Fotogallery Sebastiano e Sergio: regole sì, ma a modo nostro
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Lo stile secondo i fratelli Sebastiano e Sergio Guardì, designer di scarpe dell'italianissimo marchio Barbanera
Lo stile secondo i fratelli Sebastiano e Sergio Guardì, designer di scarpe dell'italianissimo marchio Barbanera
Polytropos. Ecco una parola che ci piace. Tra le tante traduzioni che sono state fatte di questo epiteto che Omero utilizza per definire Odisseo vi è quella di “multiforme”. Volendo traslare questa qualità anche nei gesti quotidiani, per noi vuol dire avere una forte personalità, ben definita, ma saperla declinare in maniera diversa, senza alterarla, in svariate occasioni, a seconda delle esigenze o della volontà del momento. Non ci piacciono gli schemi fissi, gli “a priori”, così come non amiamo l’ “extravaganza” ostentata, forzata o fine a se stessa, solo per il gusto di essere diversi. Ci piace l’originalità invece, intesa non necessariamente come gesto istrionico, ma come veridicità, sincerità del gesto. E poi i contrasti, magari forti, ma naturali appunto.
Un occhio attento non ha sempre bisogno di interpretare, perché le cose, spesso, si mostrano da sole per quello che sono e i parvenu così come i radical chic, che di “chic” e di “radical” paradossalmente, a ben vedere, hanno veramente poco, sono facilmente smascherabili. Preferiamo un uomo che a tavola parli magari con la bocca piena e ci racconti di quanto gli è piaciuto rileggere il Faust di Goethe in età adulta, piuttosto che il perfetto maestro di galateo capace solo di dire, dopo aver perfettamente pulito gli angoli della bocca col fazzoletto, quanto era bella la neve il week end scorso a Sankt Moritz.
E’ ovvio che tutto questo vale anche per lo stile, in ogni sua declinazione. Ci piace l’idea che “un uomo elegante è elegante sempre”. Ma non tutti interpretano questa frase allo stesso modo. Essere “eleganti anche quando si mangia con le mani”, per esempio (siamo cresciuti in un posto dove si dice anche che”il vero uomo si vede a tavola”, ebbene sì, ecco i continui esempi di questo tipo), non significa per noi avere “grazia” nel farlo. Se sei aggraziato mentre mangi con le mani significa che non lo stai facendo veramente, stai solo facendo finta! Avere personalità e stile, quindi, vuol dire fare le cose senza paura del giudizio, esprimersi in maniera decisa, anche contrastante (non incoerente) di volta in volta o con quello che ti circonda, senza tendere però l’orecchio a quello che gli altri dicono di te, senza sbirciare attorno per vedere se qualcuno ti guarda e come ti guarda. E senza avere il semplice scopo di “stupire” per calamitare attenzione. E’ questa la differenza sostanziale tra l’avere uno stile e una personalità forti o semplicemente ostentarli e basta.
Ecco perché magari un giorno stiamo mangiando pani cà meusa alla bavera, quartiere tutt’altro che lussuoso (per usare un eufemismo) nel quale siamo cresciuti a Monreale, in provincia di Palermo, attenti a non macchiarci troppo i mocassini fatti a mano, e il giorno dopo uno di noi viaggia sul proprio chopper in canotta e tatuaggi in vista, tamarro come pochi, ma con l’Onegin di Puskin nelle borse in cuoio della moto mentre l’altro è impeccabile, in smoking, sulla Croisette a Cannes. Gli anglofoni lo chiamano “crossover”; per noi significa che le regole ci sono, ma sono solo le nostre.
© Riproduzione riservata
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