Dimenticate le diete lampo: ecco i regimi alimentari che vi fanno perdere peso (senza sacrificare la salute)

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Con la corsa alla prova costume si moltiplicano le diete lampo: ma quali di queste sono davvero alleate della salute intestinale e del nostro microbiota?

Tra i nuovi protagonisti della nutrizione consapevole ci sono loro: le diete per il microbiota, regimi alimentari pensati non solo per dimagrire, ma anche per sostenere l’equilibrio dell’intestino e il benessere dell’intero organismo.

Sì, perché il microbiota – quell’ecosistema invisibile fatto di miliardi di microrganismi che abita il nostro apparato digerente – non è più un mistero per la scienza. Al contrario, è ormai considerato un alleato fondamentale per regolare l’infiammazione, migliorare il metabolismo, rafforzare le difese immunitarie e perfino sostenere l’umore.

Non sorprende, quindi, che il vero “segreto” per perdere peso prima dell’estate – o per mantenere a lungo i risultati raggiunti – sia proprio lui: un intestino in equilibrio. 

L’importanza delle diete microbiota-friendly

Dimagrire in modo sano è possibile anche grazie a una dieta che rispetta e supporta il funzionamento del nostro microbiota intestinale. Un microbiota in equilibrio favorisce, infatti, il corretto metabolismo degli alimenti, regola l’infiammazione e migliora l’assorbimento dei nutrienti.

“Una dieta amica dell’intestino - ricca di fibre, polifenoli, alimenti fermentati e povera di zuccheri raffinati e grassi saturi - è lo strumento fondamentale per favorire un microbiota sano e diversificato. Gli alimenti integrali, le verdure, i legumi e i cereali non raffinati nutrono i batteri buoni, promuovendo un ambiente intestinale anti-infiammatorio e dovrebbero sempre essere incluse nei programmi per la perdita di peso, anche se in quantitativi controllati” spiega il dottore Manuele Biazzo, nutrizionista, biologo molecolare e Direttore Scientifico del Centro Microbiota e Longevità della Toscana, meglio noto ai suoi pazienti come Coach del Microbiota felice.

E aggiunge: “La dieta non è solo carburante, è anche un messaggio biologico per il nostro ecosistema microbico interno".

Ma quali sono, allora, i regimi alimentari davvero amici della nostra flora intestinale? E quali, invece, rischiano di comprometterla in nome di risultati lampo?

(Continua sotto la foto)

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Le migliori diete per il microbiota intestinale che aiutano a perdere peso

La dieta è il primo fattore che determina la composizione e la vitalità del microbiota intestinale, ovvero l’insieme di trilioni di batteri che vivono nel nostro intestino e che è ormai riconosciuto a pieno titolo come un vero “organo”.

In estate il microbiota non va in vacanza e il suo equilibrio va preservato con un’alimentazione bilanciata, anche in un’ottica di dimagrimento: basterà ridurre le quantità e controllare l’abbinamento dei cibi, ad esempio evitando di abbinare carboidrati e dolci nello stesso pasto.

Ecco la classifica delle diete più efficaci e microbiota-friendly:

Dieta mediterranea

È la regina delle diete per il microbiota perché è ricca di fibre vegetali, polifenoli, olio extravergine d’oliva, pesce azzurro e fermentati (yogurt, kefir). Aumenta la biodiversità microbica e favorisce la crescita di batteri benefici come Bifidobacterium, Lactobacillus, Faecalibacterium e Roseburia. I vantaggi per il nostro microbiota? Minor infiammazione, miglior salute metabolica.

Dieta flexitariana e plant-based

Si tratta di diete che privilegiano vegetali, legumi, cereali integrali e limitano le proteine animali. Sono quindi associate a un microbiota più ricco e resiliente. Le fibre prebiotiche – contenute, ad esempio, in cicoria, asparagi, avena, banane - nutrono i “batteri buoni” e sostengono la produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA, dall’inglese short-chain fatty acids), che riducono l’infiammazione e abbassano il pH del colon, inibendo la crescita di batteri patogeni e favorendo un microbiota in salute.

Digiuno intermittente (con moderazione)

Brevi periodi di digiuno possono aumentare la diversità microbica e ridurre l’infiammazione, se associati a una dieta ricca di fibre e povera di alimenti ultra-processati. Attenzione però a non esagerare: restrizioni estreme possono impoverire il microbiota.

Quali diete è meglio evitare

La dieta migliore non è quella che promette risultati lampo, ma quella che nutre anche il microbiota. Un intestino felice è il vero segreto per una forma duratura, energia e benessere, anche in spiaggia. Ecco quindi alcune diete da evitare o da seguire solo sotto stretto controllo medico:

Diete iperproteiche e low-carb estreme (chetogenica, carnivora, Dukan)

Questi regimi alimentari, se protratti a lungo, riducono drasticamente l’apporto di fibre e prebiotici, impoverendo la flora benefica - soprattutto Bifidobacterium e Roseburia - e favorendo la crescita di batteri opportunisti. Possono, inoltre, aumentare i metaboliti infiammatori e il rischio di stitichezza.

Dieta paleo “rigida”

Eliminando cereali integrali e legumi, si riducono le fonti di fibre solubili e amidi resistenti che sono fondamentali per il microbiota. Meglio quindi optare per una versione “paleo mediterranea”, che includa abbondanti verdure e frutta.

Diete ormonali e detox senza basi scientifiche

Le diete ormonali mirano a bilanciare gli ormoni che influenzano il metabolismo, l'umore, la regolazione del peso e la salute generale attraverso l'assunzione di alimenti come omega-3, fibre, proteine e alcuni micro-nutrienti. Spesso, però, rischiano di essere sbilanciate e prive di nutrienti chiave per la flora intestinale e possono portare a squilibri e carenze che impoveriscono il microbiota.

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In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

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Il piatto delle Feste per eccellenza vi stupirà: ecco perché.

Non è Capodanno senza il Cotechino con le lenticchie, un abbinamento tradizionale che, se mangiato alla mezzanotte, si dice porti fortuna e prosperità per l'anno nuovo.

Ma allora perché concederselo solo durante le Feste? Il Cotechino Modena IGP è un ottimo prodotto italiano che si presta perfettamente anche a ricette gourmet, da servire non solo durante la stagione fredda, soprattutto perché meno calorico di quanto si pensi.

In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

(Continua sotto la foto)

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Ogni anno, arriva puntuale il momento di scegliere il menu per il pranzo di Natale e il cenone di Capodanno. L’usanza (ma anche l’indubitabile bontà e gusto) vuole che il Cotechino sia sempre e comunque presente a tavola e, per abitudine, siamo soliti proporlo con i classici abbinamenti lenticchie e purea di patate. 

Ma per stupire parenti e amici sappiate che ci sono ricette raffinate e innovative che combinano insieme tradizione e modernità.

Proprio il Consorzio di tutela Zampone e Cotechino Modena IGP – che oggi conta 13 aziende, tra i principali produttori dei due prodotti insigniti dell’ambito riconoscimento “Indicazione Geografica Protetta” – ha deciso di lanciare una sfida ai consueti luoghi comuni.

E così, grazie al coinvolgimento dello chef Luca Marchini del ristorante stellato L’erba del Re di Modena, sono venuti fuori piatti insoliti e originali come il Cotechino croccante accompagnato con zabaione semi salato, cipolle all’aceto balsamico di Modena ed emulsione oppure la Pasta all’uovo con un ragù di Zampone, fondo bruno e cioccolato fondente.

Ricette che fanno venire l’acquolina ancora prima di sentire il profumino che sprigionano in pentola e – ottima notizia! – contrariamente ai pregiudizi, si possono gustare senza grandi sensi di colpa. Sì perché il Cotechino ha meno calorie di quanto si pensi: un etto corrisponde a circa 250 calorie, un apporto inferiore a quello di un piatto di pasta scondita ed equivalente a quello di una mozzarella. 

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Altro mito da sfatare: il colesterolo è presente in quantità simili a quello contenuto nel pollo o nella spigola e comunque inferiori a quelle presenti in tanti alimenti che consumiamo abitualmente come le uova, frutti di mare o formaggio grana.

Questo prodotto dalla lunga storia e tradizione – una miscela di carni suine ottenute dalla muscolatura striata, grasso suino, cotenna, sale e pepe intero e/o a pezzi – rispetto al passato, ha visto ridursi il contenuto di grassi e sodio e oggi è in linea con i suggerimenti della moderna scienza nutrizionale.

Lo dicono gli esperti, e in particolare le recenti analisi dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (ex INRAN ora CREA NUT): il Cotechino non solo ha un elevato contenuto di proteine nobili e un moderato contenuto di grassi (perché persi in parte con la cottura) ma anche più grassi insaturi rispetto a quelli saturi ed è ricco di vitamine del gruppo B e di minerali, soprattutto ferro e zinco.

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Si tratta poi di un prodotto costantemente controllato proprio perché tutelato da un Consorzio, ormai attivo da oltre 20 anni, che ne garantisce la produzione nel territorio previsto dal disciplinare (Modena, Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, Milano, Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Mantova, Verona e Rovigo), secondo l’originale e tradizionale ricetta (determinati ingredienti, proporzioni e spezie) e rispettando precise caratteristiche qualitative (colore, sapore e soprattutto un contenuto minimo di proteine e massimo di grassi).

E poi, ultimo ma non per importanza, da considerare la velocità di preparazione di questo piatto. Quanto quella di un piatto di pasta, tra ebollizione e cottura: proprio così. Grazie al packaging in alluminio della versione precotta, che richiede una cottura in acqua bollente, ci vogliono solo 20 minuti. Quindi, cos’altro aspettare? Se già state sognando un bel piatto di Cotechino fumante, il conto alla rovescia è già partito e da questo momento avrete meno di un quarto d’ora per sbizzarrivi!

Se volete cimentarvi in ricette alternative con il Cotechino Modena IGP – un prodotto la cui origine risale addirittura al Cinquecento – potete consultare la sezione ricette del sito web del Consorzio con un’ampia serie di proposte che vanno dal brunch all’aperitivo. 

Pubblicazione finanziata con la Legge Regionale dell’Emilia-Romagna n. 16/95