Moschino: la sfilata speciale per il 40° anniversario
Marilina Curci
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Luci, sipario! Sulle passerelle milanesi è andata in scena la nuova collezione di Moschino. Più che una sfilata, un vero e proprio show in quattro atti con cui la maison ha voluto rendere omaggio all’opera del suo indimenticato fondatore Franco Moschino durante un anno particolare.
Proprio questo 2023 il brand ha spento infatti le sue prime 40 candeline ma ha anche archiviato un capitolo importante: quello che per un decennio ha visto Jeremy Scott alla direzione creativa. Un sodalizio terminato lo scorso marzo, su cui adesso tornano ad accendersi rumors e indiscrezioni. Secondo alcune fonti, il brand del gruppo Aeffe sarebbe a un passo dall’ufficializzare la sua nuova scelta.
E mentre gli addetti ai lavori si interrogano su cosa accadrà a partire dalla prossima stagione fredda, sulla catwalk della Primavera Estate 2024 ha preso forma un guardaroba carico di nostalgia e riferimenti a quell’universo ironico e surreale che da sempre è nel dna del marchio.
A dettare la rotta, quattro grandi stylist - Carlyne Cerf de Dudzeele, Katie Grand, Gabriella Karefa-Johnson e Lucia Liu - chiamate a reinterpretare le iconiche creazioni dell'enfant terrible della moda italiana, scomparso prematuramente nel 1994.
A partire dal tailleur - protagonista della prima uscita in passerella - illuminato da una pioggia di maxi strass. A scandire il primo atto del defilé, un minimalismo dai tagli perfetti fatto di tubini stretch, capispalla tecnici, maxi felpe e pantaloni dal gusto maschile, sdrammatizzati da una moltitudine di accessori: tote bag a forma di cuore e tracolle micro, beanie che sembrano turbanti e sabot ultra sparkling.
Le inconfondibili vibes dal sapore ‘90s si sono avvicendate all’opulenza dei favolosi anni ‘80 e a ispirazioni in puro stile #Y2K, in un cortocircuito sartoriale che ha trovato perfetta espressione nel secondo atto, tra giacche da biker ricoperte di borchie dorate, blazer dalle spalle XL, gonne patchwork e tanto crochet.
E il patchwork è proprio uno degli elementi che ricorre in tutta la collezione, insieme alle immancabili scritte ad alto tasso di humor. E se Franco Moschino dichiarava a grandi lettere «No stress no dress», adesso su t-shirt e canotte campeggiano le parole «Protect me from the fashion system» e «Il buon gusto non mente».
Il mix di paradossi e glamour si delinea attraverso nuvole di ruches a tinte soft, fili di perle e audaci trasparenze, fino ad esplodere nel beachwear e nelle tute trompe-l’oeil - rigorosamente unisex - indossate da ballerini professionisti che hanno animato il terzo atto attraverso le coreografie di Wayne McGregor, direttore artistico di Studio Wayne MeGregor e collaboratore del Royal Ballet di Londra.
A chiudere in bellezza, Laura Marzadori, primo violino del Teatro alla Scala, salita in pedana per suonare le note di “I am what I am”, brano interpretato da Gloria Gaynor che ha fatto da colonna sonora alla sfilata Autunno Inverno 1986.
Prima della conclusione dell’ultimo atto, ancora un colpo di scena: le modelle hanno percorso la passerella a piedi nudi, con jeans e una t-shirt in edizione limitata, acquistabile sin d’ora nella boutique di Via della Spiga e nello store online.
«L’impegno benefico di Franco Moschino, in particolare per la sensibilizzazione sull’HIV/AIDS, è stato dominante attraverso la sua vita professionale», ha sottolineato il marchio in una nota. Il ricavato delle vendite sarà devoluto interamente alla Elton John AIDS Foundation.
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