Luca Rubinacci: «Il segreto del mio stile? Curiosità e voglia d'imparare»
Il lusso del su misura, i valori della sartoria napoletana, i segreti dell'uomo di stile. Ne abbiamo parlato con Luca Rubinacci in un'intervista esclusiva.
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Che cosa definisce l'essenza di Rubinacci?
Rubinacci sin dal 1932 è stato sinonimo di eleganza. Mio nonno come mio padre sono sempre stati definiti stilisti su misura, non sono mai stati sarti, ma il tramite tra il cliente e il sarto, coloro i quali con occhio critico potessero trovare lo stile dentro ogni cliente. Oggi con 40 sarti su misura a mano siamo considerati la più grande sartoria d'Europa. Io, personalmente, con passione seguo le orme di questo bellissimo mondo dove l'estetica è la prima cosa.
Il classico non ammette rivoluzioni, ma studiate varianti. Quanto si può essere audaci nel vestire maschile?
Sicuramente non come le donne, loro hanno molta più personalità e qualunque cosa indossano sanno portarla. Detto questo, l' uomo oggi deve cercare di vestirsi il meno ridicolo possibile, è elegante l'uomo che passa inosservato. Poi ci sono gli audaci, quelli con personalità, loro possono azzardare look più intringanti.. Ma sempre con buon senso!
Sei un riferimento per lo stile. Qual è il tuo segreto?
Sono nato in sartoria, in mezzo a milioni di stoffe, sarti e persone che per passione hanno dedicato la loro vita a vestire gli uomini. Personalmente ho solo fatto del mio mestiere un hobby, ogni giorno cerco di scoprire cose nuove dal passato e riproporle in chiave moderna e divertente... Non ci sono segreti ma solo una grande voglia di sapere.
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Un'icona del passato da cui ti lasci ispirare.
Nella nostra sartoria di Napoli conserviamo ancora gli archivi degli ordini su misura dei nostri clienti dagli anni 30 ad oggi. In quel posto trovo la maggior parte delle mie ispirazioni, pantaloni larghi di tweed con doppie pences e giacca corta con tasche applicate indossate dal Principe Umberto II di Savoia, giacche di lino sfoderate in tutte le tonalita' del bianco indossate da Vittorio De Sica fino ad una redingotte idossata da Curzio Malaparte. Un pozzo di idee, una volta entrato non sai quando ne uscirai.
Il faux pas da non commettere mai.
Il faux pas può essere considerato un punto di vista, lo stile è di chi lo indossa! Personalmente non amo i calzini bianchi!
Chi sono i dandy oggi?
Oggi non esistono i dandy, troppi stili diversi, troppi contesti. Come considerare un dandy? Prima lo erano le persone che in un contesto classico emergevano per la loro personalità nell'indossare capi fuori dalle righe. Oggi chi indossa un abbigliamento stravagante molto spesso va oltre, purtroppo c'è molto show off.
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Gli anni 20' e 30' del secolo scorso sono ritenuti i più normativi per il guardaroba da uomo. Cosa contraddistingue invece l'eleganza contemporanea?
Il bello dell'eleganza contemporanea è la voglia di essere unici, moderni, non uguali l'uno all'altro. In questi ultimi anni il nostro su misura è cresciuto tantissimo proprio perché l'uomo si è stufato di comprare "il brand", ha voglia di mettersi in gioco, di tirare fuori lo stile che ha in sé appoggiandosi a professionisti del mestiere che da generazioni fanno questo.
54 hours of Rubinacci racconta in un documentario l'eccellenza del vostro atelier. Cosa ti emoziona di più nel rivederlo?
È stata una mia idea, la mia voglia di far capire cosa c'è dietro un abito su misura, 54 ore per confezionare un vestito sono una follia, un solo artigiano che cuce a mano come un pittore che dipinge una tela. Il mondo deve sapere cosa sta comprando e io non solo cerco di spiegarlo con questo documentario ma vorrei anche costruire nel cliente un hobby, vestire non è solo coprirsi.
Un gesto da gentiluomo che andrebbe recuperato.
Personalmente sono cresciuto in una famiglia dove i miei genitori mi hanno sempre insegnato le regole del saper vivere a bordo, si perché in fin dei conti siamo tutti sulla stessa barca!
© Riproduzione riservata
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