possibilità terapeutiche che possono aiutare le persone alle prese con questa malattia cronica a ritrovare la propria salute.
Togliersi un peso e vivere felici
“Corpo libero” è un racconto corale, appassionato, vero, intimo e sincero. E insieme, ispirazionale: passo dopo passo i quattro protagonisti e i due clinici dimostrano che con il giusto approccio e grazie a un supporto nutrizionale e psicologico è possibile guarire dall’obesità e quindi ritrovare la propria salute, la libertà di vivere appieno e con gioia. «Speriamo che il docufilm possa aiutare chi in questo momento non ha la forza di reagire», dicono i protagonisti. «Speriamo soprattutto che la società possa diventare più inclusiva e accogliente con chi ha problemi di peso».
Il primo ottobre l’Italia ha varato, primo Paese al mondo, una legge che definisce l’obesità una patologia cronica, una condizione che riguarda, solo nel nostro Paese, oltre 6 milioni di persone.
La voce narrante è quella di Stefania Rocca, attrice icona del cinema italiano, che accompagna lo storytelling con riflessioni intime e potenti. «Non tutti nascono farfalle e i bruchi non sono consapevoli che un giorno diventeranno farfalle e soprattutto i cambiamenti sono faticosi, richiedono tempo e fanno un po’ paura», dice Rocca, che nel film guida lo spettatore a riflettere sui corpi imprigionati dall’obesità.
Dopo l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma (guarda il video story alla Festa del Cinema su YouTube), il documentario “Corpo libero” è andato in onda su LA7 ed è ora disponibile su Rivedi LA7 e su Amazon Prime Video.
"Corpo Libero", il trailer
Dall'alto, sotto la foto di copertina, alcuni volti del docufilm "Corpo Libero" (su Prime Video): Iris Sani, Presidente della Onlus AMICI OBESI, che ha patrocinato l'opera; Marco; Maria; Roberto.
Nella foto di gruppo, il cast e la produzione del docufilm Corpo Libero sul tappeto rosso della festa del cinema di Roma. Sotto, l'attrice Stefania Rocca, voce narrante nel lungometraggio.
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Come scegliere l'agenda quest'anno ce lo spiega la psicologia

Tutti gli oggetti che possediamo parlano delle nostre caratteristiche, dei nostri bisogni e del modo in cui funzioniamo. Ma c'è un oggetto che parla (o dovrebbe parlare) di noi in modo particolare: l'agenda.
L’agenda è il prolungamento del nostro cervello e della nostra memoria, non potremmo farne a meno e proprio per questo è lo specchio della nostra personalità.
Guardandola capiamo chi siamo e, se viene scelta secondo le nostre caratteristiche, possiamo semplificarci nettamente la vita.
Ogni personalità ha la sua agenda ideale, ecco come sceglierla.
Come scegliere l'agenda in base alla propria personalità
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Agenda digitale o cartacea?
L’agenda digitale è per chi ha bisogno di tenere tutto organizzato e sotto controllo.
È sempre disponibile, non bisogna portarsela in giro con il rischio di dimenticarla, si può modificare in tempo reale perché basterà avere lo smartphone.
È l'ideale per chi gestisce tanti impegni familiari e lavorativi, se è frequente avere imprevisti o cambi di programma, si ha bisogno di notifiche per ricordarsi cosa fare e soprattutto se si vuole poter condividere in tempo reale i propri impegni con altre persone - a lavoro o in famiglia.
L’agenda cartacea invece è l'ideale per chi considera la considera anche uno spazio di pensiero o di riflessione, se si ha la necessità di mettere nero su bianco i propri pensieri e si prova piacere nello spuntare le liste di cose da fare - fatte.
Sceglietela anche se amate esprimervi grazie alla scrittura, o se siete nostalgici e amate l’idea di poterla riguardare tra qualche tempo.
Quella in foto qui sopra è l'agenda non datata classic di Moleskine.
Niente vieta di averle entrambe - cartacea e digitale - scelta ideale per quelle personalità che hanno bisogno di essere super organizzate ma che vogliono anche pause dal digital per idee e riflessioni.
L'alternativa, per chi ha bisogno di segnarsi gli impegni anche mentre è in giro ma preferisce l'agenda cartacea, è l'agenda in formato mignon come la The Mini Notebook Charm disponibile anche in nero e rosa della BLACKPINK collection: è mini, ma ha lo spazio per tutto (in foto qui sopra).
L’agenda super organizzata o creativa
Ci sono agende scritte in modo iper organizzato in cui non si ammette cambiamento e che, se ci fosse un imprevisto, manderebbe a monte una pagina interna.
Altre invece colorate, giocose, creative che raccontano di spiriti liberi che non hanno voglia di essere incasellati - in questo caso potreste pensare a "disegnarla" voi partendo da un taccuino bullet (in foto qui sopra).
L’agenda super organizzata, con il dettaglio orario giornaliero e magari anche la visione d’insieme settimanale, è l'ideale per chi ama la precisione.
Se vi piace la suddivisione netta e visibile, magari utilizzate colori per distinguere per categorie, potrebbero esservi utili le checklist e obiettivi settimanali o mensili.
Siete persone affidabili, razionali, pragmatiche e date molta sicurezza a chi vi sta intorno.
Attenzione solo alla rigidità: siete talmente a posto giusto che potete concedervi anche di lasciarvi andare.
L’agenda creativa invece fa per chi ha bisogno di scrivere, disegnare, appuntare idee o sensazioni, magari foto o sticker.
Siete sensibili e divertenti, non avete paura di perdervi qualcosa perché semplicemente non succederebbe niente.
Se diventa troppo però potreste intaccare anche gli appuntamenti più importante. Occhi aperti!
L’agenda motivazionale o quella seria e professionale
L’agenda motivazionale è per chi ha bisogno di essere spronato, rinforzato e sostenuto nelle sue sfide quotidiane.
Il tempo sarà gestito ma anche utilizzato per una vera e propria evoluzione personale in cui si potranno segnare i successi e gli obiettivi raggiunti.
Se scegliete questa agenda avete sicuramente un’ottima propensione al miglioramento e dovreste provare le agende Life planner (in foto qui sopra) che consentono di mettere nero su bianco i propri progressi.
L’agenda seria e professionale è per i più composti ed eleganti. Nessun bisogno di cose in più, vince la semplicità e il bisogno di ordine.
Non siete da giri di parole, preferite essere pragmatici e andare dritti al punto della questione e dei vostri piani.
Amate le liste da spuntare, la costanza e la pianificazione rigorosa. Anche se niente vi vieta di scegliere un'agenda classicissima dentro ma spaziale fuori (come quella NASA-inspired di Moleskine).
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A Natale sono tutti più tristi? La psicologa spiega perché
Per molti il Natale è sinonimo di calore, famiglia, magia. Per altri – spesso silenziosamente – è un periodo emotivamente più faticoso del resto dell’anno. A dicembre, infatti, si attiva un copione sociale potentissimo: dovresti essere felice adesso; e quando non lo sei, la tristezza pesa il doppio.
È quello che la dott.ssa Angela Persico, psicologa di Doctolib.it - piattaforma digitale che consente di prenotare visite e gestire la propria salute in modo semplice e gratuito - definisce “pressione della felicità”.
“La fatica psicologica del Natale spesso non è nella tristezza in sé, ma nel peso schiacciante del giudizio che le riversiamo addosso. Siamo immersi in una narrazione di felicità obbligatoria che trasforma emozioni normali in fonte di grande disagio”.
Il “divario emotivo” che fa male
Alla base c’è un meccanismo preciso: lo scarto tra come ci sentiamo e come “dovremmo” sentirci.
“Il dolore scaturisce dalla frattura tra il nostro mondo interno, autentico, e il copione di felicità obbligatoria che la società ci consegna a dicembre”, spiega Persico.
In psicologia si parla di “emotional mismatch”, il “divario emotivo”: quando l’esperienza reale (stanchezza, malinconia, stress) collide con l’imperativo esterno (gioia, armonia, gratitudine), si attiva un “giudice interiore” ipercritico che rifiuta un'emozione legittima come la tristezza, perché percepita "fuori luogo" (a causa della vergogna di provarla in maniera dissonante al contesto).
Il paradosso è che la sofferenza aumenta proprio perché proviamo a combatterla. “Cerchiamo di fuggire da stati interni legittimi perché li consideriamo ‘inaccettabili’ in quel contesto. Più combattiamo un’emozione, più le diamo potere”, sottolinea la psicologa.
Social e “Natale editato”: quando il confronto diventa tossico
A rendere più difficile il periodo, oggi, c’è un amplificatore enorme: i social.
“A dicembre ci mostrano un Natale ‘editato’, dove ogni momento è un highlight, ogni relazione è armoniosa, ogni tavola impeccabile. Così confrontiamo il nostro dietro le quinte con il palcoscenico altrui”, dice Persico. Il risultato è un confronto sociale “truccato” che alimenta inadeguatezza e una vera e propria “FOMO natalizia”: la sensazione che “tutti stiano vivendo il Natale perfetto tranne me”.
Spot e film: lo “script” che promette un lieto fine garantito
Anche la narrazione cinematografica tradizionale contribuisce a costruire un modello irraggiungibile. “Spot e film ci propongono un Natale da fiction: una trama semplice con un lieto fine garantito dalla magia. Promettono che i conflitti taceranno, le assenze saranno colmate e la felicità sarà uniforme”, spiega Persico. Quando la realtà non coincide con quello script, non arriva solo delusione, ma il rischio di svalutare la propria storia: “Ci sentiamo in difetto per non corrispondere a una finzione”.
Perché dicembre riapre ferite: il Natale come “faro emotivo”
C’è poi un altro motivo per cui le feste “riattivano” ciò che sembrava sopito. “Le feste sono marcatori temporali potenti: il Natale è un faro emotivo che illumina il divario tra ‘cosa era’ e ‘cosa è’”, dice Persico. Odori, luci, musiche e rituali diventano trigger che riportano alla mente ricordi e stati emotivi, rendendo più presente ciò che manca: lutti, separazioni, cambiamenti. Si tratta di una reazione legata al significato profondo di ciò che abbiamo vissuto.
I nuovi volti della solitudine (spesso invisibili)
Quando si parla di solitudine natalizia, si pensa subito agli anziani. Ma oggi i “volti” della fragilità sono ancora di più e spesso invisibili: “È una solitudine di transizione o di ruolo: persone perfettamente inserite nella vita sociale che a Natale si sentono psicologicamente fuori posto perché la loro verità non ha spazio nello script della festa”.
Tra chi può soffrire di più, la psicologa indica giovani fuori sede o expat, sospesi tra autonomia e bisogno di radici; genitori separati, che vivono la frammentazione dei tempi con i figli contro il mito della “famiglia unita”; chi vive un lutto, una malattia o un cambiamento importante, per cui le feste diventano un attivatore; chi affronta difficoltà economiche, amplificate dall’obbligo implicito di regali e cene; chi vive infertilità o lutti perinatali, il cui dolore è spesso reso invisibile “per non rovinare la festa”.
Tutti possono sentirsi soli, anche in mezzo agli altri
La solitudine più dolorosa non coincide con l’assenza di persone, ma con l’assenza di risonanza emotiva. “Ci si sente soli quando si è presenti con il corpo, ma il sé autentico deve rimanere nascosto. È la solitudine della performance obbligatoria: sei guardato, ma non visto”, spiega Persico. E nelle riunioni familiari si riattivano copioni antichi: ruoli infantili, aspettative, paragoni e “domande scomode” che diventano richieste di conformità.
Domande scomode: come rispondere senza farsi travolgere
“Quelle domande spesso non cercano risposte, ma riaffermano gerarchie e aspettative. La strategia non è trovare la risposta perfetta, ma proteggere il proprio spazio emotivo”, dice la psicologa. La chiave è disinnescare e reindirizzare: rispondere con eleganza, senza entrare in un campo minato.
Un “kit di primo soccorso emotivo” per un Natale più sostenibile
La buona notizia è che non serve “farsi andare bene tutto”, né inseguire il Natale perfetto. “Il vero benessere non si costruisce aggiungendo obblighi: si costruisce con discernimento, sottraendo il superfluo per fare spazio all’essenziale”.
Tra i consigli pratici dati dalla dottoressa Persico:
Micro-ancoraggi sensoriali: un minuto sui cinque sensi o sul respiro per interrompere la spirale del rimuginio.
Auto-compassione: sostituire il “non dovrei sentirmi così” con una voce interna più gentile e realistica.
Confini: imparare a dire “no” con assertività gentile; un “no” alla pressione può essere un “sì” al proprio benessere.
Social più consapevoli: ridurre lo “scroll automatico” e ricordarsi che si stanno guardando momenti scelti, non la vita reale.
Nuovi rituali: creare un Natale “su misura”, senza colpa.
Persico propone anche un modello semplice, i “tre permessi”: il permesso di scegliere (ridurre e selezionare ciò che conta davvero), di creare (inventare rituali nuovi che rispecchino chi siamo oggi) e di riposare (pianificare il recupero, non arrivarci per sfinimento).
“La via d’uscita non è lottare per sentirsi diversi, ma riconoscere ciò che si prova con gentilezza e ridurre la pressione di aderire a copioni emotivi che non ci appartengono”, conclude la psicologa. “Un Natale sostenibile è un Natale intenzionale: non significa fare di meno, ma fare con più autenticità”.
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