GIORNO
NOTTE
  • In evidenza
  • Grazia Phygital Awards

    Grazia Phygital Awards

    Grazia Phygital Awards

  • SHOP GRAZIA

    SHOP GRAZIA

    SHOP GRAZIA

  • #BADALADA

    #BADALADA

    #BADALADA

  • GRAZIA FOOD

    GRAZIA FOOD

    GRAZIA FOOD

  • Skin Longevity

    Skin Longevity

    Skin Longevity

  • Speciale Mostra Cinema di Venezia

    Speciale Mostra Cinema di Venezia

    Speciale Mostra Cinema di Venezia

  • Canali
  • Moda
  • Bellezza
  • Lifestyle
  • Factory
  • People
  • Casa
  • Magazine
  • Shopping
  • Oroscopo
  • Magazine
  • La cover della settimana
    ABBONATI
    • Pubblicità
    • Contributors
    • Condizioni
    • Privacy
    • Privacy Policy
    • Cookie Policy
    • Notifiche push
    • Gestione dei cookie
    • © 2025 REWORLD MEDIA S.R.L. - Sede Legale VIA BIANCA DI SAVOIA 12 - 20122 MILANO - Codice Fiscale e Partita IVA: 12693020963 - riproduzione riservata

Grazia

Stai leggendo:

Moda

La moda che sarà: come cambierà la fashion industry dopo il Coronavirus?

La moda che sarà: come cambierà la fashion industry dopo il Coronavirus?

foto di Bianca Luna Santoro Bianca Luna Santoro — 16 Aprile 2020
armani coronavirus deskarmani coronavirus mobi
Con un occhio al passato e uno al futuro, la moda si reinventa alla ricerca di un nuovo equilibrio a prova di pianeta terra 

Filiere interrotte, fashion week cancellate e perdite a molti zeri: la moda si trova a fare i conti con le conseguenze, inevitabili, del Coronavirus.

Un’intera catena di sistema produttivo dal peso immenso si è improvvisamente fermata, spezzandosi, senza risparmiare davvero nessuno.

Il dramma del presente

 

Dai ruoli “creativi” di fotografi, truccatori e stilisti (specialmente gli indipendenti e emergenti), a quelli più operativi di commessi, impiegati e buyer, questi sono solo alcuni dei mestieri più colpiti di un settore che oggi soffre come non mai. 

Pagamenti sospesi e ordini cancellati 

Una delle categorie più problematiche e a rischio è quella degli operai delle industrie tessili di mezzo mondo, in particolare modo quelle del Sud Est Asiatico, che stanno subendo in modo drammatico gli effetti della pandemia. 

Le cause sono per lo più i pagamenti sospesi e gli ordini cancellati o rinviati dai grossi gruppi (tranne Zara ed H&M che, annunciano, concluderanno gli ordini inviati senza rinegoziazioni di prezzi), misure di “salvataggio” adottate anche per far fronte a magazzini strapieni di invenduto.

Crollo delle vendite

Poi c’è il problema delle vendite: se da un lato il grosso dell’online market continua a garantire le spedizioni (aumentando i giorni per reso e cambio merce come stanno facendo ad esempio Zara e Asos), questo non basta perché rimane comunque una piccola percentuale del fatturato totale (si parla del 20%). 

View this post on Instagram

“As the coronavirus continues its spread, the luxury goods sector finds itself in terra incognita, or unknown territory: most of Europe and the Unites States are under lockdown forcing store closures and crushing consumer demand,” says Luca Solca in his latest for BoF. “In these markets, sales are near zero. And though China is slowly reopening, a global rebound in #luxury sales may take a very long time, especially given the less stringent lockdown protocols Western governments have put in place,” he adds. He goes on to say that, as a result, luxury goods companies will need to do more than cut costs to get through this. “They may need to act like bears in the winter: preserve all their vital organs and functions, shed the fat, and switch to resource-saving (in this cash-saving) mode. The idea is to reduce their cost perimeters while keeping as many of their personnel and key assets (mainly their stores) as possible. Virtually all #manufacturing and sourcing must stop, as it makes no sense to create or produce new seasons when stores are closed, and #sales are essentially at zero. This would only lead to a major excess inventory problem, heavy discounting and brand equity damage.” Read Solca’s full analysis on businessofashion.com [Link in bio] 📷: @gettyimages

A post shared by The Business of Fashion (@bof) on Apr 14, 2020 at 2:43am PDT

(Credits: Instagram) BoF

Secondo BoF, la vendita nel settore lusso dei negozi fisici, copriva circa il 90%, rappresentando per il consumatore più un’esperienza a 360 gradi che un semplice acquisto, che in ogni caso di questi tempi risulterebbe superfluo causa lock-down. 

Di fronte a tante incertezze e paure, si pongono interrogativi da fantascienza, come quello tra provocazione e realtà del presidente della Camera Buyer Italia Francesco Tombolini, che ha proposto di saltare una stagione e riproporre le collezioni SS 20 attualmente nei negozi, nel 2021. Cancellando così anche un po’ il tempo ma ponendo incognite nuove.

View this post on Instagram

Ogni giorno di chiusura delle boutiques italiane equivale a 68 milioni di vendite in meno. #DontForgetRetail #DontForgetFashion @giuseppeconte_ufficiale #CBI #CameraBuyerItalia #TheBestShops

A post shared by THE BEST SHOPS (@camerabuyer) on Mar 20, 2020 at 5:11am PDT

(Credits: Instagram) Camera Buyer

Eventi cancellati senza scelta

La maggior parte degli eventi è stata rinviata a data da destinarsi, sicuramente fino a settembre: dalle Cruise, alla FW uomo, all’Haute Couture, al Pitti fino all’attesissimo Met Gala, sono solo alcuni degli eventi del sistema moda (che davano non poco lavoro) a saltare l’uno dopo l’altro. 

View this post on Instagram

We are happy to share an inspiring message of hope and togetherness from a longtime friend and co-founder of Japanese retail group @unitedarrows_official, Hirofumi Kurino. Our community is our strength, now more than ever. #hirofumikurino #unitedarrows #pittilooksahead

A post shared by Pitti Immagine (@pittimmagine) on Mar 27, 2020 at 9:38am PDT

(Credits: Instagram) Pitti Immagine

Cosa comunica la comunicazione?

E poi ci sono i media, carta stampata e online, costretti tra difficoltà concrete come tagli ADV e impossibilità di scattare e comporre servizi e dubbi più intellettuali legati ai contenuti con tentativi più o meno riusciti di trovare una chiave giusta cercando un difficile equilibrio tra leggerezza e intrattenimento, rimanendo in contesto con ciò che sta accadendo.

View this post on Instagram

Come sentirsi vivi, giorno dopo giorno, anche in quarantena? In un momento in cui l’imperativo per tutti noi è #iorestoacasa, ci risponde @calliopeofficial con la nuova campagna “Cambiamoci per non cambiare mai”, girata da tre registi che hanno trasformato in attori i componenti delle loro famiglie e in set le loro abitazioni. E allora ci prepariamo di tutto punto per una cena speciale tra le quattro mura, o per fare una call con i colleghi, o ancora per condividere con gli amici un aperitivo improvvisato. Perché la quarantena non ci faccia dimenticare di noi stesse.Stay tuned per scoprire come vivranno questa esperienza alcuni influencer! #EverydayMe #EverydayCalliope

A post shared by Grazia Italia (@grazia_it) on Apr 15, 2020 at 1:04am PDT

(Credits: Instagram) Grazia Italia

Ripartire prima che sia troppo tardi

A questo punto però ripartire il prima possibile non è più un auspicio ma una necessità, come dichiara il presidente della Camera della Moda Carlo Capasa in una lettera aperta al governo pubblicata su Repubblica, in cui sostiene che se le aziende non apriranno entro il 20 aprile, la moda italiana potrebbe perdere la sua preminenza europea “Se vogliamo continuare ad avere un’industria della moda in Italia dobbiamo riprendere da subito a produrre anche la Moda. Con l’orgoglio di farlo non solo per noi ma anche per le future generazioni di questo nostro meraviglioso Paese».”

View this post on Instagram

CNMI is devoting 3,000,000 € to "Italy, We Are With You" a solidarity project created by CNMI associates and open to all fashion brands and associations fighting #Covid19 emergency. Respiratory machines and other medical materials will be donated to hospitals in need through the Extraordinary Commissioner for Emergency and Civil Protection. The members will donate an amount not lower than the CNMI membership fee, for the non-associated fashion brands an equivalent amount and for associations what they have managed to collect. CNMI and Chic Investment Group, CNMI Chinese Partner, with the support of the Italian and Chinese team of Ernst & Young, have facilitated the cooperation between Civil Protection and SINOPHARM to provide Italy with medical machinery and equipment from China. Tap the link in bio to read the full article ⬆️

A post shared by Milano Fashion Week (@cameramoda) on Mar 30, 2020 at 3:54am PDT

(Credits: Instagram) Camera della Moda

Un’occasione per aggiustare il tiro

 Ma se come diceva Paolo Coelho “l’ora più buia è quella che precede il sorgere del sole”, questo potrebbe essere il momento per la moda di riflettere e reinventarsi, magari anche imparando da errori del passato.

È difficile avere la pretesa di prevedere cosa succederà: c’è chi pensa a un cambiamento radicale e chi auspica un ritorno, sul lungo periodo, alla “normalità”, migliorati e più forti di prima.

Non senza qualche significativo aggiustamento che vede in etica, digitalizzazione ed sostenibilità le parole chiave. 

Un ritmo nuovo per il settore moda?

Il settore moda non dovrà necessariamente rivoluzionarsi ma piuttosto riflettere per rinnovarsi con un ritorno al passato, come suggerisce il giovane designer Nicola Brognano (neo creative director di Blumarine) in una recente intervista a MFF, rallentando i ritmi e facendo il punto sulle attitudini di consumo.

View this post on Instagram

A post shared by Nicola Brognano (@nicola_brognano) on Sep 27, 2019 at 7:18am PDT

(Credits: Instagram) Nicola Brognano

Pre, resort, collab, capsule erano solo un indizio di una moda veloce e snervante, che per alcuni non rappresentava più i consumatori ma solo il marketing e “money making”.  

Una rinascita che, secondo tanti stilisti come Massimo Giorgetti, Lorenzo Serafini e Giorgio Armani, porterebbe il Made in Italy a riscoprire le proprie origini e il DNA di ogni brand con collezioni mirate, ridotte e il meno “datate” possibile, che superino il concetto di stagione. #Reset

View this post on Instagram

Mr Armani celebrates the opening of #ArmaniSilos in April 2015 to mark the 40th anniversary of his career

A post shared by Giorgio Armani (@giorgioarmani) on Apr 13, 2020 at 7:21am PDT

(Credits: Instagram) Giorgio Armani

Per l’ennesima volta dallo scoppio del Covid-19, in una lettera a WWD, Armani si è poi fatto pioniere di soluzioni concrete come ottimizzare le date di consegna della produzione riducendo (o saltando) le pre-collezioni, ridurre gli eventi e renderli più local (come le costosissime Cruise) per dare un valore speciale all’autenticità e ritardare i saldi da luglio a settembre per permettere alle collezioni di rimanere in boutique ed essere vendute a prezzo pieno un po’ di più.

Avremo esigenze nuove e voglia di normalità…

Ma quando vedremo davvero la luce alla fine del tunnel, cosa faremo? Cosa vorremo veramente? Ci sarà un’impennata di spese o solo timore? E quando faremo shopping, cosa compreremo? 

Se secondo Forbes, tra le ricerche principali del consumatore medio in quarantena ci sono lievito, giochi di società, salviette igienizzanti e attrezzi per lo sport, BoF suggerisce che dopo il lock-down si potrebbe voler comprare meno ma meglio.

La moda di cui avremo bisogno dopo questa pandemia sarà davvero un moda senza tempo? Desidereremo vestiti che durano e che vanno al di là dei trend passeggeri a cui eravamo abituati a cedere ogni stagione?

View this post on Instagram

Pre Fall 2020 Collection

A post shared by The Row (@therow) on Feb 21, 2020 at 8:43am PST

(Credits: Instagram) The Row

L'ipotesi potrebbe essere veritiera: saremo più propensi a compare pezzi classici e “rassicuranti”, i fondamentali del guardaroba, un po' come dopo la crisi del 2008, dove avevamo trovato nella discrezione “no logo” di Celine e Bottega Veneta una conforto stilistico. #Minimalismo

View this post on Instagram

By Gianni Pucci

A post shared by Bottega Veneta (@bottegaveneta) on Apr 13, 2020 at 5:54am PDT

(Credits: Instagram) Bottega Veneta

E poi c’è la digitalizzazione…

Se da un lato si sentirà la necessità di rallentare, dall’altro c’è il bisogno impellente di sperimentare soluzioni sempre più interattive a prova di social distancing.

Il processo di innovazione si è improvvisamente accelerato: per le aziende grazie a fitting e sdifettamenti virtuali come fa il giovane brand GCDS, per i press office come Karla Otto e Guitar attraverso l'organizzazione di un “digital press day” via IG per mostrare i lavori dei clienti alla stampa, per gli show-room come Massimo Bonini e Riccardo Grassi con campagne vendita virtuali attraverso line-sheet.
>>

View this post on Instagram

#GCDSchallenge @GCDSWEAR RULES IN STORIES!!!! 📞❤️😵 Ogni settimana, un nuovo articolo di GCDS, ri-disegna re- inventa e ogni venerdì 8PM GMT ci sarà un vincitore. 🍀

A post shared by GCDS (@gcdswear) on Apr 6, 2020 at 11:50am PDT

(Credits: Instagram) GCDS

Innovativi ed originali sono poi gli shooting “home made” tra cui spicca l’esperimento di Willy Vanderpierre per I-D magazine che ha immortalato 19 modelle via FaceTime o quello nostrano di SDF Factory, agenzia di digital marketing, che ha organizzato set fotografici casalinghi per garantire materiale social ai propri brand.

View this post on Instagram

How do we stay sane during this time?⁣ ⁣ Separated by the coronavirus pandemic, we’ve all never been more physically apart. Forced into our homes to self-isolate and live for an indeterminate amount of time in our own little bubbles. How do we stay healthy, or keep to any kind of routine? ⁣ ⁣ To reflect this current mood, we found out how some of your favourite fashion people from around the globe are staying safe + sound, in a new special edition i-D project by Willy Vanderperre.⁣ ⁣ Hit the link in bio to see the project in full.⁣ ⁣ [i-D SPECIAL EDITION 04 2020]⁣⁣⁣⁣⁣ .⁣⁣ .⁣⁣ .⁣⁣ Photography by @willyvanderperre⁣ Editor-In-Chief @alastairmckimm⁣ Creative Director @lauragenninger @studio191ny⁣⁣⁣ Casting director @samuel_ellis⁣ Text @felixlp, @jacksunnucks⁣ Senior Social Editor @danilboparai⁣ Motion Graphics Designer @calseeum21⁣

A post shared by i-D (@i_d) on Apr 8, 2020 at 11:00am PDT

(Credits: Instagram) I-D Magazine

L’emergenza ha portato all'utilizzo di nuove forme di comunicazione come webinar e masterclass su Zoom e Instagram Live, di  piattaforme social inesplorate come Weibo per Gucci e in generale una necessità di implementare attività e strategie digitali a tutto tondo.

Per non parlare delle iniziative che, per supplire alla chiusura dei musei, coniugano arte e moda come le mostre virtuali del V&A su Balenciaga e Schiapparelli, gli esperimenti d’arte contemporanea di Fondazione Prada che si è convertita in un laboratorio di idee, il MET che promuove i propri successi via social con l’hahstag #MetAnywhere e Louis Vuitton che ha lanciato la FLV From Home, un programma di mostre, concerti e talk via YouTube e Facebook per intrattenere la propria audience. 

View this post on Instagram

👘The 1910s and 1920s saw a rise in kimono-inspired fashion design. Vote for your favourites in our story! 👘 Sponsored by: MUFG Supported by: GroW @ Annenberg @annenbergfdn, @shiseido & @yoshikimono With additional support from @japancentre & @jpflondon Kimono: Kyoto To Catwalk is currently closed

A post shared by Victoria and Albert Museum (@vamuseum) on Apr 12, 2020 at 4:04am PDT

(Credits: Instagram) Victoria and Albert Museum

Sui social media viene mostrato dagli inflencer un lato più umano e comunicativo, decisamente meno commerciale, a sostegno dello #StayAtHome e  #WeAreInThisToghether

Il tema sostenibilità 

Infine un auspicio generale è l’occhio alla sostenibilità con azioni reali e tangibili, non come strumento di marketing da prima pagina.

View this post on Instagram

BONJOUR! A LOT OF PEOPLE ARE ASKING US ABOUT THE ART REFERENCES IN OUR SUMMER 2020 SHOW…HERE ARE A FEW OF THEM! I ALWAYS TRY TO LINK MY PASSION FOR ART(S) AND PUT IT INSIDE FASHION! DAVID HOCKNEY, JEAN LURÇAT, JEAN ROYERE AND HENRI MATISSE… FEEL FREE TO ASK QUESTIONS ABOUT IT! SIMON

A post shared by JACQUEMUS (@jacquemus) on Mar 10, 2020 at 8:39am PDT

(Credits: Instagram) Jacquemus

Un’ecosostenibilità fatta di dinamiche nuove come meno spostamenti e show più intimi, proprio come aveva fatto Jacquemus nell’ormai lontanissimo giugno 2019: in occasione del suo decimo anniversario la maison ha presentato la collezione “Coup de soleil”  tra campi di lavanda francesi con pochi invitati e influencer local e di conseguenza con spostamenti assai ridotti.
Senza dimenticare l'esperimento ben riuscito delle sfilate in streaming su passerelle virtuali, come quelle della settimana della moda di Shanghai e Tokyo, che ridurrebbero viaggi costosissimi (ma porrebbero al tempo stesso il problema dei buyer che acquistano la collezione immediatamente dopo lo show).

View this post on Instagram

2020 may be the year without any more physical #fashionshows, with many designers already opting to live stream or host digital events instead. As June approaches, even more brands will have to follow suit or risk losing touch with buyers and consumers altogether since the upcoming men’s runways in London, Milan and Paris, as well as July’s #hautecouture shows, have also been called off. How might brands plan for this eventuality? For a start, they can look to Asia.⁠ ⁠ Since Asia’s fashion weeks were slated to kick off in March, their brands and marketers — savvy with live streaming and hosting digital #events to begin with — have already done a lot of virtualisation on platforms like Xiaohongshu, Line and Kakao. “In January when we floated the idea, I was doubtful of how livestreaming could get our brand positioning, garment construction and story across,” says up-and-coming womenswear designer Samuel Gui YangYang. “But desperate times call for desperate measures.” For many designers like Yang, the experience pushed them out of their comfort zones and the learning curve was steep. So, what do brands need to know before going virtual? BoF’s Zoe Suen does the analysis. [Link in bio] 📷: Angel Chen

A post shared by The Business of Fashion (@bof) on Apr 14, 2020 at 11:15pm PDT

(Credits: Instagram) BoF

Questa pausa obbligata mette sul tavolo interrogativi, riflessioni e nuovi spunti. Saranno forse questi ultimi che porteranno la moda post lock-down a raggiungere quegli obbiettivi che da molto tempo si era prefissata ma che finora erano per la maggior parte rimasti solo sulla carta e negli annunci via social? 

© Riproduzione riservata

Scopri altri articoli di Tendenze
  • IN ARRIVO

  • L’accessorio più cool del momento? Le borse stampa cow (e noi vi mostriamo alcune delle più belle)

  • Abbiamo testato "sul campo" la nuova collezione Altavia Studio di OVS

  • La ricetta da provare nel weekend: dessert cremoso yogurt e banana

  • Fashion Pills: cos'è successo questa settimana nel mondo della moda in 7 news

Grazia
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Contributors
  • Pubblicità
  • Opzioni Cookie
© 2025 REWORLD MEDIA S.R.L. - Sede Lagale Via Fantoli 7, 20138 Milano - Codice Fiscale e Partita IVA: 12693020963 - riproduzione riservata