#BoycottMulan: se non avete capito il polverone sul nuovo film Disney ve lo spieghiamo in breve
Avete notato che negli ultimi giorni compaiono sui social molti contenuti con hashtag #boycottMulan?
Questo perché, dopo mesi di ritardi, dovuti anche alla pandemia di coronavirus, è uscito Mulan, remake live-action della Disney. Il film d'animazione è vagamente basato su un racconto popolare cinese e sulla sua feroce eroina, che tutti già conosciamo da quando siamo bambini.
Tuttavia, l'uscita di Mulan ha creato molto scalpore sul web dopo che l'attrice che interpreta la protagonista, Liu Yifei, ha espresso apertamente sostegno per la repressione forzata per mano del governo cinese contro gli attivisti democratici a Hong Kong.
Da qualche giorno, su Twitter è diventato di tendenza l'hashtag #BoycottMulan (che tradotto significa boicottiamo Mulan), e tutto il web si è mobilitato per questa causa.
Ma vediamo meglio, più nello specifico, di cosa si tratta e perché nessuno di noi dovrebbe vedere il film.
(Continua sotto la foto)
Da dove è partito il #boycottMulan
L'attrice protagonista del film, Liu Yifei, cittadina naturalizzata americana ma che è tornata in Cina da adolescente, ha condiviso un post di un giornale statale di Pechino sul sito di social media cinese Weibo in cui ha espresso sostegno alla dura risposta della polizia durante le manifestazioni pro-democrazia di Hong Kong.
In inglese, Liu Yifei ha scritto: «Anche io sostengo la polizia di Hong Kong. Ora potete anche attaccarmi. Che vergogna per Hong Kong».
Nonostante l'attrice abbia ricevuto anche risposte positive su Weibo - social network cinese altamente censurato dal governo - in molti si sono indignati per questo commento.
Dentro e fuori la Cina, è sorta rabbia per i commenti politici dell'attrice e i manifestanti hanno così iniziato a chiedere agli spettatori di boicottare il suo film, #boycottMulan, appunto.
Cosa sta succedendo a Hong Kong
Al di là dei commenti di Liu Yifei, la storia di Mulan - una donna forte che sfida le restrizioni sociali nella Cina del VI/VII secolo e combatte per la sua famiglia e il suo paese - ha echeggiato con molti manifestanti pro-democrazia in tutta l'Asia.
Il mese scorso, le autorità cinesi hanno arrestato un importante attivista di Hong Kong, Agnes Chow, che i manifestanti pro-democrazia hanno chiamato «la vera Mulan» per via dei suoi sforzi per lottare per ciò che pensa sia giusto.
Le proteste nella città indipendente di Hong Kong sono iniziate in opposizione a un disegno di legge che avrebbe consentito l’estradizione nella Cina continentale in caso di processo.
Questa controversa legge sulla sicurezza, recentemente imposta da Pechino, si tema possa essere utilizzata con intenti repressivi, erodendo i diritti civili dei cittadini nella democratica città di Hong Kong.
La questione di Xinjiang
Il remake live-action della Disney, già bersaglio di questo boicottaggio, è stato ulteriormente preso di mira perché alcune riprese sono state fatte nella regione dello Xinjiang, luogo di presunte violazioni dei diritti umani contro gli uiguri e altre minoranze musulmane da parte del governo cinese.
La Cina sta affrontando ora un controllo internazionale per il trattamento riservato alle minoranze musulmane nello Xinjiang, dove si stima che almeno 1 milione di residenti sia stato detenuto in campi di internamento extragiudiziale.
Secondo il New York Times, le donne uiguri hanno testimoniato sterilizzazioni forzate e controllo delle nascite come parte di una campagna governativa per sopprimere i tassi di natalità, in quello che gli esperti hanno descritto come genocidio demografico.
Come se non bastasse, i titoli di coda del film ringraziano i dipartimenti di propaganda nello Xinjiang e l'ufficio di pubblica sicurezza di Turpan, una città a maggioranza uigura nella regione.
Gli attivisti per i diritti umani hanno subito condannato la Disney per aver chiuso un occhio sui presunti abusi nello Xinjiang, accusando l'impresa americana di inchinarsi alla Cina per avere accesso al suo redditizio mercato cinematografico.
Al momento, la Disney non ha ancora risposto alle accuse.
© Riproduzione riservata