Quanto zucchero al giorno possiamo mangiare senza compromettere la salute?

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Dai caffè agli snack: ecco quanto zucchero consumiamo davvero ogni giorno e come imparare a gestirne la voglia con equilibrio

C’è un momento della giornata in cui tutti cediamo un po’ allo zucchero. Un cappuccino al bar, un dolcetto dopo pranzo o una bibita gasata a metà pomeriggio per tirarci un po' su. Non è (solo) gola, ma una forma di abitudine, a tratti un riflesso automatico, che scandisce le nostre giornate più di quanto pensiamo. Così facendo però, finiamo spesso per consumare molto più zucchero di quanto immaginiamo.

La verità è che lo zucchero è ovunque, spesso dove non ce lo aspettiamo, e capire quanto ne assumiamo davvero non è semplice.

Quindi? Quanto zucchero possiamo davvero consumare al giorno? La verità è che il problema non è tanto il dolce che scegliamo, ma quanto spesso non ci accorgiamo di farlo.

Dare una risposta a questa domanda può quindi fare una grande differenza per la nostra energia, il nostro umore e il nostro benessere in generale. 

**Cosa succede al corpo se si smette di mangiare zucchero**

(Continua sotto la foto) 

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Le linee guida: quanto zucchero possiamo davvero consumare

Secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, gli zuccheri aggiunti, cioè quelli che vengono aggiunti a cibi e bevande durante la lavorazione o la preparazione, non dovrebbero superare il 10% delle calorie giornaliere, e idealmente restare sotto il 5%.

Tradotto: per chi segue una dieta di circa 2000 calorie, si parla di un massimo di 25 grammi al giorno, cioè più o meno sei cucchiaini di zucchero.

E no, non si tratta solo dello zucchero che aggiungiamo nel caffè o nei dolci fatti in casa. Ci sono gli zuccheri “nascosti” in tantissimi alimenti industriali: dal ketchup ai cereali, dagli yogurt alla frutta ai succhi confezionati.

La distinzione più importante da tenere a mente è tra gli zuccheri naturali, contenuti in frutta, verdura e latte, e quelli aggiunti o liberi, cioè presenti in bevande zuccherate, snack, salse e dessert.

**10 segnali per capire se stai mangiando troppi zuccheri**

Dove si nasconde lo zucchero (anche se non ce ne accorgiamo)

Se pensate che lo zucchero sia presente solo nei dolci, preparatevi a ricredervi. Molti alimenti che consideriamo “neutri” o addirittura salutari ne contengono più di quanto immaginiamo.

Gli yogurt alla frutta, ad esempio, possono arrivare a quattro cucchiaini per vasetto, mentre bevande vegetali e succhi confezionati spesso nascondono zuccheri aggiunti anche quando si presentano come “naturali”.

Lo stesso vale per salse pronte condimenti per insalate, dove una sola porzione può superare i dieci grammi. E poi ci sono pane in cassetta, crackers e cereali fit, che usano zucchero per migliorare consistenza e sapore, finendo per essere molto meno salutari di quanto sembri.

Per accorgersene, basta leggere le etichette con un po’ di attenzione: lo zucchero raramente si chiama “zucchero”. Si traveste da sciroppo di mais, destrosio, maltosio, fruttosio, glucosio o succo d’agave. Se uno di questi compare tra i primi tre ingredienti, vuol dire che la quantità è tutt’altro che marginale.

**10 alternative (sane, buone e light) allo zucchero**

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Quando lo zucchero diventa troppo: gli effetti sull’organismo

Consumare zucchero non è di per sé un problema: è una fonte di energia rapida e, in piccole dosi, il cervello ne ha bisogno. Ma l’eccesso, e soprattutto il consumo continuo, può innescare una catena di effetti indesiderati.

A livello fisico, l’eccesso di zuccheri aggiunti è associato a un aumento del rischio di sovrappeso, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari, oltre a favorire la comparsa di carie dentali. A livello energetico, provoca sbalzi di glicemia che possono tradursi in picchi e cali improvvisi di energia, fame nervosa, irritabilità e difficoltà di concentrazione.

E poi c’è un impatto più silenzioso ma altrettanto reale: l’abitudine al gusto dolce. Più zucchero mangiamo, più il nostro palato tende a “pretenderlo”, alterando la percezione del gusto naturale dei cibi. Il risultato? Anche la frutta inizia a sembrarci meno dolce di una merendina.

**Disintossicarsi dallo zucchero è possibile (e molto più semplice di quanto pensiate): ecco i consigli da seguire ogni giorno**

Come gestire la voglia di dolce (ma senza rinunce)

Il punto non è vivere una vita senza dolci, ma imparare a bilanciarli. Ci sono infatti alcuni accorgimenti semplici che possono aiutarvi a ridurre lo zucchero senza sentirne la mancanza.

Iniziate dalla colazione: scegliere yogurt bianco naturale e dolcificarlo con frutta fresca o un pizzico di miele è un modo per ridurre subito l’apporto di zuccheri raffinati. Bevete acqua o tisane invece di succhi confezionati o bibite, e preferite cereali integrali, avena o pane con farine non raffinate.

Durante la giornata, non saltate i pasti principali: mangiare regolarmente aiuta a mantenere stabile la glicemia e a ridurre la voglia improvvisa di dolci. Abbinare fonti di proteine e fibre (come frutta secca, yogurt, legumi, cereali integrali) ai carboidrati rallenta l’assorbimento degli zuccheri e stabilizza i livelli energetici.

E se la voglia di dolce arriva comunque, meglio scegliere con consapevolezza: un dessert fatto in casa, una fetta di torta preparata con farine integrali o un quadretto di cioccolato fondente soddisfano la mente e il palato senza sensi di colpa.

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In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

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Il piatto delle Feste per eccellenza vi stupirà: ecco perché.

Non è Capodanno senza il Cotechino con le lenticchie, un abbinamento tradizionale che, se mangiato alla mezzanotte, si dice porti fortuna e prosperità per l'anno nuovo.

Ma allora perché concederselo solo durante le Feste? Il Cotechino Modena IGP è un ottimo prodotto italiano che si presta perfettamente anche a ricette gourmet, da servire non solo durante la stagione fredda, soprattutto perché meno calorico di quanto si pensi.

In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

(Continua sotto la foto)

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Ogni anno, arriva puntuale il momento di scegliere il menu per il pranzo di Natale e il cenone di Capodanno. L’usanza (ma anche l’indubitabile bontà e gusto) vuole che il Cotechino sia sempre e comunque presente a tavola e, per abitudine, siamo soliti proporlo con i classici abbinamenti lenticchie e purea di patate. 

Ma per stupire parenti e amici sappiate che ci sono ricette raffinate e innovative che combinano insieme tradizione e modernità.

Proprio il Consorzio di tutela Zampone e Cotechino Modena IGP – che oggi conta 13 aziende, tra i principali produttori dei due prodotti insigniti dell’ambito riconoscimento “Indicazione Geografica Protetta” – ha deciso di lanciare una sfida ai consueti luoghi comuni.

E così, grazie al coinvolgimento dello chef Luca Marchini del ristorante stellato L’erba del Re di Modena, sono venuti fuori piatti insoliti e originali come il Cotechino croccante accompagnato con zabaione semi salato, cipolle all’aceto balsamico di Modena ed emulsione oppure la Pasta all’uovo con un ragù di Zampone, fondo bruno e cioccolato fondente.

Ricette che fanno venire l’acquolina ancora prima di sentire il profumino che sprigionano in pentola e – ottima notizia! – contrariamente ai pregiudizi, si possono gustare senza grandi sensi di colpa. Sì perché il Cotechino ha meno calorie di quanto si pensi: un etto corrisponde a circa 250 calorie, un apporto inferiore a quello di un piatto di pasta scondita ed equivalente a quello di una mozzarella. 

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Altro mito da sfatare: il colesterolo è presente in quantità simili a quello contenuto nel pollo o nella spigola e comunque inferiori a quelle presenti in tanti alimenti che consumiamo abitualmente come le uova, frutti di mare o formaggio grana.

Questo prodotto dalla lunga storia e tradizione – una miscela di carni suine ottenute dalla muscolatura striata, grasso suino, cotenna, sale e pepe intero e/o a pezzi – rispetto al passato, ha visto ridursi il contenuto di grassi e sodio e oggi è in linea con i suggerimenti della moderna scienza nutrizionale.

Lo dicono gli esperti, e in particolare le recenti analisi dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (ex INRAN ora CREA NUT): il Cotechino non solo ha un elevato contenuto di proteine nobili e un moderato contenuto di grassi (perché persi in parte con la cottura) ma anche più grassi insaturi rispetto a quelli saturi ed è ricco di vitamine del gruppo B e di minerali, soprattutto ferro e zinco.

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Si tratta poi di un prodotto costantemente controllato proprio perché tutelato da un Consorzio, ormai attivo da oltre 20 anni, che ne garantisce la produzione nel territorio previsto dal disciplinare (Modena, Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, Milano, Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Mantova, Verona e Rovigo), secondo l’originale e tradizionale ricetta (determinati ingredienti, proporzioni e spezie) e rispettando precise caratteristiche qualitative (colore, sapore e soprattutto un contenuto minimo di proteine e massimo di grassi).

E poi, ultimo ma non per importanza, da considerare la velocità di preparazione di questo piatto. Quanto quella di un piatto di pasta, tra ebollizione e cottura: proprio così. Grazie al packaging in alluminio della versione precotta, che richiede una cottura in acqua bollente, ci vogliono solo 20 minuti. Quindi, cos’altro aspettare? Se già state sognando un bel piatto di Cotechino fumante, il conto alla rovescia è già partito e da questo momento avrete meno di un quarto d’ora per sbizzarrivi!

Se volete cimentarvi in ricette alternative con il Cotechino Modena IGP – un prodotto la cui origine risale addirittura al Cinquecento – potete consultare la sezione ricette del sito web del Consorzio con un’ampia serie di proposte che vanno dal brunch all’aperitivo. 

Pubblicazione finanziata con la Legge Regionale dell’Emilia-Romagna n. 16/95