First Man - Il primo uomo è il nuovo film di Damien Chazelle, regista di La La Land, e racconta la storia di Neil Armstrong prima dello sbarco sulla Luna
First Man - Il primo uomo, il nuovo film di Damien Chazelle con Ryan Gosling e Claire Foy, arriva nelle sale italiane il 31 ottobre. E non mancherà di sorprendervi.
Lo avevamo visto qualche mese fa al Festival di Venezia, dove era stato scelto come titolo d’apertura della kermesse. Reduci da film magnetici e totalizzanti come La La Land e Whiplash, eravamo usciti di sala accusando un entusiasmo solo tiepido per questo nuovo lavoro del regista americano classe 1985.
Ma ci siamo dovuti ricredere. First Man - Il primo uomo è un film di cui in sala si apprezza la magnificenza scenica, ma il cui valore simbolico e drammaturgico va rielaborato, e quindi viene apprezzato, solo lasciandolo sedimentare qualche ora dall’uscita dal cinema.
La storia è nota e racconta l’uomo dietro a una delle più grandi imprese della storia contemporanea: parliamo di Neil Armstrong e del suo sbarco sulla Luna.
Il film di Chazelle, in verità, inizia qualche anno prima di quello storico 1969.
È il 1962 quando Armstrong, ingegnere americano e aviatore statunitense, perde la sua bambina di 2 anni, Karen.
Mentre in casa l’accaduto lo porta a essere sempre più distaccato nei confronti della moglie e degli altri due figli, Armstrong accetta di partecipare al programma Gemini, il secondo intrapreso dagli U.S.A per sviluppare e testare tecniche necessarie alle missioni nello Spazio, in particolar modo sulla Luna.
Tra difficoltà tecniche e fatali incidenti di percorso, Neil dedica tutto se stesso all’incarico: un viaggio che lo allontana dalla Terra per espiare un dolore insopportabilmente umano.
Ecco perché vedere First Man - Il primo uomo.
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L’ambizione di Damien Chazelle
Con Whiplash (2014) e La La Land (2016), First Man - Il primo uomo va a formare un ipotetico trittico che racchiude la più grande tematica del cinema di Chazelle a oggi: l’ambizione umana.
Se Whiplash racconta il rapporto logorante di un talentuoso batterista con il suo intransigente insegnante di conservatorio, La La Land è la storia di due amanti pronti a rinunciare a ciò che provano l’uno per l’altra, per quello che vogliono diventare.
First Man - Il primo uomo chiude il cerchio con il ritratto di un uomo che dedica tutto se stesso a una missione all’apparenza impossibile.
Neil Armstrong si assenta da quella vita famigliare verso cui non riesce a provare che nostalgia e dolore a causa della perdita della sua bambina, per dedicarsi a tempo pieno ad un lavoro che spera gli permetta di dimenticare.
Il suo è un percorso d’espiazione: Armstrong compie qualcosa di sovrumano per tentare di risolvere un problema insopportabilmente umano.
L’ambizione, però, è anche ciò che caratterizza da sempre il cinema di Damien Chazelle: i suoi film sono visivamente impeccabili, un vero spettacolo sia per gli occhi sia per le orecchie.
Chazelle è un cinefilo colto, che non si accontenta d’interpretare i generi, ma li elabora con un’abilità tecnica da grande maestro.
È un amante della musica che, anche in un film come First Man - Il primo uomo che a differenza dei suoi primi due lavori di musica non parla, viene elevata a elemento determinante della sua messa in scena.
Non andrete a vedere l’ennesima science-fiction su Neil Armstrong, ma un’opera cinematografica ricca ed emozionante.

Il dolore di Neil Armstrong
First Man - Il primo uomo è stato scritto da Josh Singer (Il caso Spotlight, The Post) partendo dal romanzo di James R. Hansen.
Il film traccia un excursus della carriera e della vita privata di Armstrong negli anni ’60: dalla sua adesione al programma Gemini - il futuro Apollo - fino all’arrivo sulla Luna.
Il fatto della vita di Armstrong su cui Singer e Chazelle hanno posto l’accento, andando così a definire un chiaro punto di vista del racconto, è la scomparsa di Karen, la figlia di 2 anni di Armstrong.
Da quel momento in avanti tutto nella vita dell’uomo cambia: dalla sua presenza in famiglia al rapporto con il lavoro, che non a caso nella storia assume le connotazioni di una complicatissima missione.
Nostalgia e dolore, elementi cari al cinema di Chazelle, sono le tacite forze che spingono Armstrong ad andare oltre se stesso, a varcare i confini della Terra nella speranza di trovare lì le risposte che nella vita reale non riesce a darsi.
Come si può sopravvivere a dolori e ambizioni tanto grandi? Sembra chiedersi un’altra volta Chazelle.
First Man - Il primo uomo è un film struggente nella sua umanità: nonostante l’inaccessibilità dell’impresa raccontata, la sofferenza senza tregua del protagonista coinvolge e commuove anche lo spettatore più insensibile.

Ryan Gosling e Claire Foy: il cast
Ryan Gosling è protagonista assoluto di First Man - Il primo uomo nei panni di Neil Armstrong. Un ruolo complesso sia per la drammaticità della storia sia per la fisicità richiesta al personaggio tra test aerospaziali e missioni.
Non ci stupiremmo dunque se, per questo ruolo, Gosling venisse nominato nella cinquina per il Miglior attore protagonista ai prossimi Academy Awards 2019.
La bravissima Claire Foy (The Crown), nei panni di sua moglie Janet, è la sua perfetta co-protagonista. Come una moderna Penelope, Janet attende pazientemente il ritorno del suo eroe dallo Spazio, nella speranza che la loro vita insieme possa ricominciare.
Nonostante all’apparenza Janet incarni un ritratto femminile piuttosto convenzionale e stereotipato - d’altronde il film è tratto da una storia vera anni ’60 - in realtà rappresenta la parte solida della vita di Neil e della loro famiglia.
Janet è costretta a rimanere coi piedi ben piantati a Terra mentre Neil si assenta per affrontare la sua missione, nonostante del trauma vissuto i due condividano paure e dolore.
Insieme a loro nel cast anche i bravissimi Kyle Chandler, Pablo Schreiber, Corey Stoll, Jason Clark, tra i tanti.
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