Semi di chia: tutti i benefici per la salute di questo superfood

Sono piccoli, leggeri, quasi invisibili nel piatto. Eppure, i semi di chia racchiudono un potere nutrizionale sorprendente. Da qualche anno sono entrati a pieno titolo nella lista dei superfood più apprezzati da nutrizionisti e appassionati di benessere.
Scopriamo insieme quali sono i benefici principali — documentati da numerosi studi e sempre più confermati anche da esperti in nutrizione — e come integrarli con semplicità nella routine alimentare di ogni giorno.
**5 superfood che fanno super-bene alla salute**
(Continua sotto la foto)
I semi di chia fanno bene al cuore
Uno dei motivi principali per cui i semi di chia vengono apprezzati dagli esperti riguarda la salute cardiovascolare. Questi semi sono infatti ricchi di acidi grassi omega-3, in particolare acido alfa-linolenico (ALA), noti per la loro capacità di ridurre l’infiammazione e abbassare i livelli di colesterolo cattivo (LDL), aumentando allo stesso tempo quello buono (HDL).
Un mix che contribuisce a proteggere il cuore, riducendo il rischio di ipertensione, infarti e ictus. Insomma, un alleato potente per chi vuole prendersi cura della propria salute partendo dalla tavola.
Sostengono la digestione
Se ci sono problemi legato alla regolarità intestinale, i semi di chia possono offrire un aiuto concreto. Grazie all’elevato contenuto di fibre — sia solubili che insolubili — favoriscono la motilità intestinale e aiutano a contrastare la stitichezza. Le fibre solubili, in particolare, creano una sorta di gel nello stomaco che rallenta la digestione e prolunga il senso di sazietà.
Il risultato? Una pancia più leggera e un intestino più felice, senza bisogno di ricorrere a soluzioni drastiche.
Aiutano a dimagrire
Il senso di sazietà prolungato che i semi di chia garantiscono li rende perfetti per chi è attento alla linea e vuole perdere qualche chilo. Inserirli nella propria dieta quotidiana può aiutare a tenere a bada gli attacchi di fame e, grazie all’elevato apporto di proteine vegetali, anche a mantenere il tono muscolare durante una dieta ipocalorica.
Non fanno miracoli, è chiaro, ma sono un ottimo supporto per chi vuole perdere peso in modo sano e naturale.
I semi di chia rafforzano le ossa
Oltre a fibre e omega-3, i semi di chia contengono anche una notevole quantità di calcio, fosforo e magnesio: tre minerali fondamentali per la salute delle ossa. Una porzione di circa 30 grammi di semi di chia apporta più calcio di un bicchiere di latte, rendendoli particolarmente utili in fase di crescita, in gravidanza o in menopausa, quando il fabbisogno di questi nutrienti aumenta.
Senza contare che sono una fonte vegetale, quindi adatti anche a chi segue un’alimentazione vegana o senza lattosio.
Regolano la glicemia
Altro beneficio spesso sottovalutato riguarda la capacità dei semi di chia di aiutare a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue. Le fibre presenti in questi semi rallentano l’assorbimento dei carboidrati, prevenendo i picchi glicemici post-prandiali e contribuendo così a una migliore gestione della glicemia, particolarmente utile per chi soffre di diabete di tipo 2 o ha una predisposizione familiare.
Un piccolo gesto che può fare una grande differenza nel lungo periodo.
Come integrare i semi di chia nella propria dieta quotidiana
La buona notizia è che i semi di chia sono estremamente versatili. Hanno un sapore neutro e si prestano a moltissime preparazioni, dolci e salate.
Ad esempio, si possono aggiungere direttamente a frullati, yogurt, porridge e insalate, oppure utilizzare per preparare i famosi chia pudding: basta mescolarli a una bevanda vegetale o a del latte, lasciare riposare per qualche ora in frigorifero, e aggiungere frutta fresca, miele o cannella per un dessert sano e bilanciato.
Anche nei prodotti da forno, come pane, muffin o biscotti, i semi di chia possono diventare un ingrediente prezioso, arricchendo l’impasto di fibre e micronutrienti.
hi ama sperimentare potrà anche utilizzarli come alternativa all’uovo in ricette vegane: basta mescolare un cucchiaio di semi con tre cucchiai d’acqua e attendere qualche minuto affinché si formi un composto gelatinoso.
Attenzione solo a non esagerare: la dose consigliata è di circa 15-20 grammi al giorno (l’equivalente di uno o due cucchiai). E va sempre abbinata a una buona idratazione, visto che i semi assorbono molta acqua.
© Riproduzione riservata
In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

Non è Capodanno senza il Cotechino con le lenticchie, un abbinamento tradizionale che, se mangiato alla mezzanotte, si dice porti fortuna e prosperità per l'anno nuovo.
Ma allora perché concederselo solo durante le Feste? Il Cotechino Modena IGP è un ottimo prodotto italiano che si presta perfettamente anche a ricette gourmet, da servire non solo durante la stagione fredda, soprattutto perché meno calorico di quanto si pensi.
In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP
(Continua sotto la foto)
Ogni anno, arriva puntuale il momento di scegliere il menu per il pranzo di Natale e il cenone di Capodanno. L’usanza (ma anche l’indubitabile bontà e gusto) vuole che il Cotechino sia sempre e comunque presente a tavola e, per abitudine, siamo soliti proporlo con i classici abbinamenti lenticchie e purea di patate.
Ma per stupire parenti e amici sappiate che ci sono ricette raffinate e innovative che combinano insieme tradizione e modernità.
Proprio il Consorzio di tutela Zampone e Cotechino Modena IGP – che oggi conta 13 aziende, tra i principali produttori dei due prodotti insigniti dell’ambito riconoscimento “Indicazione Geografica Protetta” – ha deciso di lanciare una sfida ai consueti luoghi comuni.
E così, grazie al coinvolgimento dello chef Luca Marchini del ristorante stellato L’erba del Re di Modena, sono venuti fuori piatti insoliti e originali come il Cotechino croccante accompagnato con zabaione semi salato, cipolle all’aceto balsamico di Modena ed emulsione oppure la Pasta all’uovo con un ragù di Zampone, fondo bruno e cioccolato fondente.
Ricette che fanno venire l’acquolina ancora prima di sentire il profumino che sprigionano in pentola e – ottima notizia! – contrariamente ai pregiudizi, si possono gustare senza grandi sensi di colpa. Sì perché il Cotechino ha meno calorie di quanto si pensi: un etto corrisponde a circa 250 calorie, un apporto inferiore a quello di un piatto di pasta scondita ed equivalente a quello di una mozzarella.
Altro mito da sfatare: il colesterolo è presente in quantità simili a quello contenuto nel pollo o nella spigola e comunque inferiori a quelle presenti in tanti alimenti che consumiamo abitualmente come le uova, frutti di mare o formaggio grana.
Questo prodotto dalla lunga storia e tradizione – una miscela di carni suine ottenute dalla muscolatura striata, grasso suino, cotenna, sale e pepe intero e/o a pezzi – rispetto al passato, ha visto ridursi il contenuto di grassi e sodio e oggi è in linea con i suggerimenti della moderna scienza nutrizionale.
Lo dicono gli esperti, e in particolare le recenti analisi dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (ex INRAN ora CREA NUT): il Cotechino non solo ha un elevato contenuto di proteine nobili e un moderato contenuto di grassi (perché persi in parte con la cottura) ma anche più grassi insaturi rispetto a quelli saturi ed è ricco di vitamine del gruppo B e di minerali, soprattutto ferro e zinco.
Si tratta poi di un prodotto costantemente controllato proprio perché tutelato da un Consorzio, ormai attivo da oltre 20 anni, che ne garantisce la produzione nel territorio previsto dal disciplinare (Modena, Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, Milano, Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Mantova, Verona e Rovigo), secondo l’originale e tradizionale ricetta (determinati ingredienti, proporzioni e spezie) e rispettando precise caratteristiche qualitative (colore, sapore e soprattutto un contenuto minimo di proteine e massimo di grassi).
E poi, ultimo ma non per importanza, da considerare la velocità di preparazione di questo piatto. Quanto quella di un piatto di pasta, tra ebollizione e cottura: proprio così. Grazie al packaging in alluminio della versione precotta, che richiede una cottura in acqua bollente, ci vogliono solo 20 minuti. Quindi, cos’altro aspettare? Se già state sognando un bel piatto di Cotechino fumante, il conto alla rovescia è già partito e da questo momento avrete meno di un quarto d’ora per sbizzarrivi!
Se volete cimentarvi in ricette alternative con il Cotechino Modena IGP – un prodotto la cui origine risale addirittura al Cinquecento – potete consultare la sezione ricette del sito web del Consorzio con un’ampia serie di proposte che vanno dal brunch all’aperitivo.
Pubblicazione finanziata con la Legge Regionale dell’Emilia-Romagna n. 16/95
© Riproduzione riservata