Fotogallery Rupert Sanderson: scarpe da sperimentare
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Rupert Sanderson ci racconta la sua Resort 2013: scarpe e sperimentazione
In occasione della settimana di presentazione delle collezioni Resort, Rupert Sanderson ha trascorso un giorno a Parigi, dove ci siamo incontrati per parlare di scarpe. In un caffè, di fronte al suo corner-store, nell’area storica del Palais Royal, il designer ha espresso il suo punto di vista sul fatto di realizzare quattro collezioni all’anno. Il Resort vanta il più lungo periodo di vendita e, grazie alla sua natura ibrida, dà la possibilità a uno stilista di mettere alla prova nuovi stili sul mercato.
Quindi, questa volta, Rupert Sanderson ha rielaborato alcune stampe acidic anni Trenta, tacchi in plexiglass art deco e zeppe anni Settanta. La sua collezione Resort 2013 è eclettica e dai molteplici volti, anche se il punto d’inizio è il punto d’arrivo. Non si tratta di creare una collezione dal nulla ogni 4 mesi, ma si tratta di identità e longevità.
Quando si parla di scarpe, vengono subito in mente le borse. Devono per forza andare a braccetto? No, Rupert Sanderson potrebbe entrare nel mercato delle borse, ma...chissà! Per il momento ha confessato che disegnando una borsa non è mai tanto ispirato quanto tracciando la linea di una scarpa. Le scarpe, per lui, sono come i sottotitoli, e non può evitare di osservare le scarpe degli altri. Condizionamento del lavoro o una costante volontà di guardare al futuro? Come le sue scarpe, realizzate su misura che ha avuto per molti anni, Rupert Sanderson rimane fedele a se stesso. Potrebbe anche solo cambiare la suola o la vernice di volta in volta.
Qual è il suo approccio quando si tratta di disegnare precollezioni?
Io penso alle precollezioni come a un’opportunità per correre dei rischi. La resort arriva nei negozi molto presto (metà novembre) e così le donne hanno il tempo di dare un’occhiata alle nuove tendenze. Io metto alla prova nuovi disegni e completo la collezione primavera-estate secondo la risposta delle clienti alle proposte della collezione Resort. Per la Resort 2013 abbiamo lavorato su stoffe ispirate agli anni Trenta e abbiamo voluto arrivare a qualcosa di più forte, in termini di colori, rispetto a quanto eravamo soliti presentare. Le precollezioni sono un’occasione per lasciare da parte il resto e divertirsi!
Qual è stata la spinta iniziale per questa Resort?
Abbiamo presentato una Resort collection per la prima volta l’anno scorso e siamo andati alla grande. Quest'anno ho voluto che la linea conduttrice si evolvesse e desse un senso di continuità. In qualità di grande brand di scarpe non possiamo permetterci di gettar via precedenti stili o fantasie, abbiamo una clientela fedele con una determinata sensibilità. Inoltre un marchio di scarpe ha bisogno di possedere una precisa e riconoscibile firma. Io sono più un tipo da less is more, anche se provo ad essere più sperimentale con le mie scarpe da sfilata.
Qual è il pezzo forte di questa collezione? E come dovrebbe indossare queste scarpe una donna?
Le zeppe. Gli anni Settanta sono stati una grande fonte d’ispirazione per me in questa stagione e ho realizzato queste zeppe facendo l’occhiolino alla rock band dei Kiss. Qualcuno potrebbe pensare che queste scarpe siano brutte, ma sono il simbolo di una certa epoca. Negli anni Settanta la moda era molto più aperta e c’era un senso di libertà totalmente opposto a quanto si percepisce oggi. Si trattava più che altro di eventi e non tanto di marchi. Una donna dovrebbe indossare queste statement shoes con un maxi kaftano e occhiali da sole oversize.
Qual è il tipo di tacchi più popolare?
È molto difficile rendere il mezzo-tacco un dettame della moda. Solo poche donne possono portarli. Direi che il nostro stiletto è il più popolare. Questa stagione li abbiamo fatti un po’ più alti del solito.
Quali sono le sfide che deve affrontare adesso, rispetto a un paio d’anni fa?
Il fatto che ci stiamo ingrandendo e lavoriamo con un numero sempre maggiore di persone.
Le piacerebbe estendere il portfolio del brand a borse o altri accessori?
Io seguo l’intero processo della realizzazione delle scarpe e amo realizzare scarpe. Potrei pensare di disegnare borse in futuro e creerei una collezione completa basandomi su un’idea unica. Le borse avranno la loro propria identità ed essa non dovrà necessariamente essere legata alle scarpe. Mi piace disegnare qualcosa che duri nel tempo. Le mie scarpe di successo hanno un qualcosa di classico.
Una scarpa è qualcosa di piacevole?
Sì, devi proprio innamorarti di lei.
Le sue scarpe personali che cosa raccontano di lei?
Ho fatto risuolare le mie scarpe molte volte… Mi piace l’idea di avere occhiali da sole personalizzati e camicie con la data di creazione.
In qualità di calzolaio - di artigiano - che cosa ne pensa oggi dell’industria del Ready-To-Wear?
Penso che si tratti soprattutto di marchi. Un marchio è una merce. I clienti hanno un complesso rapporto con i marchi. Le etichette RTW globali sono attrezzate per vincere la partita con il consumatore. Non posso competere con Miu Miu, ma posso provare di essere uno che, in fatto di moda, guarda avanti.
Raccomanderebbe una particolare destinazione per un viaggio?
Il Cairo.
La migliore piscina?
In Italia, a Torre Fantini. È molto vicino alla fabbrica che produce le mie scarpe.
La migliore spiaggia?
Vent’anni fa, l’isola di Timor in Malesia.
Il miglior cocktail?
Un Martini da Boadas a Barcellona. Lo fanno versandolo da un’altezza quattro volte superiore alle dimensioni del bicchiere. È perfetto.
La prossima tappa per una vacanza?
Quest’estate in Liguria. Italia per due settimane.
Potete trovare le scarpe di Rupert Sanderson in Italia:
Online: Thecorner.com, Luisaviaroma.com
Negozi: N°30 Milano (Milano), Boule de neige (Milano), Folli Follie (Bologna), Eleonora (Pescara)
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