La maison Dior inaugura la stagione delle sfilate Cruise con una collezione che celebra l’inclusività e la multiculturalità.
Marrakech, esterno sera. Tra i bagliori delle fiaccole e il suono ipnotico dei flauti va in scena il viaggio tra il Mediterraneo, l'Europa e l'Africa immaginato da Maria Grazia Chiuri per la collezione Dior Cruise 2020.

Più che una sfilata, una riflessione sul concetto di inclusività e su quel “common ground” (o territorio comune) che trova la sua ragion d’essere proprio nella multiculturalità e nell’incontro fra tradizioni e modi di vivere differenti.
A ispirare la visione di Maria Grazia Chiuri è il Wax, tessuto-simbolo di un melting pot culturale sviluppatosi attraverso secoli di storia che contamina i codici stilistici della maison, diventando il protagonista di long dress, tuniche e maxi bag, o innestandosi nella trama dell’iconica Toile de jouy.


Seta, garza e shantung nelle nuance della sabbia, indaco o terra bruciata delineano soprabiti, gonne a pieghe e pantaloni Capri, mentre intricate lavorazioni jacquard e fils coupés impreziosiscono i lunghi caftani e gli abiti dalla silhouette sottile.


Creazioni che rivelano nei volumi e nei tagli l’omaggio di Maria Grazia Churi ai suoi predecessori, in primis l’indimenticato Yves Saint Laurent, primo direttore creativo della maison che proprio negli audaci contrasti e nel fervore creativo delle terre marocchine aveva trovato un’inesauribile fonte d’ispirazione.


Ad esaltare il dialogo multilingue che scandisce l'intera collezione, una serie di collaborazioni creative con artisti e stilisti locali: quella con Uniwax, una delle ultime realtà rimaste a produrre tessuti Wax attraverso tecniche artigianali, ma anche quella con il celebre designer africano Pathé Ouédraogo - aka Pathé'O - che per Dior ha creato una camicia esclusiva in omaggio a Nelson Mandela; quella con Martine Henry e Daniella Osemadewa, specializzate nella realizzazione di turbanti e fasce e quella con Grace Wales Bonner e Mickalene Thomas, chiamate a reinterpretare il capo simbolo della rivoluzione stilistica attuata da Monsieur Dior nel 1947, il tailleur Bar.

Anche la progettazione del set design - che ha ospitato un parterre di celebrities internazionali, da Jessica Alba a Lupita Nyong’o - ha visto il coinvolgimento di una realtà locale, con la realizzazione degli arredi da parte di Sumano, associazione che ha l’obiettivo di preservare e valorizzare la tradizione artigianale femminile delle tribù marocchine.


Ph. credits immagine d'apertura: Nadine Ijewere for Dior
Dior Cruise 2020: il backstage della sfilata a Marrakech
Dior Cruise 2020: il beauty look firmato da Peter Philips
Nella suggestiva cornice di El Badi Palace, Marrakesh, il Direttore Creativo e dell'Immagine del Make-up Dior Peter Philips ha creato un beauty look all'insegna della luminosità e della purezza per esaltare la bellezza naturale.
Le parole chiave della bellezza oggi, sono infatti inclusività e individualità. Grazie alla grande varietà di toni di pelle delle modelle, è stato possibile creare un beauty look studiato appositamente per ciascuna.
La base viso è perfezionata e luminosa, senza rinunciare a un'alta performance e a una lunga tenuta, grazie alla combinazione del Dior Backstage Face and Body Primer con il Dior Backstage Face and Body Foundation. Per un tocco di luminosità in più, un velo leggero di Dior Backstage Glow Face Palette 001 Universal.
Le sopracciglia sono altresì naturali e messe in risalto con il Diorshow Brow Styler. Sulle palpebre, tonalità naturali della terra dalla palette Dior Backstage Eye Palette 003 Amber Neutrals. Stesse tonalità neutre e in armonia con l'incarnato delle modelle anche per le labbra, con la Dior Backstage Lip Palette 001 Universal Neutrals.
Dior Cruise 2020: il backstage beauty
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Credits:
CRUISE 2020, DIOR SHOW BACKSTAGE
DIOR MAKE-UP CREATED AND STYLED BY PETER PHILIPS
PHOTOGRAPHY: VINCENT LAPPARTIENT FOR CHRISTIAN DIOR PARFUMS
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