Quanto zucchero al giorno possiamo mangiare senza compromettere la salute?

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Le linee guida: quanto zucchero possiamo davvero consumare
Secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, gli zuccheri aggiunti, cioè quelli che vengono aggiunti a cibi e bevande durante la lavorazione o la preparazione, non dovrebbero superare il 10% delle calorie giornaliere, e idealmente restare sotto il 5%.
Tradotto: per chi segue una dieta di circa 2000 calorie, si parla di un massimo di 25 grammi al giorno, cioè più o meno sei cucchiaini di zucchero.
E no, non si tratta solo dello zucchero che aggiungiamo nel caffè o nei dolci fatti in casa. Ci sono gli zuccheri “nascosti” in tantissimi alimenti industriali: dal ketchup ai cereali, dagli yogurt alla frutta ai succhi confezionati.
La distinzione più importante da tenere a mente è tra gli zuccheri naturali, contenuti in frutta, verdura e latte, e quelli aggiunti o liberi, cioè presenti in bevande zuccherate, snack, salse e dessert.
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Dove si nasconde lo zucchero (anche se non ce ne accorgiamo)
Se pensate che lo zucchero sia presente solo nei dolci, preparatevi a ricredervi. Molti alimenti che consideriamo “neutri” o addirittura salutari ne contengono più di quanto immaginiamo.
Gli yogurt alla frutta, ad esempio, possono arrivare a quattro cucchiaini per vasetto, mentre bevande vegetali e succhi confezionati spesso nascondono zuccheri aggiunti anche quando si presentano come “naturali”.
Lo stesso vale per salse pronte condimenti per insalate, dove una sola porzione può superare i dieci grammi. E poi ci sono pane in cassetta, crackers e cereali fit, che usano zucchero per migliorare consistenza e sapore, finendo per essere molto meno salutari di quanto sembri.
Per accorgersene, basta leggere le etichette con un po’ di attenzione: lo zucchero raramente si chiama “zucchero”. Si traveste da sciroppo di mais, destrosio, maltosio, fruttosio, glucosio o succo d’agave. Se uno di questi compare tra i primi tre ingredienti, vuol dire che la quantità è tutt’altro che marginale.
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Quando lo zucchero diventa troppo: gli effetti sull’organismo
Consumare zucchero non è di per sé un problema: è una fonte di energia rapida e, in piccole dosi, il cervello ne ha bisogno. Ma l’eccesso, e soprattutto il consumo continuo, può innescare una catena di effetti indesiderati.
A livello fisico, l’eccesso di zuccheri aggiunti è associato a un aumento del rischio di sovrappeso, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari, oltre a favorire la comparsa di carie dentali. A livello energetico, provoca sbalzi di glicemia che possono tradursi in picchi e cali improvvisi di energia, fame nervosa, irritabilità e difficoltà di concentrazione.
E poi c’è un impatto più silenzioso ma altrettanto reale: l’abitudine al gusto dolce. Più zucchero mangiamo, più il nostro palato tende a “pretenderlo”, alterando la percezione del gusto naturale dei cibi. Il risultato? Anche la frutta inizia a sembrarci meno dolce di una merendina.
Come gestire la voglia di dolce (ma senza rinunce)
Il punto non è vivere una vita senza dolci, ma imparare a bilanciarli. Ci sono infatti alcuni accorgimenti semplici che possono aiutarvi a ridurre lo zucchero senza sentirne la mancanza.
Iniziate dalla colazione: scegliere yogurt bianco naturale e dolcificarlo con frutta fresca o un pizzico di miele è un modo per ridurre subito l’apporto di zuccheri raffinati. Bevete acqua o tisane invece di succhi confezionati o bibite, e preferite cereali integrali, avena o pane con farine non raffinate.
Durante la giornata, non saltate i pasti principali: mangiare regolarmente aiuta a mantenere stabile la glicemia e a ridurre la voglia improvvisa di dolci. Abbinare fonti di proteine e fibre (come frutta secca, yogurt, legumi, cereali integrali) ai carboidrati rallenta l’assorbimento degli zuccheri e stabilizza i livelli energetici.
E se la voglia di dolce arriva comunque, meglio scegliere con consapevolezza: un dessert fatto in casa, una fetta di torta preparata con farine integrali o un quadretto di cioccolato fondente soddisfano la mente e il palato senza sensi di colpa.
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