Jerome Rousseau: scarpe iper-femminili
Fotogallery Jerome Rousseau: scarpe iper-femminili
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Le creazioni del giovane shoe designer sono un omaggio alla femminilità
La collezione del designer canadese Jerome Rousseau , si ispira al lavoro dell’ artista newyorkese, James Nares . Una collezione forte, decisa e femminile, coronata da colori chiave come il bianco, il nero, l’arancione, il caramello, il corallo e il platino.
Una forte dedizione verso un prodotto attento ai dettagli e alla valorizzazione della femminilità contemporanea ottenuta attraverso la ricerca. Così, dopo l’esperienza maturata attraverso alcuni brand, Jerome ha potuto iniziare la sua attività dal 2007. Noi di Grazia.it l’abbiamo incontrato e intervistato a Parigi per farci raccontare questa sua emozionante avventura».
Da quanto tempo esiste il tuo brand?
«Ho deciso di creare il mio brand nel 2007 con la collezione Autunno/Inverno 2008-2009. È stato l’inizio di una meravigliosa avventura che sta felicemente continuando».
Qual è la tua ispirazione per questa stagione?
«L’ispirazione per questa collezione deriva dalle opere di un artista newyorkese, James Nares. Silhouette minimal ma allo stesso tempo audaci, ispirate ai dipinti dell’artista, danno luogo ad una collezione forte, decisa e femminile. Ci sono inoltre alcuni riferimenti a Marylin Monroe, con una rivisitazione moderna di zeppe fibbiate accostate a colori provocanti. Le silhouette chiave includono i sandali che giocano sulla contrapposizione del bianco e del nero. Tronchetti in maglia e pelle, strutture intrecciate in struzzo e stiletto in pelle. I colori base sono l’arancione, il caramello, il corallo e il platino».
Che percorsi hai seguito per arrivare a questo punto?
«Sono canadese e l’interesse per il design nasce attraverso l’arte e la musica. Iniziai a disegnare scarpe quando ero ancora un bambino, subito dopo aver visto un video dei Deee-lite . Fui cosi influenzato dal loro styiling unico che la prima cosa che attirò la mia attenzione fu l’evidente gusto retrò delle scarpe presenti nel video.
Ho raffinato poi le mie capacità nel disegno, in dieci anni, tra Londra e Los Angeles, dove ho lavorato a contatto con Matthew Williamson, John Richmond and John Rocha dopo aver sviluppato una forte conoscenza nel footwear design al London’s Cordwainers College».
Che importanza ha per te il “Made in Italy”?
«Il “Made in Italy” è molto importante per me. Una parte della passione che ho per le scarpe deriva dalla pazienza degli artigiani che ho avuto modo di ammirare in Italia. Grazie a loro ho avuto la possibilità di sviluppare complessi dettagli che rendono le mie calzature speciali, attraverso un percorso attento e faticoso. Credo che la qualità italiana aggiunga valore al mio prodotto, rendendolo riconoscibile in tutto il mondo».
In quali negozi hai venduto la collezione?
«Siamo presenti in diversi punti vendita, per lo più department store conosciuti come Luisa Via Roma a Firenze, Saks in Fifth Avenue a New York, Shopbop.com e Dover street Market a Londra».
Collabori con altri brand?
«Stiamo lavorando con diversi marchi. Anche se ancora non possiamo rendere pubbliche le collaborazioni. Sono dei progetti molto belli. Riusciremo a menzionarli tra qualche mese».
Un desiderio?
«Aggiungere altre categorie al marchio, come le borse, e intanto continuare a espanderci. E, magari, vedere un flagship store in una città inaspettata».
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