I Coldplay a Milano: dall'omaggio con "O mia bela madunina" all'impegno (sincero) per l'ambiente
Continuano le date da record dei Coldplay allo Stadio di San Siro, a Milano. La band britannica capitanata da Chris Martin è tornata in Italia a sei anni dall’ultima volta. Era il 2017 quando, con il loro A Head Full of Dreams Tour, avevano collezionato due concerti sold-out allo Stadio di San Siro, il 3 e 4 luglio.
Per questo nuovo ritorno dal vivo, invece, i Coldplay hanno ampliato la propria presenza sul territorio nazionale. Reduci da due date da ricordare allo Stadio Diego Armando Maradona di Napoli (97mila spettatori in due giorni), ora i Coldplay sono ritornati a San Siro per quattro attesissime date (25, 26, 28 e 29 giugno). Il loro tour, poi, continuerà in Europa, Nord America, Asia e Oceania. Tutto il mondo ha imparato ad adorare i quattro musicisti di Londra che nel lontano 1998 erano convinti di diventare grandi star. E che ora sono i protagonisti di una traiettoria artistica che, forse, non avrebbero mai immaginato così piena e applaudita.
Non appena - nel primo dei quattro live milanesi di domenica 25 giugno - si accendono le luci dell’imponente palcoscenico posto in mezzo allo Stadio di San Siro parte immediatamente un boato. Sta per iniziare il concerto. E sta per iniziare con l’inno Higher Power, perfetto riassunto di quello che da lì a poco si sarebbe realizzato.
Assistere a uno show dei Coldplay significa immergersi in un’esperienza collettiva piena zeppa di colori. Questo senso di profonda unità emerge anche grazie ai braccialetti riciclabili consegnati a ogni spettatore (e poi riconsegnati all’uscita, in modo da essere sterilizzati e riutilizzati). Braccialetti che, durante tutto lo show, si illuminano all’unisono. Rappresentando una coreografia centrale in tutto lo show.
Durante il concerto è quasi impossibile non alzare lo sguardo e stupirsi di fronte a questo spettacolo di luci e colori di cui ci si sente parte. Ma allo stesso tempo è inevitabile restare incollati a Chris Martin e al suo carisma incredibile. Che sia durante uno dei momenti in cui è al pianoforte (compreso quando chiama sul palcoscenico una fan, Greta, invitandola a duettare con lui sulle note di Songbook) o in una delle numerosi parti dello show in cui è impegnato a correre sulla passerella che lo avvicina al parterre. In questi momenti non è solo Chris Martin, ma è anche il portavoce di tutta quella bellezza che si sta creando e alimentando in quell’istante.
Se c’è una cosa evidente, durante tutto lo show, è proprio lo spirito di celebrazione della vita. Lo cantavano loro stessi nel 2008 con Viva la Vida. Tutto lo spettacolo - tra effetti speciali, fuochi d’artificio, fiamme, giganti palloni che riproducono il sistema solare e una pioggia di coriandoli - è il racconto di un attaccamento alla vita, in tutti i suoi aspetti.
Questo loro impegno vitale si è poi trasferito in più ambiti. A livello prettamente organizzativo tutta la tournée è stata pensata per essere sostenibile il più possibile. Un lungo studio li ha portati a portarsi a casa un tour mondiale con soluzioni di sostenibilità a basso impatto ambientale per ridurre le emissioni di anidride carbonica del 50% rispetto alla loro precedente tournée. Un esempio? Il palco è stato costruito con materiali riutilizzabili (come bambù e acciaio riciclato) con un piano volto a raccogliere l’energia prodotta dal pubblico durante lo show. Una parte dei biglietti verrà tra l’altro devoluta alle associazioni The Ocean Cleanup e ClientEarth, con lo scopo di piantare milioni di alberi.
Ma non è tutto qui. Questo loro attaccamento alla vita li ha spinti a pensare ad interventi musicali differenti a seconda della città in cui si trovano. Così, se a Napoli sono stati protagonisti di un momento indimenticabile proponendo Napule è di Pino Daniele, nella data di domenica 25 giugno allo Stadio San Siro, i Coldplay regalano al pubblico un’inedita versione di "O mia bela Madunina", durante il set acustico in mezzo al parterre, a pochi minuti dalla fine del concerto (aperto da Mara Sattei). Inevitabile l’applauso dello stadio sold-out. Subito dopo, l’artista - accompagnato sul palco dal musicista Davide Rossi - ringrazia (in italiano) Pavarotti, Benigni, Elisa, Laura Pausini. Ci tiene a far capire al pubblico che sì, il tour li sta portando a cantare in ogni parte del mondo e verosimilmente lo show sarà lo stesso in ognuna delle numerosissime date. Ma lui ora è lì, a Milano. Di fronte al pubblico italiano. E non ci sono copioni da replicare. C’è solo una serata, unica, da vivere insieme a migliaia di persone.
Tra queste persone, tra l’altro, nella prima data di domenica 25 giugno, era presente anche l’ex moglie di Chris Martin, Gwyneth Paltrow, insieme ai figli Moses e Apple. È diventato virale il video in cui si è emozionata, mentre tutto il pubblico di San Siro cantava Fix You, brano scritto nel 2005 dal frontman della band proprio per lei, per rincuorarla dopo la perdita del padre. Ma non solo Gwyneth Paltrow. Erano presenti anche Paolo Maldini e Zlatan Ibrahimovic (che si sono abbracciati con grande affetto), Achille Lauro, Sangiovanni, Miriam Leone e il produttore Michelangelo.
Ecco la scaletta del concerto!
“Music Of The Spheres”
“Higher Power”
“Adventure of a Lifetime”
“Paradise a Wristbands”
“The Scientist”
“Viva la Vida”
“Hymn for the Weekend”
“In my Place”
“Yellow”
“Human Heart”
“People of the Pride”
“Clocks”
“The Lightclub”
“My Universe”
“A sky full of Stars”
“Sunrise”
“Beautiful World”
“O mia bela Madunina”
“Humanind”
“Fix You”
“Biutyful”
Testo di Giovanni Ferrari
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L'arte come strumento di crescita personale: apre a Firenze la mostra "Cosmogonia"

Prima di sfociare in una mostra vera e propria, Cosmogonia è un progetto artistico, nato e sviluppatosi con una finalità sociale e culturale ben precisa: offrire alle ragazze e ai ragazzi coinvolti nella realizzazione dell’iniziativa, l’opportunità concreta di sperimentare sul campo l’enorme valore dell’arte e della cultura come strumento utile e necessario per la crescita personale e per costruire un progetto di vita.
Da quando è nata, nel 2021, ABF Globalab, braccio operativo della Andrea Bocelli Foundation – Ente Filantropico, si propone questo obiettivo: incentivare e guidare il talento dei cittadini di domani. Lo fa promuovendo la partecipazione attiva e inclusiva dei giovani tra i 16 e i 35 anni a laboratori, workshop, eventi, viaggi esperienza e masterclass musicali. «I linguaggi del digitale, dell’arte e della musica guidano il processo di crescita personale, dando forma a un ambiente dove l’educazione si fa esperienza e la cultura diventa pratica quotidiana», spiega Laura Biancalini, direttore generale ABF, che aggiunge: «ABF Globalab è un luogo dove la cultura diventa esperienza, dove chi partecipa cambia e fa cambiare ciò che lo circonda. Le ragazze e i ragazzi si trasformano, e con loro si trasforma anche il programma: ogni edizione cresce grazie alle loro proposte, competenze e visioni. È una trasformazione reciproca, che nasce dal fare insieme», conclude Biancalini.
La mostra
Uno spazio fluido in condizione di metamorfosi costante. Le dimensioni del presente e del passato che dialogano fino a compenetrarsi. Materiali contemporanei che si fondono con quelli, nobili, della tradizione. Come una danza che segue cadenze ancestrali e nuove, riflettendo sulle origini dell’universo. Tutto questo è Cosmogonia, allestita nella Sala della Musica del Complesso di San Firenze, dal 13 al 17 dicembre.
Cosmogonia, del resto, è un termine che deriva dalla composizione delle parole greche κόσμος «Universo» e γονεία «generazione». All’interno dell’Oratorio la mostra segue uno sviluppo verticale, ponendo subito lo spettatore in rapporto con il cielo e le stelle e, dunque, con una dimensione spirituale. Le opere, firmate dagli artisti 108, Moneyless e Muz, vivono quindi una dimensione di sintonia con l’architettura della chiesa, valorizzando ulteriormente uno spazio già iconico come quello di San Firenze.
Nel frattempo, le musiche di Demetrio Cecchittelli scandiscono il tempo della nuova generazione alla quale si assiste. Anche la scelta del periodo dell’esposizione è coerente rispetto a questa logica: tra dicembre e gennaio si consuma il solstizio d’inverno e sorge il nuovo anno, quello che i romani celebravano con la festa del Sol Invictus, e che coincide, non a caso, con il nostro Natale.
«La mostra – spiega il curatore Gian Guido Grassi – compie al suo interno un rito ciclico e generativo che aggancia in un’unica ecumene tutta l’umanità. Si tratta di un’esperienza che segna un rapporto tra terra e cielo immediato, un’opera d’arte totale in cui architettura, spazio, scultura, pittura e musica si fondono insieme».
Le opere
Sul pavimento dell’Oratorio, 108 trasforma la superficie in un paesaggio cosmico. La sua installazione Prima del ritorno del sole è composta da due campi di colore bianco e nero - grazie all’utilizzo di marmo di Carrara e basalto - che dialogano come poli complementari, simbolo di un equilibrio in costante trasformazione.
Sulle pareti, Muz costruisce una nuova architettura dentro l’architettura. Con Geometrie morali inserisce cinque gruppi di sagome lignee nelle nicchie barocche, ridefinendo lo spazio con un linguaggio essenziale e calibrato.
L’opera di Moneyless introduce un magnetismo nuovo nel cuore dell’Oratorio: una grande figura circolare, intreccio ipnotico di linee bianche su fondo nero, che domina la sala come un portale simbolico. È un varco concettuale che invita a oltrepassare la soglia tra il visibile e l’invisibile.
Intorno, il paesaggio sonoro di Demetrio Cecchitelli accompagna il percorso come se fosse il respiro invisibile dell’universo, fondendo la luce e la pietra circostanti in una dimensione immersiva e sinestetica.
Il progetto "pre-mostra"
In linea con le finalità filantropiche, culturali ed educative perseguite dalla Andrea Bocelli Foundation, l’esposizione è stata preceduta dal workshop artistico “Linguaggi Contemporanei”, tenutosi sempre a San Firenze, organizzato da Start Attitude, e rivolto ai giovani tra i 18 e i 35 anni.
Tra momenti pratici e teorici, lo scopo è stato quello di fornire ai partecipanti un’opportunità di crescita e orientamento nel mondo dell’arte contemporanea. Quattro gli aspetti trattati: la curatela (con Gian Guido Grassi), la comunicazione (con Paolo Lazzari), la grafica (con Stefano Menconi), la documentazione video/grafica (con Leonardo Morfini). In seguito, i partecipanti hanno potuto incontrare gli artisti, ascoltare le loro esperienze di carriera e porre domande, quindi affiancarli nell’allestimento dell’esposizione.
Appuntamento a San Firenze
La mostra Cosmogonia sarà accessibile gratuitamente dal 13 al 16 dicembre, dalle 14.30 alle 19.30.
Il progetto artistico è promosso da Andrea Bocelli Foundation con il programma ABF Globalab. Il percorso immersivo è firmato dall’associazione lucchese Start Attitude, curato da Gian Guido Grassi, con le opere degli artisti 108, Moneyless e Muz, che si allacciano alle musiche di Demetrio Cecchittelli.
Per saperne di più
108 (Guido Bisagni) è considerato uno dei maggiori esponenti del Postgraffitismo. Le sue forme astratte sono strettamente legate alle aree industriali abbandonate del Nord Italia, ma iniziano subito comparire anche a Berlino, Parigi, New York, Londra. Parallelamente alla pittura si cimenta anche con sculture, suoni, dipinti e installazioni in decine di mostre personali e collettive. Dal 2003 in poi ha partecipato a decine di mostre collettive e personali in tutto il mondo, tra queste il “Nusing” di Parigi (2004), prima grande esposizione sul post-graffitismo europeo, e nel 2007 alla 52esima Biennale di Venezia.
Moneyless (Teo Pirisi), nato a Milano nel 1980 e cresciuto a Lucca, è un pioniere del muralismo astratto in Italia e oggi è tra i più importanti artisti urbani internazionali con opere esposte in spazi pubblici, musei, collezioni e gallerie di tutto il mondo. Partito dallo studio del minimalismo e della geometria, ha sentito forte il richiamo alla libertà e alla astrazione, che lo hanno portato a indagare il cerchio e ad arrivare quindi a frammentare le linee e le forme per disperderle nello spazio come “fuochi d’artificio”. Il suo stile unico trasferisce un’immediata percezione cinetica rilevatrice dell’intimo mistero della materia secondo l’assioma «ubi materia ibi geometria»
Samuel Rosi, in arte Muz, nato nel 1995 a San Miniato. Provenendo dal contesto dell’arte urbana, ha sviluppato un’attrazione verso il paesaggio contemporaneo, un luogo privo di orizzonti e capace di prestarsi ad ogni tipo di elemento costitutivo. Il paesaggio urbano diventa così un modo per ripensare lo spazio come un insieme di relazioni, un supporto su cui intervenire.
Demetrio Cecchittelli è musicista e artista del suono con base in Italia. Conduce il proprio lavoro di ricerca indipendente. La sua poetica si concentra soprattutto sull’immaginario e la conoscenza di sé come oggetto d’arte specifico, evolvendo un discorso musicale e sonoro strutturato specialmente su memoria sonora e ascolto profondo, come parti integranti di un linguaggio plastico e spontaneo, in continua trasformazione.
L’associazione stART Attitude coinvolge giovani creativi under 35 con competenze complementari (fotografo, videomaker, ufficio stampa e social media marketing, assistenti). Il suo fondatore, Gian Guido Maria Grassi, curatore d’arte contemporanea, con Start Attitude ha realizzato progetti artistici afferenti al mondo della street art e rigenerazione urbana. Dirige festival, cura e organizza mostre in spazi istituzionali e privati, scrive articoli, pubblica volumi e collabora con e artisti italiani e stranieri.
Andrea Bocelli Foundation è un ente filantropico impegnato a valorizzare il potenziale di bambini e giovani che vivono in contesti vulnerabili, affinché diventino consapevoli dei propri talenti e protagonisti della loro storia. In linea con la mission “Empowering people and communities” ABF promuove innovazione sociale nelle comunità che versano in condizioni povertà culturale, socioeconomica attraverso un approccio educativo che favorisce l’emersione delle competenze trasversali quali la creatività attraverso i linguaggi di arte, musica e digitale. Andrea Bocelli Foundation contribuisce a garantire l’accesso ad un’educazione equa, inclusiva e di qualità, in linea con il Goal 4.7 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, affinché ogni bambino e ogni giovane possa esprimere appieno il proprio potenziale.
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